domenica 31 maggio 2015

KATY MOROSKY E UN HUBBEL QUALSIASI, COME CE NE SONO TANTI...

Sono le due e mezzo del mattino, e sono seduta al “quattro e venti” con un amico che mangio un panino con hamburger. L’ultima volta che sono stata al “quattro e venti” è stato subito dopo una visita senologica: siccome avevo avuto notizie positive, con la persona che mi aveva accompagnata decisi di festeggiare con un bell’hamburger da duecentotrenta grammi. Dentro c’era di tutto, pure le olive taggiasche: quando si mangia tanto, o si è molto felici, oppure lo si fa perché si è molto tristi.

Sto raccontando al mio amico che avrei preferito essere una donna più semplice. Più lineare, più contestualizzata, più semplice da gestire, meno ribelle, senza la passione per la scrittura e per “le denunce a foglio aperto”. Forse dovevo nascere in una città di provincia, fare una vita stabile e stabilita, fare sport due volte a settimana la sera, e trovarmi delle passioni comuni alla maggior parte delle donne e degli uomini… chessò, la salsa e merengue…

Invece sono nata “difficile”, decontestualizzata, INGESTIBILE (qualcuno ama dire che sono una donna ingestibile. Io invece mi sono sempre sentita una “carciofa” alla quale puoi raccontare ogni sorta di bugia e lei ti crede…). Sono nata ribelle, con la passione per la scrittura e per le denunce che ti creano dei nemici intorno. Sono nata a Roma, che come tutti ormai sappiamo bene, non è mica Hollywood, però insomma, da lì a Cinecittà il passo è breve!!! Faccio una vita instabile, senza progetti, non stabilita, con degli orari irregolari. L’unico sport che pratico è il nuoto libero: io non mi ci vedo in mezzo a quella massa di coglionazze che praticano acquagym, o zumba, o crossfit. Io amo nuotare libera, e questa è un po’ una parafrasi della mia esistenza. Non sto mai zitta, e soprattutto, detesto la salsa e merengue. Quando vedo la gente ballare salsa e merengue o quelle robe tipo balli di gruppo, penso sempre “ma guarda ‘sta massa di cerebrolesi uniformati: va di moda una cosa nelle palestre, e tutti si iscrivono ed iniziano a praticarla…”. Io non faccio mai niente che va di moda.

Katy morosky era così, e nonostante io ami il suo personaggio e lo ritenga uno dei personaggi femminili di maggiore ispirazione del cinema americano, SE POTESSI – RIPETO – VORREI TANTO NON ESSERE COME LEI.

Almeno una volta nella vita, soprattutto a conclusione di una storia d’amore, dovremmo vedere tutte “COME ERAVAMO”, un film dei primi anni ’70 il cui regista era Sidney Pollack. Perché dovremmo vederlo? APPUNTO PERCHE’ APPARTENIAMO AL POPOLO DELLE DONNE COMPLICATE E DIFFICILI: QUELLE CHE, SE LA STRADA PIU’ SEMPLICE DA PRENDERE E’ LI’ DI FRONTE A NOI, NOI SCEGLIAMO QUELLA PIU’ TORTUOSA (PERCHE’ LE COSE SEMPLICI NON FANNO PROPRIO AL CASO NOSTRO). QUELLE CHE NELLA LORO COMPLICANZA CI MORIRANNO DENTRO SENZA MAI RINSAVIRE, MENTRE UNA DONNA PIU’ SEMPLICE LE SOSTITUIRA’ IN UN BATTER D’OCCHIO. QUELLE CHE SE POTEVANO RENDERSI LA VITA PIU’ FACILE, COGLIONANDO GLI UOMINI DALLA MATTINA ALLA SERA, PRENDENDO TEMPO E “FACENDO MELINA”, HANNO DECISO DI AVERE TUTTO SUBITO, E NEL FARLO, HANNO USATO GLI OCCHI E LE PAROLE PIU’ SINCERE DEL MONDO.

