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venerdì 14 agosto 2015
sabato 25 luglio 2015
ESTATE FA RIMA CON LEGGEREZZA (il blog va in vacanza e torna il primo lunedì di settembre)
La
parola chiave di questa estate è “LEGGEREZZA”.
“Si,
fai presto a parlare tu” direte voi. E lo so, lo so: essere leggeri in questo
momento storico è la più grossa difficoltà dei nostri tempi, ma il fatto è che
vi osservo ogni giorno in giro per questa città. È un torrido luglio, e voi,
con i vostri bambini urlanti e le vostre mogli o i vostri mariti sovrappeso,
pensate bene di rinfrescarvi nei centri commerciali spendendo tutta la vostra
quattordicesima. Ed eccovi in fila alle casse, con i carrelli che straripano, e
i conti della serva per andare in vacanza.
Niente
di più noiosamente noioso. Ve lo dico subito: se questo blog non vi piace,
chiudetelo ora, o leggetelo per sempre: qui si parla di rapporti sentimentali,
ma il punto di vista è quello di una (ormai) trentacinquenne stufa di vedere in
giro certe facce e relazioni scontate. Per tutti questi motivi, estate fa rima
con leggerezza: indossiamo vestiti più leggeri, abbiamo la pelle più abbronzata
(e quindi, inevitabilmente, sembriamo anche tutti più fighi), quindi cosa c’è
di meglio del non prendersi molto sul serio in una stagione come questa?
Molti
amori fioriscono in autunno, maturano in inverno, E SONO LETTERALMENTE DA
BUTTARE VIA IN ESTATE! E’ una legge inevitabile, non stupitevi, e sapete
perché? Perché anche se fa caldo, l’aria è più “respirabile.” Che vi troviate
al mare o in montagna, lontano dal lavoro potete finalmente prendere una
boccata d’aria, osservare tutto ciò che nelle vostre vite non va, analizzare le
vostre relazioni un po’ “annoiate”, e semplicemente, iniziare a guardarvi
intorno. Perché in estate siamo tutti più leggeri, appunto! J
Ma
no, ma no, non vi sto invitando alla “cornificazione estiva”, né sto dicendo
che dovete chiudere per sempre le vostre storie. Questa è solo la vostra pausa,
e non ditemi che non credete nelle pause di riflessione, perché talvolta
funzionano, soprattutto in estate, quando rimorchiare è un’operazione del tutto
più semplice.
E
allora perché non accettare qualche giorno di vacanza con qualcuno che vi offre
la sua compagnia in maniera disinteressata?. Cosa vi aspettate, che dietro un
amore estivo e leggero, ci sia anche dell’interesse? Voglio dire, se decidete
di buttarvi in un’avventura per stare senza pensieri, dovete starci per
davvero! Accettate un invito per due giorni di relax, buon sesso, buon cibo, e
mente libera! IO DIREI, TUFFATEVI! E se possibile, fatelo svestiti… le
temperature in città in questi giorni stanno raggiungendo dei picchi
pericolosi!!!
Essere
leggeri significa camminare di sera mano nella mano per le strade di una
piccola cittadina di mare, con la splendida consapevolezza che la cosa durerà
poco. Oppure tuffarsi dove l’acqua è più blu improvvisando acrobazie acquatiche
con la persona che vi ha “rapiti” per qualche tempo. O ancora, abbrustolirsi al
sole sapendo che “quel colore” durerà un tempo limitato, diciamo fino all’ora
dell’aperitivo in spiaggia?!
Oh
suvvia, questa settimana non sto affatto inneggiando alla solitudine, né alle
corna, né alla fuga da storie che durano da tanto tempo, però, col clima che ci
ritroviamo, con quell’invitante mare blu, con tutti questi “pezzi di corpo
scoperti ed esposti allo sguardo del prossimo”, cosa c’è di male nel prendersi
del tempo da qualcosa di cui non siamo più convinti?
Esclusi
tutti coloro che non hanno il coraggio, non trovano le parole, non credono di
poter condurre la loro esistenza senza l’altro, TUTTI VOI APPASSIONATI SINGLES,
CHE SCALPITATE PER FUGGIRE DA UNA RELAZIONE CHE VI SOFFOCA, FATELO!
F-U-G-G-I-T-E! D-I-V-E-R-T-I-T-E-V-I!
E
quindi, gabbie aperte, petto in fuori, e se tutto andrà bene, rivedetevi in
autunno! Datemi retta, prendete la vita con leggerezza, per una volta. E non
perché lo sto facendo io, bensì perché forse, per tutto l’inverno, non avete
desiderato altro.
La
nuova frontiera del volersi bene, si chiama congedarsi in estate per darsi un
nuovo appuntamento in autunno.
domenica 19 luglio 2015
LE SPLENDIDE ETA' DELLA VITA.
Ok,
lo ammetto: avere trentacinque anni è fichissimo. Trentacinque anni è la
cosiddetta “età di mezzo”. Non si è né troppo piccole, né troppo grandi, la cui
cosa consente di poter rivolgere la propria attenzione a uomini di tutte le età
(con un limite "di decoro" stabilito fino ai cinquant’anni).
Quando
avevo venticinque anni pensavo che fosse un’età fantastica, e pensavo che non
mi sarei mai più sentita come allora. A venticinque anni possiedi ancora un pizzico
di follia adolescenziale, ma sei viva nel tuo corpo di donna. Puoi permetterti
di guardare al passato dicendo definitivamente addio al “ragazzinaggio”, e puoi
iniziare a crearti una consapevolezza sentimentale che non ti intrappoli
eccessivamente. La metafora è che a venticinque sei un’anguilla: sgusci,
strisci, salti, ti appiattisci… sei duttile, insomma.
A
trentacinque invece hai posto le basi di una maturità che non ti sta più
stretta, hai imparato a conoscere più o meno tutte le tipologie di uomo
esistenti sulla terra (o quasi!), e se non ti sei ancora sposata e non hai
avuto figli, un solo fatto può contraddistinguerti: sei sulla cresta dell'onda!
Se
hai creduto in te stessa e sei stata capace di lasciarti la sofferenza alle
spalle, puoi veramente avere il mondo in pugno. Da un certo punto di vista, per
molte cose inizi ad essere un po’ in ritardo, ma per altre, con le nuove
aspettative di vita, hai veramente il mondo in pugno. Non più come quando avevi
venticinque anni, ma in maniera più completa.
A
trentacinque – dicevo – hai già totalmente ampliato i tuoi confini, e ciò ti
consente di districarti in maniera elegante tra uomini di tutte le età: passi
come una farfalla leggiadra, da quelli di venticinque anni, a quelli di
cinquanta, e ciò ti consente di metterti alla prova.
Uscire
con un ventiseienne, ad esempio, può avere la sua parte di divertimento. Attenzione però: si
deve trattare pur sempre di un ventiseienne di un certo livello, laureato, con
un master di tutto rispetto, ben addentrato nel mondo del lavoro, con un po’ di
quella barbetta incolta che lo rende irresistibile. Alla sua età potrebbe
tranquillamente concentrare le proprie forze su un’ingenua ventenne, invece è
rimasto colpito dalla vostra proprietà di linguaggio e dal vostro “leggero
saper stare al mondo”. Il ventiseienne del 2015 è intrigato dall’intraprendenza
così come dall’ironia di certe donne, e stare sedute in un locale con lui, è
un’esperienza divertente: egli non possiede la negatività d’animo che inizia ad
avere un quarantenne (e nemmeno le rughe!), e non è con un piede nella fossa
come un cinquantenne che fa di tutto per sembrare più giovane! Lui è se stesso,
fresco, sincero, con un sorriso che gli invade la faccia, e con una voglia di
vivere che stimolerebbe chiunque.
Seduto
tra altre persone, il ventiseienne è discreto, gentile, e non parla mai a
sproposito: non ha bisogno di mostrare al mondo che “lui esiste” comportandosi
da egocentrico come farebbe uno stucchevole cinquantenne. Parla due lingue, ha
girato il mondo, e nella vita si occupa di marketing. Tuttavia il suo problema
non è imparare a vendersi bene: non solo è irresistibile, ma possiede energia
da vendere… e naturalmente non parlo solo di energia fisica, bensì di apertura
mentale.
Non
ha problemi a dirvi che siete bellissime e attraenti, perché contrariamente
agli uomini dai quaranta in su, non è affatto in sfida perenne con voi: non è
lì per dirvi che sareste molto più carine se indossaste gli abiti che piacciono
a lui, ma apprezza il vostro stile perché a trentacinque, col vostro fisico,
non potreste fare altro che essere maestre di stile e dettare legge in fatto di
abiti. Messo accanto a voi, il ventiseienne non gareggia, ma vince su tutti.