Hubbel Gardiner in fondo era un uomo semplice, e Katy Morosky una donna troppo impegnativa per lui. Lei guidava delle battaglie nel sociale e nella vita di tutti i giorni, e lui avrebbe voluto vederla come tutte le altre donne, a fare shopping per negozi o a cucinare, a tirare su dei figli. Ecco, Katy non aveva la capacità di “incastrare” un uomo con la “GATTAMORTAGGINE” del cervello. Preferiva farlo ragionare, un uomo. IL PROBLEMA ERA CHE HUBBEL DETESTAVA IL RAGIONAMENTO. O MEGLIO, ALL’INIZIO NE ERA AFFASCINATO, POI PERO’ SAREBBE STATO TROPPO PER UNO COME LUI.

Tuttavia Katy amava Hubbel, eccome se lo amava! Lo amava talmente tanto che quando in una scena (masochisticamente) gli chiede “perchè?” lui le risponde “tu sei troppo…”, ed infatti, un minuto dopo, tira un pugno al muro, come a dire “cazzo Katy, io ti adoro: sei dolce, gentile, intelligente, preparata, sexy. A letto io e te siamo una bomba... eppure sei troppo, ed io preferisco una che sia meno. E’ PIU’ SEMPLICE, SENTO CHE HO IL TEMPO DI PRENDERE LA VITA IN MANIERA MENO IMPEGNATIVA.”

HUBBEL DA’ UN PUGNO AL MURO PERCHE’ SA DI ESSERE UN PERFETTO COGLIONE, EPPURE IL SUO RAGIONAMENTO HA UN SENSO: E’ COME DIRE “qui davanti ho un barattolo di Nutella e uno di dolcificante dietetico. Ebbene, io scelgo di mangiarmi il dolcificante, perché con la Nutella sarei destinato ad ingrassare”. HUBBEL LE HA DETTO UNA FRASE MERAVIGLIOSA E KATY LO SA. PER QUESTO LEI DECIDE DI NON CAMBIARE PER LUI: VA AVANTI CON LA SUA VITA E CON LE SUE BATTAGLIE DI SEMPRE. LUI HA SCELTO UNA DONNA PIU’ SEMPLICE.

SE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA VI SIETE SENTITE DIRE FRASI COME: “VOGLIO UNA DONNA PIU’ SEMPLICE, MENO POLEMICA, CHE SAPPIA TACERE, MAGARI MENO IN PACE CON LA PROPRIA SESSUALITA’, MA COMUNQUE PIU’ GESTIBILE SOTTO ALTRI PUNTI DI VISTA”, dovete fare due cose: la prima è vedere “COME ERAVAMO” ed ergerlo immediatamente a paladino dei vostri film preferiti. La seconda, è lasciare andare gli uomini che vi hanno detto tali frasi, ricordandovi di quando all’inizio erano più passionali, più “sanguigni”, meno pronti a schiacciare le vostre personalità per ridurle al niente.

Non siete snob, né sbagliate, né troppo “impegnate”, né troppo brave con la dialettica. Siete diverse. Per gli “uomini Hubbel” non andate bene. Però Hubbel nel film fa una pessima figura. Infatti nell’ultima scena lei lo saluta dicendogli:

“La tua ragazza è molto attraente. Porta anche lei quando vieni a trovarmi”, ma in realtà la sua dialettica è talmente ironica, che quella frase in realtà vuole dire “CARO HUBBEL, SE TU SEI IL PRIMO CHE AFFERMA CHE LA SEMPLICITA’ FA PIU’ AL CASO TUO, VUOL DIRE CHE HO COMMESSO UN GRAVE ERRORE. TU NON SEI L’UOMO PER ME, HUBBEL… HUBBEL, PRENDITI LEI. ADDIO”. NELL’ULTIMA SCENA HUBBEL LA GUARDA, LA TOCCA E LA STRINGE A SE’, COME UN TIZIO A DIETA STRINGEREBBE A SE’ UN BARATTOLO DI NUTELLA.

Hubbel rosica come un porco in realtà. SCEGLIENDO L’ALTRA HA SMINUITO ANCHE SE STESSO. HA FATTO COMPRENDERE AL MONDO INTERO CHE LUI HA SCELTO LA LINEARITA’, E DI CONSEGUENZA E’ UN UOMO MEDIO.

NON E’ UN UOMO PIU’ FELICE. E’ UN UOMO PIU’ SEMPLICE, E QUESTO RAPPRESENTA COMUNQUE UNA GIUSTA E LINEARE SCONFITTA: HA SCELTO UNA DONNA CHE NON GLI RUBA LA SCENA, CHE PARLA MOLTO MENO DI LUI, CHE CONTINUA A FARLO SENTIRE “HUBBEL-CENTRICO”. L’UNICO ATTORE SUL PASCOSCENICO E’ LUI. LUI VOLEVA UNA DONNA CHE PARLASSE POCO E L’HA AVUTA. KATY ERA LOGORROICA.

Ho finito l’hamburger con di fronte un uomo fuori dalla media. Alle tre del mattino mi ha chiesto se volevo dormire con lui. L’indomani però avevo troppe cose da fare… c’era una vita intera da mandare avanti. La mia. Non potevo fermarmi. Katy morosky non si è mai fermata: ha messo l’amore da una parte e la razionalità dall’altra.

Talvolta può essere una giusta soluzione…

LA DONNA COMPLICATA E INGESTIBILE VI DA’ APPUNTAMENTO A LUNEDI’ PROSSIMO.  THE SHOW MUST GO ON…
                                              

domenica 24 maggio 2015

L'ETERNO BISOGNO DEL TAGADA' DEL CUORE.


Certe volte a noi donne ci sarebbe da prenderci per i capelli e sbatterci al muro. Dai, ammettiamolo, femmine che mi leggete da tutta Italia, lo sappiamo pure noi che certi nostri atteggiamenti sarebbero assolutamente da non imitare. In particolare parlo di quando abbiamo la felicità in tasca in ambito sentimentale, e la buttiamo via per esperienze amorose di indubbia risoluzione.

Tutte quante nella vita abbiamo incontrato uomini stronzi (a molte di noi è capitato anche più volte… ma quelle sono le recidive, ed è proprio a loro che è indirizzato questo post). Uomini bugiardi, doppio-giochisti, assolutamente incuranti della nostra persona, dell’affetto che abbiamo loro dimostrato, dei nostri sentimenti, della nostra sensibilità. In una parola, stronzi!

Eppure, nonostante la regola matematica di cui sempre parlo, secondo la quale su questa terra esisterebbe un uomo per ogni sette donne (esclusi gli accoppiati, gli sposati, i gay, fatevi voi un conto di ciò che rimane!), statisticamente, prima o poi, qualcuna di noi ha avuto anche la fortuna di imbattersi in UOMINI VERI. Quelli rari, che ancora nel 2015 si distinguono perché si comportano da uomini, assumendo atteggiamenti che ai tempi di mia nonna erano scontati, ma che oggi, suonano come fortune alle quali anelare.

Sempre più spesso, quando parlo con tante donne singles, riscontro un’opinione comune sull’ormai completa assenza di Uomini con la “U” maiuscola, che si distinguerebbero come tali per tanti piccoli motivi: venirci a prendere sotto casa quando ci invitano ad uscire, offrire il drink o una cena, fare loro il primo passo, evitare di chiedercela la prima sera (anche se hanno la striscia di bava di un bulldog quando ci riaccompagnano sotto al portone). O ancora: essere semplicemente galanti e pieni di attenzioni nei nostri confronti, dimostrare il loro interesse per noi, chiamandoci o cercandoci abbastanza spesso.

Ripeto, questi sono capisaldi che ai tempi di mia nonna si davano per scontati, ma la verità è che al giorno d’oggi sono diventati delle mere illusioni per ognuna di noi. Oggi l’uomo che fa il primo passo è un’oasi nel deserto: gli uomini singles vivono barricati all’interno delle loro “torri di solitudine”, con i frigoriferi vuoti, gli asciugamani contati, le lenzuola che non cambiano mai (tanto non consentono a nessuna donna di restare a dormire. La donna è diventata una specie di “servetta su commissione”: arriva in casa di un uomo single, fa quello che deve fare, transita, e poi riprende la sua strada). Ognuno nei suoi spazi, ognuno nella propria solitudine.

Eppure, come dicevo sopra, un esiguo numero di uomini che ti aprono le porte di casa loro, e ti consentono di lasciarci uno spazzolino, o di schizzargli il bagno pulito facendoti fare una doccia, o che intervengono se li chiami di notte perché hai una gomma a terra, o che ti passano a prendere a casa quando ti invitano ad uscire, o che ti offrono un drink o una pizza a cena, ANCORA ESISTONO! E DI SOLITO QUESTI UOMINI FANNO ADDIRITTURA DI PIU’.