Inutile
che io parli del vostro tempo insieme in camera da letto: a onor del vero, mi
sento di ammettere che il ventiseienne ha ancora qualcosa da imparare. Ma non
si tratta di nessuna difficile dottrina, niente che richieda una seconda
laurea. Il ventiseienne è affascinato dal vostro corpo e da ogni vostra
caratteristica diversa da quelle delle ventenni. Se avete un po’ di cellulite o
pancetta, per loro siete comunque splendide. Non vi ricopriranno di
complimenti, ma il loro sguardo su di voi basterà.
Il
ventiseienne del 2015 bacia da Dio!!! Appartiene alla generazione consapevole
del fatto che una buona notte di sesso inizia soprattutto dalla maniera in cui
si è capaci di baciare. Per un quarantenne o un cinquantenne, baciare una donna
durante “l’atto”, può significare stabilire un rapporto che non vogliono, e
quindi molti di loro, evitano di baciare. Il ventiseienne sa bene che un bacio
è passione, e va dato con tutto il trasporto del caso: per questo motivo egli
vi bacia come nei film, e abbandonarsi a lui è fantastico.
Ho
trentacinque anni: sono una donna fortunata perché posso ancora approcciarmi ad
un pubblico vasto senza sentirmi fuori luogo: se ne avessi quaranta, vivrei la
sindrome del “toy boy”. Così come sono ora, rappresento un magnete per una varietà
di uomini di tutte le età.
Perché
dovrei vestirmi SOLO di bianco o nero, quando posso indossare un arcobaleno?!
A
lunedì!
domenica 12 luglio 2015
LA SINDROME DEL COBRA.
Parliamoci chiaro donne, la nostra
pesantezza a volte è paragonabile a quella di un caterpillar. Passiamo sui
corpi martoriati dei nostri uomini, come le macchine che asfaltano le strade,
riducendoli degli stracci, delle “mappine” che non possiedono più un motivo
nello stare al mondo.
C'è una roba che molte, moltissime donne
(quasi tutte in verità) non hanno purtroppo ancora compreso, e cioè che gli
uomini sono persone semplici. Il loro elettroencefalogramma equivale ad una
riga piatta, continua, che produce sempre lo stesso suono. Il nostro, sembra un
paesaggio di montagna, fatto di cime, picchi, vallate, risalite, e chi più ne
ha, più ne metta. Pertanto, c'è una sola cosa da fare per instaurare con loro
un rapporto eccellente, E CIOE', NON CAGARGLI IL CAZZO. Semplicemente,
direttamente, senza mezzi termini.
Per il cervello omoide la nostra voce è
musica da rave continua, penetrante nelle orecchie come un concerto dei
Megadeth in un asilo nido. Il 90% delle frasi che noi donne pronunciamo, non
viene recepita da loro, perché la nostra maniera di esporle è continua,
fastidiosa, martellante. Gli uomini non parlano, agiscono. Le donne agiscono,
ma solo dopo aver parlato abbondantemente.
Sta a noi comprendere l'importanza del
silenzio, dei momenti in cui loro vorrebbero vedere solo il nostro sorriso
esplodere sulle labbra, senza che esso sia accompagnato da labiali rumorosi.
L'uomo non è come noi: il suo cervello non può recepire tutte le informazioni
che noi a raffica, come un cannone, gli propiniamo.
Ad esempio a letto, prima di un
"incontro", l'uomo non ha bisogno di parole, o meglio, non vuole
sentirne. In quel momento la sua mente si offusca, la lampadina del
testosterone comincia a lampeggiare, e i suoi occhi iniziano a vedere solo
tette, culo, corpo nudo, posizioni del kamasutra, e tutto il resto.
Non conosco il motivo per il quale certe
donne si impegnino a creare un senso di frustrazione nei propri uomini, torturandoli.
Forse pensano che parlando e inondandoli di nozioni, loro le rispetteranno di
più. Ecco, le donne credono di avere il controllo degli uomini sparando come un
kalashnikov nelle loro teste, e si lamentano che se chiedono loro una sola
volta di fare una lavatrice, quelli non obbediranno, e se invece glielo
chiedono cento volte al minuto con una voce scocciata, petulante e antipatica,
loro faranno partire la lavatrice con un bel sorriso stampato in faccia. NIENTE
DI PIU' SBAGLIATO: se ci vogliono trenta secondi per far girare il culo ad una
donna, ce ne vorranno circa venti di più a farlo girare ad un uomo, e mentre
noi siamo individui dotati di una pazienza unica, che ci consente di diventare
inesauribili di fronte ai loro errori, loro si straniscono facilissimamente,
quasi sedutastante, e automaticamente, ai loro occhi, non siamo più le dolci
bamboline sorridenti che hanno deciso di mettersi accanto, bensì, dei cobra da
cui difendersi.
Ma effettivamente la sindrome del cobra
è sintomatica di ognuna di noi, e tanti sono i fattori dai quali dipende, primo
tra tutti, il disagio ormonale che di tanto in tanto ci troviamo a vivere, e
che non frena la nostra ira invereconda nella maniera più assoluta, anzi, la
aumenta.
Uccidiamo i nostri rapporti
gratuitamente, induciamo i nostri uomini a pensare al tradimento anche quando a
loro non balenava nemmeno per l'anticamera del cervello, e sapete perchè?
Perchè siamo (anzi, siete!) pesantissime. Perchè vivete nella convinzione che
un uomo non sia il dolce compagno da tenere accanto e da stimolare, bensì il
bastone che vi sorreggerà dalle vostre insicurezze. Lo vedete non come colui
con il quale giocare la vostra partita da alleati, ma come lo sfidante da
temere.
E' vero, ci sono uomini difficili da
gestire, che non capiscono assolutamente nulla di ciò che gli stiamo chiedendo,
che non ascoltano, che mettono il loro ego a volte anche prima della famiglia e
dei figli. Tuttavia dimenticate che la perfezione esista, E SOPRATTUTTO,
DIMENTICATE CHE L'UOMO CHE AVETE CONOSCIUTO (E DECISO DI METTERVI ACCANTO)
CAMBIERA', MIGLIORERA', COMPRENDERA', VI PARLERA', VI ASCOLTERA' E CI SARA'.
SE L'UOMO CHE AVETE SCELTO NON VI HA MAI
COMPRESE, NON VI HA MAI PARLATO, NON VI HA MAI ASCOLTATE, E NON C'E' MAI STATO,
CON LA VOSTRA UNIONE, LA SUA INDOLE NON POTRA' FARE ALTRO CHE PEGGIORARE.
E questo non perchè Mia Martini in una vecchia canzone si sgolava per
farci capire che gli uomini non cambiano, BENSI' PERCHE' NON E' GIUSTO NE'
CORRETTO, MODIFICARE IL CARATTERE E L'INDOLE DI QUALCUNO.
Donne, gli uomini sono animali semplici
e non diventeranno mai "complicati" come noi. Volete essere
rassicurate da loro? C'è un'unica maniera: smettere di rompergli i coglioni!
domenica 5 luglio 2015
LOVE WINS.
Durante tutta questa settimana ho avuto diverse discussioni con tante persone. Sapete perché? Discutevo con tutti coloro che capitavano sulla mia strada e si dichiaravano contro il matrimonio tra omosessuali.
Esiste un motivo preciso per il quale da sempre mi schiero a favore degli omosessuali, ed è un motivo semplicissimo. Perché gli omosessuali sono persone come me, e in quanto tali (in quanto esseri umani) è assolutamente sacrosanto che possiedano tutti i diritti che costituzionalmente possiedo anch’io. Voglio dire, dove è la differenza tra me e chi ha una preferenza diversa dalla mia?
Non ho mai amato fare propaganda, non ho mai amato l’estremizzazione e l’ostentazione, ma quella gay non mi disturba. Non mi disturbano le sfilate, non mi disturba un abbigliamento un poco “fuori dalle righe”, e questo perché ho sempre adorato la piena libertà dell’agire, e quando sento chi si schiera contro certe “manifestazioni colorite”, etichettandole come ostentatrici, penso a tutta la comune ostentazione di cattiveria che ogni giorno ognuno di noi subisce. Subiamo ostentazioni di cattiveria gratuita sui posti di lavoro, nelle scuole, sui mezzi pubblici, da amici e anche da parenti, eppure il problema di certa gente è l’ostentazione “del colore e del folklore”.
Io penso che gli omosessuali (uomini e donne) nel tempo abbiano subito tanto la loro condizione di non accettazione da parte del mondo intero, così ho provato a mettermi nei loro panni, pensando a come mi sarei sentita io, SE L’AMORE (CHE RAPPRESENTA UN ELEMENTO SIGNIFICATIVO NELLE NOSTRE VITE), mi fosse stato negato. Ecco, vorrei che tutti gli etero che mi stanno leggendo in questo momento (soprattutto quelli con cui ho avuto di che discutere in questa settimana) si mettessero nei panni di una donna o di un uomo omosessuale. Provate a pensare che la vostra “passione”, ciò che tutto muove, vi venisse negato costituzionalmente, perché voi e pochi altri foste ritenuti improvvisamente "anormali", e in quanto tali, senza diritti. Mettiamo che a questo mondo, ad essere considerati malati, anormali, fuori luogo, fossimo noi etero, e mettiamo chessò, che la donna o l’uomo che amate, non possa vivere il vostro amore con voi, semplicemente perché normalmente le cose sono sempre girate per un altro verso. Proviamo a rovesciare i ruoli per un momento, e a pensare a come sarebbero le vite di noi etero, se la negazione dell'amore e della libertà fosse applicata su di noi.
Mettiamo che il vostro primo bacio dato per la strada, non fosse accettato dal resto del mondo, perché ritenuto “non consono”. Mettiamo che vi fosse negato uno degli scambi di energia più potenti tra due persone, e cioè, camminare mano nella mano con la persona che amate. Mettiamo che vi venisse impedito di coronare il vostro sogno d’amore e la vostra promessa di vita, perché nel paese in cui vivete, fosse considerato “di cattivo gusto”. Oppure andiamo un po’ più a fondo: mettiamo che vi venissero negati dei diritti e dei doveri fondamentali che per legge dovreste avere nei confronti della persona che scegliete di avere accanto. Quando si decide di ufficializzare un’unione, è prima di tutto per amore, ma anche perché quell’unione sancisce dei diritti fondamentali che ogni essere umano possiede. Immaginate che la persona che amate (e che la legge vi ha impedito di sposare) un giorno purtroppo scompaia, e che voi non abbiate più alcun diritto nemmeno su una casa che avete comprato insieme e messo su con il vostro comune intento. Immaginate che nel momento in cui la persona che amate scompare, VOI PER QUELLA PERSONA (E PER LA LEGGE) DIVENTATE AUTOMATICAMENTE NIENTE. Secondo la legge non potrete nemmeno decidere dove lasciar riposare il suo corpo, perché voi, per quella persona non rappresentate assolutamente più nulla. Ritengo doveroso (tra l'altro) sottolineare come tutto questo, nel nostro paese, valga anche per le coppie etero, che per una loro personale ragione decidono di non sposarsi mai.
Vado avanti...
Immaginate che per secoli il mondo vi abbia chiesto di tenere nascosta la vostra “condizione” perché questa vostra “condizione”, questo vostro modo di essere e di “concepire”, venga considerato fuori dalla norma. Mettiamo che la tendenza generale delle persone nel tempo, sia quella di considerarvi anormali, stravaganti, e che in qualche raro caso, qualcuno vi dica pure che siete malati, e che la vostra malattia vi porterà alla rovina, e che invece voi sappiate di essere assolutamente in voi, di essere felici a vostro modo, anche se tutto il mondo sta sempre li’ a ricordarvi che qualcosa in voi non va. C’è persino qualcuno che suggerisce di curarvi per diventare come tutti gli altri, per farvi tornare alla maniera di amare e di "concepire" di quando eravate nati.
Così come ho fatto per tutta questa settimana dal vivo, discutendo con chi era contrario alla legge americana, attraverso queste pagine, sposerò per sempre la stessa causa, e cioè quella di sensibilizzare qualcuna delle persone con cui ho discusso. Mettetevi nei panni di chi per tanto tempo ha subito (e continua a subire) le angherie di tutti quelli che non amano le diversità (e sono ancora tanti!). Pensate a come sarebbe molto più difficile la vostra vita se veniste gratuitamente privati di qualcosa di fondamentale per voi, che vi costringesse a vivere una vita che vi schiaccia.
Ecco, questa settimana ho voluto scrivere un post diverso, perché questo blog parla d’amore, e l’amore è di tutti. E il diritto all’amore, pure. Buona settimana.
sabato 27 giugno 2015
BLIND DATES...
Dopo l’avvento di internet niente è stato più come prima. Se ci siamo smarriti e non troviamo più la strada, accendiamo il navigatore e ci lasciamo condurre alla nostra meta dalla rete. Se al mattino svegliandoci abbiamo bisogno di una frase di pensiero positivo per iniziare bene la giornata, apriamo Google ed ecco pronta una mappa di pensieri per aiutarci ad affrontare positivamente le nostre paturnie quotidiane. Se vogliamo acquistare qualcosa ad un prezzo conveniente, in rete possiamo talvolta dimezzare i costi. Insomma, la rete ha completamente cambiato le nostre vite; qualcuno osa dire che le ha migliorate. Per dire il mio pensiero a riguardo, mi ci vorrebbe un altro post, quindi in questa sede mi limiterò ad andare oltre.
Era inevitabile dunque, che internet modificasse anche le nostre vite “relazional-sentimentali” e ci propinasse delle nuove modalità di approccio e conoscenza che prevedono l’introduzione del monitor in sostituzione al guardarsi negli occhi. Confessatelo pure: quanti di voi, almeno una volta hanno conosciuto una persona attraverso una chat? Le chat hanno rappresentato forse, le nuove modalità di approccio per eccellenza. Che io ricordi, nessuno ha mai avuto remore nell’utilizzarle, anzi! L’avvento della chat nelle nostre vite ha avuto un successo strepitoso, dovuto anche al fatto che conoscersi attraverso un monitor, ha conferito da sempre un velo di mistero che ne ha confermato il successo. Forse le donne all’inizio si erano poste un po’ negativamente nei confronti di questa modalità, ma alla fine, se erano singles, in un mondo in cui statisticamente esiste un uomo per ogni sette donne, tanto valeva buttarsi a capofitto come in una tonnara!!! Nella vita reale è talmente un’utopia conoscerne uno che abbia tutte le carte in regola guardandolo negli occhi, che utilizzare una enorme banca dati come internet, poteva essere una buona idea anche per noi donne.
E tuttavia il mondo di internet, oltre ad essere un enorme contenitore all’interno del quale si può trovare veramente di tutto, è anche un posto molto pericoloso, perché in rete tutti vendono tutto, e la merce di scambio purtroppo è falsata, finta, o come si userebbe dire nel gergo fotografico, “photoshoppata”.
Se i chirurghi plastici oggi come oggi non possono ancora compiere dei miracoli, la tecnologia arriva oltre, li’ dove la medicina non può osare. Il web pullula di personaggi che si sono creati doppie vite e personalità atomiche, ma soprattutto, milioni sono coloro che si sono “ritoccati”. Pensateci: Instagram ad esempio è uno “scempio di rifatti”. Su Instagram non sono belle solo le persone, ma persino i luoghi, i paesaggi, gli oggetti. Instagram consente di fotografare una semplice mela e di metterla in rete, ma solo dopo averla prima resa splendida agli occhi di chi guarda. Cosi’ come lo fa con una mela, Instagram rende splendide anche le persone.
Ho visto gente su Facebook crearsi dei profili apposta per la difficile attività del rimorchio. Ormai non si usa più postare una foto semplice, “naturale”, che parli della vera essenza di se’. Ora la gente prima di mostrare come è veramente, prova a “vincere” con un’immagine non veritiera. Nella maggior parte dei casi, dietro i profili “truccati”, si nascondono persone “fintamente vere”: gente che non pensa affatto le cose che scrive, oltre a mostrarsi eccessivamente bella.
Fa parte delle teoria narcisista che caratterizza molti di noi: io stessa ho messo come foto profilo, una in cui sono un po’ più carina. Questo però non significa che se mi incontri per strada, fai fatica a riconoscermi.
Invece in rete ci sono quei muscoli che mancano nella vita di tutti i giorni, quei denti bianchi che normalmente sono un po’ ingialliti, quelle labbra un po’ più gonfie e quelle tette che non possiamo permetterci di rifare. Il tutto condito da cieli sempre più blu e da mari da copertina. Finti. Tutti rigorosamente finti.
Quando avevo venticinque anni, per un breve periodo, tanto per divertirmi, ho avuto qualche incontro al buio dopo aver chattato con qualche sfigato. Il risultato era che queste persone erano degli sfigati veri: non solo non avevano arte ne’ parte da un punto di vista concettuale, ma erano anche veramente molto brutti. Alcuni di loro puzzavano. Altri avevano l’alito pesante.
Ho smesso di avere appuntamenti al buio (cercando un po’ di sano divertimento) per ovvi motivi: niente era davvero come sembrava. Sono durata in chat solo qualche settimana. Poi la fuga. Ho ricominciato a guardare le persone negli occhi, a fidarmi delle sensazioni e ad assaporarne gli odori e i sapori. Se c’è una cosa di cui davvero mi fido in una relazione, quella cosa sono i feromoni.
Le chat le lascio a tutti coloro che hanno difficoltà di approccio: da quel punto di vista, non me la sento di giudicare.a lunedì prossimo!
domenica 21 giugno 2015
LA SINDROME DEL MANDOLINO.
Almeno
una volta nella vita ognuno di noi ne è stato colpito. Molti di noi più e più
volte. Molti di noi, regolarmente e sistematicamente. La sindrome da mandolino
è una brutta bestia. Una di quelle cose che ha parecchio a che fare con la
nostalgia, con i ritorni al passato, con le crisi da “come sarebbe stato se…”.
Qualche
giorno fa due amiche parlavano reciprocamente delle proprie vicende
sentimentali. Diciamo che una ne parlava più dell’altra. Con una certa
decisione ribadiva un concetto tipo “con lui è finita, stavolta per sempre.
Però – aggiungeva – io penso continuamente a lui, e il mio desiderio più
profondo, nonostante tutto, è che lui torni da me”.
Funziona
così nel novanta per cento dei casi: una storia finisce, uno dei due per
ragioni di orgoglio (o semplicemente perché tenta di preservarsi da una
eventuale sofferenza) dice all’altro di sparire, di uscire dalla sua vita, di
non farsi mai più vedere né sentire. Quante volte sarà capitato? Trenta,
quaranta ultimatum con relativa scena da film fatta di urla e di frasi
pronunciate con convinzione. Passa il tempo: i dissapori si dissolvono, ci si
pente delle cose dette, di quelle non dette, dei gesti non compiuti. Si medita
il ritorno sui propri passi, ed infine, in una maniera o nell’altra, ci si rifà
vivi con la persona con la quale eravamo sicuri di voler chiudere. QUESTA E’ LA
SINDROME DEL MANDOLINO: DOVETE IMMAGINARLA IN UNA MANIERA UN PO’ RIDANCIANA E
IRONICA, COME UNA SCENA IN CUI DOPO ESSERSENE DETTE DI TUTTI I COLORI E ESSERSI
CHIESTI DI ANDARSENE VIA PER SEMPRE, SI IMPUGNA UN MANDOLINO E SI VA SOTTO LA
FINESTRA DELL’ALTRO, A CANTARE UNA CANZONE PER CONVINCERLO/LA A TORNARE. La
sindrome del mandolino: ovvero, intimare ad una persona di sparire dalla nostra
vita, e pregare Iddio che ritorni il prima possibile perché senza di lei/lui ci
manca quasi un braccio.
Non
è importante se si è uomini o donne: la crisi del mandolino colpisce un po’
tutti, e le metodologie di ri-approccio sono le più svariate. Si utilizzano i
social network per rifarsi vivi, oppure (se si ha veramente molto coraggio) si
prende in mano il telefono, si riesuma dai cassetti nascosti quel numero di
telefono che avevamo cancellato dalla nostra rubrica giusto per non cadere
nella tentazione continua di richiamarlo, e si compone quel numero, sapendo già
che comunque andranno le cose, dalla conversazione che ne seguirà, dipenderà la
nostra rovina.
In
taluni casi, la sindrome del mandolino non prevede necessariamente che siamo
noi ad andare sotto casa dell’altro a suonargli la nostra canzone preferita. A
volte a tornare sono “gli altri”, e noi, ben contenti che abbiano deciso di
farlo, siamo pronti a riaprirgli le porte del cuore… e non solo quelle.
Dal
punto di vista psicologico e morale, la sindrome del mandolino è quella “malattia”
che precede alla nostra auto-distruzione. Infatti, se viviamo sperando che la
persona con cui abbiamo chiuso torni nelle nostre vite, ci stiamo
automaticamente scavando la fossa da soli. Noi lo sappiamo che l’altra persona
è il male, il male assoluto da cui fuggire e da cui liberarsi, però, nonostante
tutto, per uno strano meccanismo di sfida con noi stessi (che giustifichiamo in
maniera palese con la parola amore), accettiamo e anzi, speriamo che torni.
E
sperando, a volte nella sofferenza ci mettiamo a ripercorrere quelle strade in
cui potremmo incontrarci, quei posti che magari un tempo frequentavamo insieme,
quelle situazioni in cui non possiamo sfuggire. Perché possiamo sfuggire a ciò
che diciamo agli altri, a ciò che falsamente raccontiamo a noi stessi, possiamo
mentire dicendo che nella nostra vita ci meritiamo di meglio, qualcuno che non
ci provochi sofferenza, qualcuno che non ci faccia piangere e che non distrugga
gratuitamente le nostre vite...
…ma
ciò che davvero vorremmo è solo un suo ritorno.
…anche
se sbagliato, anche se senza un senso.
PERO’ (e badate bene che questa settimana finisco con
un PERO’) non credete nei ritorni: la sindrome del mandolino è come la febbre.
Si abbassa quando riusciamo a debellare il virus.A lunedì
sabato 13 giugno 2015
GLI UOMINI PREFERISCONO "LE SIGNORINE".
A
quanto pare il mestiere più antico del mondo è ancora oggi uno dei più
gettonati, al punto che, in era di recessione, talvolta ironizzando, tra donne
oneste e lavoratrici, si riflette riguardo al guadagno maggiorato che si
potrebbe ottenere attraverso “altre metodologie che esulano dal normale lavoro”.
Eppure
se il mestiere più antico del mondo non subisce alcuna inflessione, vorrà pur
dire che gli uomini colpiti dalla crisi economica, rinunciano a tutto, tranne
che al sesso a pagamento. Lungi da me il voler fare in questo post degli
inutili “j’accuse” che non collimano nel modo più assoluto col mio senso del
pudore. Dal canto mio ho sempre creduto nella piena libertà delle azioni, e se
andare a mignotte (scusate il francesismo), è lo sport nazionale più praticato,
io non starò certo qui a fare del facile moralismo.
Però
la riflessione parte da una conversazione con un uomo. Curiosa, una sera come
tante, gli chiedo se ha mai pagato una donna in cambio di prestazioni sessuali.
La risposta è ovviamente “no”. Lasciatemelo dire, non si sa com’è, le puttane
sulle strade aumentano sempre di più, però quando chiedi agli uomini se “le
frequentano”, o se le hanno mai “frequentate”, guarda caso, nessuno ha mai
avuto il piacere. Misteri… eh vabbè… comunque, a sentire gli uomini, nessuno di
loro (apparentemente) ha mai pagato una donna nella sua vita. Eppure la realtà
è ben diversa. Tuttavia la domanda è “perché un uomo sceglie di pagare una
donna in cambio di prestazioni sessuali?”. Voglio dire, esistono anche donne
mature che pagano uomini un po’ più giovani di loro per “godere di qualche ora
di compagnia”, ma parliamoci chiaro, la pratica in questione è di sicuro molto
più diffusa tra gli uomini.
A
parte le prime risposte realistiche e cioè, che non tutti gli uomini nella loro
vita hanno facilità ad intraprendere rapporti con il genere femminile, oppure,
che non tutti gli uomini sposati o accoppiati ufficialmente, fanno sesso nei
loro letti con le loro compagne (e quindi talvolta preferiscono ricorrere alla
compagnia di una “donnina”), LA MIA DOMANDA E’ RIVOLTA A TUTTI COLORO CHE
IPOTETICAMENTE POTREBBERO AVERE UNA NORMALE VITA RELAZIONALE CON UNA DONNA, E
INVECE DECIDONO DI PAGARE UNA SCONOSCIUTA.
PERCHE’
GLI UOMINI (CHESSO’, BELLOCCI, CHE COMUNQUE FANNO UN LAVORO NORMALE E
POSSIEDONO UNO STIPENDIO NORMALE) ANZICHE’ USCIRE PER ANDARE A CONOSCERE UNA
DONNA CON LA QUALE IN FUTURO RELAZIONARSI (ANCHE) SESSUALMENTE, PREFERISCONO
PAGARNE UNA CHE IL SESSO LO FA PER MESTIERE? La risposta degli uomini
“intervistati” è inquietante: taluni sostengono che molti uomini traggono
maggiore piacere a “schiavizzare” una donna dal punto di vista economico e
fisico… e fin qui, siamo decisamente in linea con le normali patologie
possedute dalla maggior parte del genere umano (delle quali eviteremo di
discorrere in questa sede). ALTRI INVECE, PREFERISCONO IL SESSO A PAGAMENTO
PROPRIO PERCHE’ E’ MENO IMPEGNATIVO, E SOPRATTUTTO PERCHE’ IN UNA QUALCHE
MANIERA, NON PREVEDE UN RIFIUTO. L’UOMO CHE PAGA PRETENDE UNA PRESTAZIONE, E LA
AVRA’.
Ci
troviamo quindi di fronte a dei veri e propri casi di “indolenza maschile”: in
pratica l’uomo medio che va a mignotte e che magari è anche simpatico,
piacente, brillante, e sarebbe pure capace di rimorchiare una donna in un locale
qualsiasi, IN REALTA’ NON AVREBBE VOGLIA DI FARLO!!! Ma certo! Troppe perdite
di tempo! Voglio dire, ma volete mettere che quando si prova a conoscere una
donna in un locale o magari in un gruppo di amici, si deve perdere tempo perché
quella farà di sicuro l’acida, si metterà là col grugno di una che non vuole
conoscere nessuno e non vuole rotture di palle, avrà scritto in fronte un
“vaffanculo” grande quanto una casa, e in generale, al pensiero di provare a
conoscerla, all’uomo verrà di sicuro la paura di prendere un granchio?
Volete
mettere poi, nel remoto caso che la donna in questione si dichiari disponibile
ad una conoscenza, tutto ciò che ne viene successivamente? E il corteggiamento.
E i messaggini. E le telefonate all’interno delle quali l’uomo (per
conquistarla) deve fingere assolutamente di essere quello che non è, facendole
credere chesso’, di essere un “Rockfeller de’ Noantri”, quando magari non ha un
euro manco per piangere?!
E
volete mettere che se lei crede a lui durante tutta la fase del corteggiamento,
poi lui dovrà invitarla, nell’ordine: a bere un drink, a prendere un caffè, ad
un aperitivo, ad una cena, ad una giornata a cavallo (ho detto “a cavallo!!!”,
non quello che tutti avete pensato!!!), ad una gita fuori porta, al cinema, a
mangiare una pizza, a cena fuori… EBBENE, SOMMATE TUTTE QUESTE ATTIVITA’ DA UN
PUNTO DI VISTA ECONOMICO, E COSA ABBIAMO? ABBIAMO UN SACCO DI SOLDI SPESI IN
COMPAGNIA DI UNA CHE PARLERA’, PARLERA’ PARLERA’ (E QUINDI VORRA’ ANCHE ESSERE
ASCOLTATA), CHE PROBABILMENTE LA SMOLLERA’ SENZA DUBBIO DOPO CIRCA TRE
SETTIMANE (SE TUTTO VA BENE, UN MESE!!!).
Certo,
esistono anche quelle che la smollano la prima sera dopo il primo drink per il
puro piacere di fare sesso, e allora così l’operazione non costa fatica né
danaro. Ma provate a pensare al trend generale di noi donne “italiche”, che
ancora nel 2015, crediamo che darla le prime sere non sia cosa buona e giusta. Sono
in molte a credere che poi gli uomini si facciano una cattiva opinione di loro,
non le amino per quelle che sono, non le guardino mai negli occhi (ma sempre
solo il culo e le tette), e bla, bla, bla e ancora bla!
A
tutti questi “problemi” e perdite di tempo inutili, gli uomini che non hanno
problemi relazionali con l’altro sesso, che sono magari anche piacenti e
brillanti, PREFERISCONO TRISTEMENTE APRIRE IL WEB E TROVARE UNA VELOCE DONNA A
PAGAMENTO. Che poi, parliamoci chiaro, il sesso a pagamento non implica nemmeno
un coinvolgimento emotivo: vai, scegli, fai, paghi, e dopo, chi s’è visto, s’è
visto. Non quelle “lagne” da dopo sesso, in cui le donne iniziano a porre
domande e dopo la prima volta si fanno già i film e iniziano ad aspettarsi una
relazione. Eh si, perché oltre alla fase preliminare al farsela smollare,
l’uomo ha problematiche serie soprattutto con la fase post sesso, che è poi
quella fase in cui lui, dopo essersi “svuotato” vorrebbe solo sparire nel
nulla, eclissarsi, non richiamarla mai più, o al massimo richiamarla
all’occorrenza dopo qualche settimana, quando una nuova esigenza fisica, verrà
a bussare alla porta.
Insomma,
il sesso a pagamento è una pratica molto più veloce, sbrigativa, e dalla quale
trarre meno aspettative e meno impegno per la maggior parte degli uomini
“normali” (dove con “normali” si indicano tutti coloro che potrebbero
tranquillamente conoscere una donna in un locale o in gruppo di amici, e
normalmente rimorchiarla e decidere di conoscerla meglio).
Il
sesso a pagamento è veloce, sicuro, indolore, e privo di sentimenti. Più o meno
tutto ciò che un uomo indolente e che non cerca impegni in ambito sentimentale,
desidera.
Uomini,
dimenticate le serate a cena a far finta di essere brillanti con davanti una che
ve la smollerà dopo mille fatiche: accendete il pc, sceglietene una
abbordabile, andateci, pagate, e via, problema risolto.
Che
ne è di tutte quelle belle situazioni in cui il flirt e il corteggiamento
iniziale la facevano da padroni, e conoscere una donna, e provarci con lei era
bello ed intrigante? Che ne è della bellezza del conoscersi e scoprirsi anche e
soprattutto da un punto di vista fisico che rappresenterà il collante di una
storia?
Bando
alle ciance! Cupido è volato via con un battito d’ali. Restare gli sarebbe
costato troppa fatica!
A
lunedì prossimo!
domenica 7 giugno 2015
IF I WERE A BOY...
Qualche
sera fa, di ritorno da una “nottata brava” tra amiche, mentre sfrecciavo al
Muro Torto con la mia Smart, alla radio hanno passato una canzone di Beyoncè
che non ascoltavo da tempo. Si intitola “If I were a boy”, e sinceramente dopo
un aperitivo e qualche shot con relativo cocktail a Trastevere, ci stava tutta.
Al semaforo di fronte alla biblioteca Nazionale, ho alzato il volume, abbassato
il vetro, e l’ho ascoltata tutta, mentre in mente mi auto-traducevo il testo.
Era una bella serata di fine maggio, di quelle che puoi già uscire con i
sandali aperti. L’aria era mite, l’estate era praticamente alle porte.
Ho
pensato che noi donne eravamo stufe. Eravamo stufe noi quattro quella sera,
quando – come tante sere – abbiamo deciso di uscire e non pensare più alle cose
tristi, al passato, agli amori finiti, a ciò che ancora PENSAVAMO DI AVERE DA
DIRE ai nostri amori finiti. Ho pensato che la soluzione NON E’ SEMPRE,
NECESSARIAMENTE, DIRE. Talvolta si può non dire. Anzi, talvolta SI DEVE non
dire, perché qualcosa che è finito, non ritornerà.
Ho
pensato che una vera e propria seconda rivoluzione femminile fosse in corso, e
non solo quella sera tra noi quattro, bensì più in generale, CHE UNA VERA E
PROPRIA SECONDA RIVOLUZIONE FEMMINILE, AVVENISSE IN QUESTO PRECISO MOMENTO
STORICO TRA MOLTE DONNE. La seconda rivoluzione femminile delle donne del 2015,
prevede che le donne abbiano deciso di comportarsi come gli uomini. Nella prima
rivoluzione femminile dei tardi anni ’60, le donne stabilivano di voler essere
equiparate agli uomini. DURANTE LA RIVOLUZIONE FEMMINILE DEGLI ANNI 2000, LE
DONNE HANNO CAPITO CHE NON HA SENSO ESSERE EQUIPARATE AGLI UOMINI, MA CHE CI SI
PUO’ COMPORTARE COME LORO MANTENENDO UNA CONSAPEVOLEZZA DI FEMMINILITA’. In
soldoni, mentre gli anni ’60 portavano all’estremizzazione del lesbismo, LE
DONNE DEL 2000, A DIVENTARE LESBICHE NON CI PENSANO NEMMENO: BENSI’ RAGIONANO
DA DONNE, MA AGISCONO DA UOMINI.
Uno
dei preludi della nostra seconda rivoluzione femminile ad esempio, è stato
l’avvento del trombamico, una figura niente affatto che mitologica, che pian
pianino abbiamo lasciato entrare nelle nostre vite grazie alla disillusione. È
finita l’era in cui il futuro si misura con i passi che percorriamo nelle
navate centrali delle chiese indossando l’abito bianco. Il matrimonio oggi non
è più una necessità impellente per molte di noi, anzi! Coloro che lo scampano,
sono libere! Libere di guardarsi intorno CON INTELLIGENZA, scegliendo gli
uomini NON PIU’ SOLO CON L’AMORE COME METRO DI VALUTAZIONE, BENSI’ CON
L’INTERESSE. Storia vecchia quanto il mondo, direte voi: “voi donne siete tutte
“veline”. Scegliete gli uomini in base al loro CUD”. ANCHE, MIEI CARI. MA NON
SOLO. LA VERA RIVOLUZIONE INFATTI, STA PROPRIO NEL FATTO DI ESSERE DIVENUTE
INDIPENDENTI (PRIMA DI TUTTO) CON SE’ STESSE E PER SE’ STESSE, E POI, COSI’,
TANTO PER STARE TRANQUILLE, DI SCEGLIERE GLI UOMINI IN BASE A TANTE
CARATTERISTICHE, TRA LE QUALI, CERTAMENTE ANCHE IL LATO ECONOMICO. MA QUESTO
NON PERCHE’ NON SAPPIAMO BASTARE A NOI STESSE, BENSI’ PERCHE’ ABBIAMO IMPARATO
SULLA NOSTRA REALISTICA PELLE, CHE LA COMUNIONE DEI BENI NON FUNZIONA, CHE SE
SI VA A VIVERE INSIEME MA OGNUNO CONTINUA A PAGARE L’AFFITTO DI CASA PROPRIA,
UN GIORNO SI RINGRAZIERA’ IL CIELO DI POTER AVERE LA PROPRIA TANA IN CUI
TORNARE. UOMINI, E’ FINITO IL TEMPO IN CUI LE DONNE VI TROVAVANO AFFIDABILI
PERCHE’ COMPRAVATE UNA CASA DOVE CI SI VIVEVA IN DUE, IN STILE “DUE CUORI E UNA
CAPANNA”. OGGI LE DONNE COMPRANO UNA CASA TUTTA PER LORO, PER LA QUALE PAGANO
UN MUTUO, E NELLA QUALE TORNERANNO QUANDO CONSAPEVOLMENTE SAPRANNO CHE L’AMORE
SARA’ FINITO, E CHE L’ESSERE PREVIDENTI LE AVRA’ SALVATE, PERCHE’ AVRANNO
SEMPRE IL LORO POSTO IN CUI STARE, INDIPENDENTEMENTE DAL FATTO CHE L’AMORE SIA
ANDATO A FARSI FRIGGERE.
È
finito il tempo in cui una sera qualsiasi di inizio estate, passeggiando per
Trastevere con un cocktail in una mano, sceglievate quella da “rimorchiare
romanticamente” per poi portarvela a letto. Oggi, nell’80% dei casi, sono le donne
che scelgono l’uomo da portarsi a letto passeggiando per Trastevere. E per
farlo, non hanno bisogno nemmeno di tanto romanticismo. Anzi, se dopo
l’incontro ravvicinato a casa nostra, ci fate la cortesia di gettarci via
l’immondizia, ve ne saremo pure grate. Se porterete fuori le chiappe da casa
nostra e dal terrazzo di casa nostra, e vi vedremo allontanarvi con in mano la
nostra busta di immondizia, allora forse, potreste essere gli uomini ideali. E
si, ok, il giorno dopo ci piacerebbe un messaggino per essere cercate, ma non
moriremo senza, state tranquilli!
Oppure
chessò, le storie extra-coniugali: una volta c’erano eserciti di donne-amanti
che speravano che gli uomini che giuravano di non amare più le proprie mogli,
un giorno le lasciassero per stare con loro: ECCO, OGGI LE DONNE DEL 2015,
NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, SCELGONO DI NON FARE LE AMANTI, E SE PROPRIO
DECIDONO DI FARLO, E’ PER MERO DIVERTIMENTO, PERCHE’ ESSERE REALISTE NON VUOL
DIRE ESSERE ILLUSE (O DISILLUSE). Noi oggi facciamo le amanti SOLO se gli
uomini sposati o impegnati coi quali decidiamo di uscire, ci giurano che non
lasceranno le proprie mogli per noi. Perché le mogli a casa sono un peso DI CUI
NON VOGLIAMO SAPERE ASSOLUTAMENTE NULLA. Tutto ciò che vogliamo sapere noi, è
che l’errore di sposarvi LO AVETE FATTO VOI, NON NOI INSIEME A VOI. SE VI SIETE
SPOSATI (O IMPEGNATI) E NON SIETE FELICI CON LE VOSTRE DONNE, A NOI NON
INTERESSA. NON CI INTERESSANO LE PROMESSE CHE LE LASCERETE, NON CI INTERESSA
SAPERE SE CON LORO ANDATE A LETTO DA DIO (LO SAPPIAMO GIA’ CHE CON LORO NON CI
SCOPATE COME CI SCOPATE CON NOI), E IN BASE A CIO’, ANDIAMO AVANTI, AUMENTANDO
LA DISILLUSIONE RIGUARDO AD UN SENTIMENTO A CUI NON CREDIAMO PIU’, E DI PARI
PASSO, ANCHE LA NOSTRA CONSAPEVOLEZZA.
Se
avete scelto una donna scema e priva di contenuti, non staremo lì ad aspettare
che ve ne accorgiate. La donna scema e priva di contenuti fa parte del vostro
scarso coraggio nello stare al mondo, E LO SCARSO CORAGGIO (O L’ASSENZA DI
PALLE) NON E’ QUALCOSA CON LA QUALE NOI VOGLIAMO AVERE A CHE FARE.
Le
donne del 2015 non vogliono essere voi. Vogliono essere di più. Qualcosa di
totalmente avanti.
Noi
non abbiamo bisogno di essere come voi uomini. Noi possiamo comportarci come
voi, rimanendo comunque sempre donne: non lesbiche, non sole, non con un ex al
quale abbiamo occupato la casa in cui viviamo e per la quale è solo lui a
pagare il mutuo o l’affitto, BENSI’ INDIPENDENTI. Noi, rimarremo a dormire da
voi una sera, il giorno dopo avremo piacere di camminarvi a fianco per le vie di
Roma, di ridere con voi, di sorridervi, ma la sera dopo torneremo nel nostro
letto, quello per il quale ogni giorno sudiamo e paghiamo col nostro lavoro.
Le
mantenute, le furbe, le fighe lesse, le gattemorte, esistono ancora. Certo che
esistono. SONO QUELLE CHE LASCIAMO AI MENO CORAGGIOSI. NOI VOGLIAMO UN UOMO CON
DUE PALLE COSI’, CAPACE DI RISPETTARCI MA ANCHE DI LASCIARCI LIBERE, CAMMINANDO
AL NOSTRO FIANCO, E NON UN PASSO INDIETRO, NE’ UN PASSO AVANTI A NOI.
PARALLELAMENTE.
A
lunedi’ prossimo.
domenica 31 maggio 2015
KATY MOROSKY E UN HUBBEL QUALSIASI, COME CE NE SONO TANTI...
Sono
le due e mezzo del mattino, e sono seduta al “quattro e venti” con un amico che
mangio un panino con hamburger. L’ultima volta che sono stata al “quattro e
venti” è stato subito dopo una visita senologica: siccome avevo avuto notizie
positive, con la persona che mi aveva accompagnata decisi di festeggiare con un
bell’hamburger da duecentotrenta grammi. Dentro c’era di tutto, pure le olive
taggiasche: quando si mangia tanto, o si è molto felici, oppure lo si fa perché
si è molto tristi.
Sto
raccontando al mio amico che avrei preferito essere una donna più semplice. Più
lineare, più contestualizzata, più semplice da gestire, meno ribelle, senza la
passione per la scrittura e per “le denunce a foglio aperto”. Forse dovevo
nascere in una città di provincia, fare una vita stabile e stabilita, fare
sport due volte a settimana la sera, e trovarmi delle passioni comuni alla
maggior parte delle donne e degli uomini… chessò, la salsa e merengue…
Invece
sono nata “difficile”, decontestualizzata, INGESTIBILE (qualcuno ama dire che
sono una donna ingestibile. Io invece mi sono sempre sentita una “carciofa”
alla quale puoi raccontare ogni sorta di bugia e lei ti crede…). Sono nata
ribelle, con la passione per la scrittura e per le denunce che ti creano dei
nemici intorno. Sono nata a Roma, che come tutti ormai sappiamo bene, non è
mica Hollywood, però insomma, da lì a Cinecittà il passo è breve!!! Faccio una
vita instabile, senza progetti, non stabilita, con degli orari irregolari.
L’unico sport che pratico è il nuoto libero: io non mi ci vedo in mezzo a
quella massa di coglionazze che praticano acquagym, o zumba, o crossfit. Io amo
nuotare libera, e questa è un po’ una parafrasi della mia esistenza. Non sto
mai zitta, e soprattutto, detesto la salsa e merengue. Quando vedo la gente
ballare salsa e merengue o quelle robe tipo balli di gruppo, penso sempre “ma
guarda ‘sta massa di cerebrolesi uniformati: va di moda una cosa nelle
palestre, e tutti si iscrivono ed iniziano a praticarla…”. Io non faccio mai
niente che va di moda.
Katy
morosky era così, e nonostante io ami il suo personaggio e lo ritenga uno dei
personaggi femminili di maggiore ispirazione del cinema americano, SE POTESSI –
RIPETO – VORREI TANTO NON ESSERE COME LEI.
Almeno
una volta nella vita, soprattutto a conclusione di una storia d’amore, dovremmo
vedere tutte “COME ERAVAMO”, un film dei primi anni ’70 il cui regista era
Sidney Pollack. Perché dovremmo vederlo? APPUNTO PERCHE’ APPARTENIAMO AL POPOLO
DELLE DONNE COMPLICATE E DIFFICILI: QUELLE CHE, SE LA STRADA PIU’ SEMPLICE DA
PRENDERE E’ LI’ DI FRONTE A NOI, NOI SCEGLIAMO QUELLA PIU’ TORTUOSA (PERCHE’ LE
COSE SEMPLICI NON FANNO PROPRIO AL CASO NOSTRO). QUELLE CHE NELLA LORO
COMPLICANZA CI MORIRANNO DENTRO SENZA MAI RINSAVIRE, MENTRE UNA DONNA PIU’
SEMPLICE LE SOSTITUIRA’ IN UN BATTER D’OCCHIO. QUELLE CHE SE POTEVANO RENDERSI
LA VITA PIU’ FACILE, COGLIONANDO GLI UOMINI DALLA MATTINA ALLA SERA, PRENDENDO
TEMPO E “FACENDO MELINA”, HANNO DECISO DI AVERE TUTTO SUBITO, E NEL FARLO,
HANNO USATO GLI OCCHI E LE PAROLE PIU’ SINCERE DEL MONDO.
Hubbel
Gardiner in fondo era un uomo semplice, e Katy Morosky una donna troppo
impegnativa per lui. Lei guidava delle battaglie nel sociale e nella vita di
tutti i giorni, e lui avrebbe voluto vederla come tutte le altre donne, a fare
shopping per negozi o a cucinare, a tirare su dei figli. Ecco, Katy non aveva
la capacità di “incastrare” un uomo con la “GATTAMORTAGGINE” del cervello.
Preferiva farlo ragionare, un uomo. IL PROBLEMA ERA CHE HUBBEL DETESTAVA IL
RAGIONAMENTO. O MEGLIO, ALL’INIZIO NE ERA AFFASCINATO, POI PERO’ SAREBBE STATO
TROPPO PER UNO COME LUI.
Tuttavia
Katy amava Hubbel, eccome se lo amava! Lo amava talmente tanto che quando in
una scena (masochisticamente) gli chiede “perchè?” lui le risponde “tu sei
troppo…”, ed infatti, un minuto dopo, tira un pugno al muro, come a dire “cazzo
Katy, io ti adoro: sei dolce, gentile, intelligente, preparata, sexy. A letto
io e te siamo una bomba... eppure sei troppo, ed io preferisco una che sia
meno. E’ PIU’ SEMPLICE, SENTO CHE HO IL TEMPO DI PRENDERE LA VITA IN MANIERA
MENO IMPEGNATIVA.”
HUBBEL
DA’ UN PUGNO AL MURO PERCHE’ SA DI ESSERE UN PERFETTO COGLIONE, EPPURE IL SUO
RAGIONAMENTO HA UN SENSO: E’ COME DIRE “qui davanti ho un barattolo di Nutella
e uno di dolcificante dietetico. Ebbene, io scelgo di mangiarmi il dolcificante,
perché con la Nutella sarei destinato ad ingrassare”. HUBBEL LE HA DETTO UNA
FRASE MERAVIGLIOSA E KATY LO SA. PER QUESTO LEI DECIDE DI NON CAMBIARE PER LUI:
VA AVANTI CON LA SUA VITA E CON LE SUE BATTAGLIE DI SEMPRE. LUI HA SCELTO UNA
DONNA PIU’ SEMPLICE.
SE
ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA VI SIETE SENTITE DIRE FRASI COME: “VOGLIO UNA DONNA
PIU’ SEMPLICE, MENO POLEMICA, CHE SAPPIA TACERE, MAGARI MENO IN PACE CON LA
PROPRIA SESSUALITA’, MA COMUNQUE PIU’ GESTIBILE SOTTO ALTRI PUNTI DI VISTA”,
dovete fare due cose: la prima è vedere “COME ERAVAMO” ed ergerlo
immediatamente a paladino dei vostri film preferiti. La seconda, è lasciare
andare gli uomini che vi hanno detto tali frasi, ricordandovi di quando all’inizio
erano più passionali, più “sanguigni”, meno pronti a schiacciare le vostre
personalità per ridurle al niente.
Non
siete snob, né sbagliate, né troppo “impegnate”, né troppo brave con la
dialettica. Siete diverse. Per gli “uomini Hubbel” non andate bene. Però Hubbel
nel film fa una pessima figura. Infatti nell’ultima scena lei lo saluta
dicendogli:
“La
tua ragazza è molto attraente. Porta anche lei quando vieni a trovarmi”, ma in
realtà la sua dialettica è talmente ironica, che quella frase in realtà vuole
dire “CARO HUBBEL, SE TU SEI IL PRIMO CHE AFFERMA CHE LA SEMPLICITA’ FA PIU’ AL
CASO TUO, VUOL DIRE CHE HO COMMESSO UN GRAVE ERRORE. TU NON SEI L’UOMO PER ME,
HUBBEL… HUBBEL, PRENDITI LEI. ADDIO”. NELL’ULTIMA SCENA HUBBEL LA GUARDA, LA
TOCCA E LA STRINGE A SE’, COME UN TIZIO A DIETA STRINGEREBBE A SE’ UN BARATTOLO
DI NUTELLA.
Hubbel
rosica come un porco in realtà. SCEGLIENDO L’ALTRA HA SMINUITO ANCHE SE STESSO.
HA FATTO COMPRENDERE AL MONDO INTERO CHE LUI HA SCELTO LA LINEARITA’, E DI
CONSEGUENZA E’ UN UOMO MEDIO.
NON
E’ UN UOMO PIU’ FELICE. E’ UN UOMO PIU’ SEMPLICE, E QUESTO RAPPRESENTA COMUNQUE
UNA GIUSTA E LINEARE SCONFITTA: HA SCELTO UNA DONNA CHE NON GLI RUBA LA SCENA,
CHE PARLA MOLTO MENO DI LUI, CHE CONTINUA A FARLO SENTIRE “HUBBEL-CENTRICO”.
L’UNICO ATTORE SUL PASCOSCENICO E’ LUI. LUI VOLEVA UNA DONNA CHE PARLASSE POCO
E L’HA AVUTA. KATY ERA LOGORROICA.
Ho
finito l’hamburger con di fronte un uomo fuori dalla media. Alle tre del
mattino mi ha chiesto se volevo dormire con lui. L’indomani però avevo troppe
cose da fare… c’era una vita intera da mandare avanti. La mia. Non potevo
fermarmi. Katy morosky non si è mai fermata: ha messo l’amore da una parte e la
razionalità dall’altra.
Talvolta
può essere una giusta soluzione…
LA
DONNA COMPLICATA E INGESTIBILE VI DA’ APPUNTAMENTO A LUNEDI’ PROSSIMO. THE SHOW MUST GO ON…
domenica 24 maggio 2015
L'ETERNO BISOGNO DEL TAGADA' DEL CUORE.
Certe
volte a noi donne ci sarebbe da prenderci per i capelli e sbatterci al muro.
Dai, ammettiamolo, femmine che mi leggete da tutta Italia, lo sappiamo pure noi
che certi nostri atteggiamenti sarebbero assolutamente da non imitare. In
particolare parlo di quando abbiamo la felicità in tasca in ambito
sentimentale, e la buttiamo via per esperienze amorose di indubbia risoluzione.
Tutte
quante nella vita abbiamo incontrato uomini stronzi (a molte di noi è capitato
anche più volte… ma quelle sono le recidive, ed è proprio a loro che è
indirizzato questo post). Uomini bugiardi, doppio-giochisti, assolutamente
incuranti della nostra persona, dell’affetto che abbiamo loro dimostrato, dei
nostri sentimenti, della nostra sensibilità. In una parola, stronzi!
Eppure,
nonostante la regola matematica di cui sempre parlo, secondo la quale su questa
terra esisterebbe un uomo per ogni sette donne (esclusi gli accoppiati, gli
sposati, i gay, fatevi voi un conto di ciò che rimane!), statisticamente, prima
o poi, qualcuna di noi ha avuto anche la fortuna di imbattersi in UOMINI VERI. Quelli
rari, che ancora nel 2015 si distinguono perché si comportano da uomini,
assumendo atteggiamenti che ai tempi di mia nonna erano scontati, ma che oggi,
suonano come fortune alle quali anelare.
Sempre
più spesso, quando parlo con tante donne singles, riscontro un’opinione comune sull’ormai
completa assenza di Uomini con la “U” maiuscola, che si distinguerebbero come
tali per tanti piccoli motivi: venirci a prendere sotto casa quando ci invitano
ad uscire, offrire il drink o una cena, fare loro il primo passo, evitare di
chiedercela la prima sera (anche se hanno la striscia di bava di un bulldog
quando ci riaccompagnano sotto al portone). O ancora: essere semplicemente
galanti e pieni di attenzioni nei nostri confronti, dimostrare il loro
interesse per noi, chiamandoci o cercandoci abbastanza spesso.
Ripeto,
questi sono capisaldi che ai tempi di mia nonna si davano per scontati, ma la
verità è che al giorno d’oggi sono diventati delle mere illusioni per ognuna di
noi. Oggi l’uomo che fa il primo passo è un’oasi nel deserto: gli uomini
singles vivono barricati all’interno delle loro “torri di solitudine”, con i
frigoriferi vuoti, gli asciugamani contati, le lenzuola che non cambiano mai
(tanto non consentono a nessuna donna di restare a dormire. La donna è
diventata una specie di “servetta su commissione”: arriva in casa di un uomo
single, fa quello che deve fare, transita, e poi riprende la sua strada).
Ognuno nei suoi spazi, ognuno nella propria solitudine.
Eppure,
come dicevo sopra, un esiguo numero di uomini che ti aprono le porte di casa
loro, e ti consentono di lasciarci uno spazzolino, o di schizzargli il bagno
pulito facendoti fare una doccia, o che intervengono se li chiami di notte
perché hai una gomma a terra, o che ti passano a prendere a casa quando ti
invitano ad uscire, o che ti offrono un drink o una pizza a cena, ANCORA
ESISTONO! E DI SOLITO QUESTI UOMINI FANNO ADDIRITTURA DI PIU’.
Sono
gentili al cubo, ti chiedono sempre cosa ti piacerebbe mangiare (e non mangiano
come dei maiali dal proprio piatto senza manco farti assaggiare un pezzettino),
ti accarezzano i capelli, ti stringono di notte anche se non esiste ancora una
relazione ben definita, e in generale non hanno QUEL TERRORE MANIFESTO CHE
ACCOMUNA LA MAGGIOR PARTE DEI MASCHIOIDI, DI RITROVARSI IN UNA RELAZIONE. NON
HANNO PAURA CHE LA LORO LIBERTA’ VENGA MESSA IN DISCUSSIONE, NON SUBISCONO
L’INVADENZA DI UNA NOTTE IN CUI SI RIMANE A DORMIRE; SE AL RISTORANTE SERVONO
UN PIATTO SOLO PER DUE PORZIONI, E TU DESIDERI ASSOLUTAMENTE QUEL PIATTO, LORO
ORDINANO QUEL PIATTO E LO MANGIANO INSIEME A TE. OSSERVANO COSA MANGI A
COLAZIONE, E PROBABILMENTE IL GIORNO DOPO, QUANDO TI SVEGLIERAI NEL LORO LETTO,
TROVERAI ESATTAMENTE LE STESSE COSE DA MANGIARE.
Ti
chiamano, non spariscono come se fossero gli unici su questa terra a possedere
un membro maschile, e come se quindi noi donne, dovessimo dar loro la caccia
per qualche ora di sesso. A letto, veniamo sempre prima noi, e poi loro (in
tutti i sensi!!!!). Non sono egoisti, non pensano solo a se stessi, li puoi
chiamare quando sei in difficoltà e loro ti risponderanno, e stai certa che se
chiederai il loro aiuto, probabilmente nel giro di un’ora verranno a salvarti.
Ed
ora vengo al senso definitivo del post: per qualche strana e occulta ragione,
che vede affondare le sue radici nelle nostre personali conflittualità
psicologiche (ma anche nella voglia di avere sempre chi non possiamo ottenere),
NOI DONNE NON SCEGLIAMO MAI QUESTI UOMINI! MAI! MA PROPRIO MAI! O meglio, li
scegliamo quando magari un’altra donna prima di noi non li ha voluti per sé, o
quando raggiunta una certa età siamo esauste e decidiamo di “sistemarci”,
oppure quando la società o il nostro background familiare, premono affinché
mettiamo la testa a posto. NON SONO MAI LA NOSTRA PRIMA SCELTA.
LA
NOSTRA PRIMA SCELTA E’ SEMPRE (O QUASI) L’UOMO DIFFICILE, NON DISPONIBILE,
EGOISTA, E OVVIAMENTE, TOTALMENTE STRONZO. CI LASCIAMO COINVOLGERE DA QUELLA
PASSIONE E DA QUEL VIVERE SEMPRE SUL FILO DEL RASOIO, DI CUI SIAMO AFFETTE A
CAUSA DELLA PRESENZA DELLO STRONZO DI TURNO NELLE NOSTRE VITE.
Solo
quando, arrivate ad una certa età, sentiamo di non poter più permetterci di
perdere del tempo con questi individui, allora, iniziamo a cercare meglio nella
mischia, e anche se la tranquillità emotiva non è (e non sarà mai) il nostro
sport preferito, guardiamo meglio nel mucchio, e finalmente scegliamo.
Come
se avessimo passato tutta la vita su una giostra chiamata “tagada’”, che ci ha
sballottate a destra e a manca, donandoci quel brivido che ha portato il nostro
cuore a stare sul filo del rasoio. Non si può vivere sempre su una giostra. O
forse si. Forse per alcune di noi è normale.
C’E’
UN GRANDE, GRANDISSIMO PROBLEMA CHE AFFLIGGE MOLTISSIME DI NOI, OVVERO L’ETERNO
BISOGNO DEL TAGADA’ DEL CUORE.
A
lunedì prossimo
domenica 17 maggio 2015
IL PORTO SICURO.
Questo week end ho imparato delle nozioni
fondamentali sul rimanere a galla, respirare e sopravvivere, e di certo non
perché sono improvvisamente diventata una stronza… (qualcuno stava già facendo
una battuta sul fatto che gli stronzi restano a galla? Ebbene no, perché io
comunque stronza non lo sarò mai, nemmeno se decidessi improvvisamente di
diventarlo).
L’uomo a cui tengo, due giorni c’è, due
giorni dopo corre da un’altra. Racconta a lei la stessa quantità di bugie che
racconta anche a me. Ad esempio, mercoledì sera è a cena con me ed altri amici,
lei lo chiama, lui le racconta una balla, e lei gli crede. Lo conosco: fa così
da sempre, e nonostante tutte le aspettative positive sul fatto che cambierà,
EGLI RESTERA’ SEMPRE LO STESSO. QUESTO PERCHE’ LE PERSONE NON CAMBIANO, E DEL
RESTO, SECONDO ME E’ ANCHE GIUSTO CHE SIA COSI’.
Questo week end l’ho passato in barca, e
l’ho fatto senza alcuna remora, perché non forzerò mai piu’ le cose. Nonostante
lui dichiari che avrei potuto “combattere” per lui, e magari mettermi in
competizione con un’altra donna, per quanto mi riguarda, tutte le altre (a
quanto pare siamo forse anche piu’ di due), possono scannarsi tra loro per
averlo, perché io mi tiro fuori. Da questo momento in poi, saranno
esclusivamente problemi di chi consapevolmente decide di restare. E BADI BENE
CHI MI LEGGE, PERCHE’ LO STO SCRIVENDO CON TUTTA LA SOLIDARIETA’ FEMMINILE DEL
MONDO. NON C’E’ ALCUNA COMPETIZIONE: CHI RESTA NEL GIOCO, DECIDA DI CONTINUARE
A GIOCARE.
Ciò detto, la vita in barca è una vita di
profonda introspezione: lo spazio è poco e se la sera fa freddo, si dorme
vicini… anzi, attaccati. C’è spazio solo per poche persone. Non è come uno di
quegli amori di cui sopra: in barca si sta in due, al massimo in quattro, ma
già quando si è in quattro si rasenta l’insofferenza per il bisogno di spazi.
Navigando nel vento, per la prima volta
dopo molti mesi di buio, “HO SENTITO”. I miei sensi si sono improvvisamente
riaccesi dopo un inverno di buio. All’improvviso era di nuovo estate, ed ero di
nuovo raggiante nel sole. Il sole sulla pelle, il vento in faccia, l’acqua
nelle orecchie, gli spruzzi del mare sul corpo. E poi i paesaggi incontaminati,
l’acqua azzurra, il sapore del buon cibo… il sapore dei baci addosso.
Improvvisamente si è di nuovo consapevoli
di essere degni di meritare il rispetto, l’attenzione, le carezze, il conforto
di qualcuno.
Perché un bravo skipper, che naviga in
acque giuste, ha cura della sua barca: la pulisce, la custodisce, la fa sua. Ci
fa l’amore e la venera, perchè ogni cosa che gli dà serenità, merita di essere
accudita.
Ho ripensato ad un concetto di amore piu’
degno: UN AMORE E UN AFFETTO DOVE SI E’ LIBERI E SI STA INSIEME PER IL PIACERE
DI STARCI. UN AMORE DOVE L’ALTRO NON PRETENDE, NON SI METTE ALLA PROVA, NON
CHIEDE ALLA PERSONA CON CUI STA, NE’ DI CAMBIARE, NE’ DI COMBATTERE PER LUI. UN
AMORE DOVE NON SI PROMETTE CHE TUTTO CAMBIERA’ O SARA’ MIGLIORE, PERCHE’ IN
REALTA’, TUTTO E’ GIA’ MIGLIORE. UN AMORE DOVE NON SI E’ IN TRE, E DOVE NON E’
NECESSARIO AVERE UNA PERSONA IN OGNI PORTO, E PROMETTERE.
COSA VUOI PROMETTERE SE SARAI SEMPRE LO
STESSO?
E’ cambiato il vento questo week end: mi
sono lasciata cullare dalle onde. NON VOLO PIU’. ORA NAVIGO.
A chi resta faccio il mio “in bocca al
lupo”. Quel solito lupo bugiardo, che perde il pelo, ma non il vizio.
A lunedì.
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