Sono gentili al cubo, ti chiedono sempre cosa ti piacerebbe mangiare (e non mangiano come dei maiali dal proprio piatto senza manco farti assaggiare un pezzettino), ti accarezzano i capelli, ti stringono di notte anche se non esiste ancora una relazione ben definita, e in generale non hanno QUEL TERRORE MANIFESTO CHE ACCOMUNA LA MAGGIOR PARTE DEI MASCHIOIDI, DI RITROVARSI IN UNA RELAZIONE. NON HANNO PAURA CHE LA LORO LIBERTA’ VENGA MESSA IN DISCUSSIONE, NON SUBISCONO L’INVADENZA DI UNA NOTTE IN CUI SI RIMANE A DORMIRE; SE AL RISTORANTE SERVONO UN PIATTO SOLO PER DUE PORZIONI, E TU DESIDERI ASSOLUTAMENTE QUEL PIATTO, LORO ORDINANO QUEL PIATTO E LO MANGIANO INSIEME A TE. OSSERVANO COSA MANGI A COLAZIONE, E PROBABILMENTE IL GIORNO DOPO, QUANDO TI SVEGLIERAI NEL LORO LETTO, TROVERAI ESATTAMENTE LE STESSE COSE DA MANGIARE.

Ti chiamano, non spariscono come se fossero gli unici su questa terra a possedere un membro maschile, e come se quindi noi donne, dovessimo dar loro la caccia per qualche ora di sesso. A letto, veniamo sempre prima noi, e poi loro (in tutti i sensi!!!!). Non sono egoisti, non pensano solo a se stessi, li puoi chiamare quando sei in difficoltà e loro ti risponderanno, e stai certa che se chiederai il loro aiuto, probabilmente nel giro di un’ora verranno a salvarti.

Ed ora vengo al senso definitivo del post: per qualche strana e occulta ragione, che vede affondare le sue radici nelle nostre personali conflittualità psicologiche (ma anche nella voglia di avere sempre chi non possiamo ottenere), NOI DONNE NON SCEGLIAMO MAI QUESTI UOMINI! MAI! MA PROPRIO MAI! O meglio, li scegliamo quando magari un’altra donna prima di noi non li ha voluti per sé, o quando raggiunta una certa età siamo esauste e decidiamo di “sistemarci”, oppure quando la società o il nostro background familiare, premono affinché mettiamo la testa a posto. NON SONO MAI LA NOSTRA PRIMA SCELTA.

LA NOSTRA PRIMA SCELTA E’ SEMPRE (O QUASI) L’UOMO DIFFICILE, NON DISPONIBILE, EGOISTA, E OVVIAMENTE, TOTALMENTE STRONZO. CI LASCIAMO COINVOLGERE DA QUELLA PASSIONE E DA QUEL VIVERE SEMPRE SUL FILO DEL RASOIO, DI CUI SIAMO AFFETTE A CAUSA DELLA PRESENZA DELLO STRONZO DI TURNO NELLE NOSTRE VITE.

Solo quando, arrivate ad una certa età, sentiamo di non poter più permetterci di perdere del tempo con questi individui, allora, iniziamo a cercare meglio nella mischia, e anche se la tranquillità emotiva non è (e non sarà mai) il nostro sport preferito, guardiamo meglio nel mucchio, e finalmente scegliamo.

Come se avessimo passato tutta la vita su una giostra chiamata “tagada’”, che ci ha sballottate a destra e a manca, donandoci quel brivido che ha portato il nostro cuore a stare sul filo del rasoio. Non si può vivere sempre su una giostra. O forse si. Forse per alcune di noi è normale.

C’E’ UN GRANDE, GRANDISSIMO PROBLEMA CHE AFFLIGGE MOLTISSIME DI NOI, OVVERO L’ETERNO BISOGNO DEL TAGADA’ DEL CUORE.

A lunedì prossimo

domenica 17 maggio 2015

IL PORTO SICURO.


Questo week end ho imparato delle nozioni fondamentali sul rimanere a galla, respirare e sopravvivere, e di certo non perché sono improvvisamente diventata una stronza… (qualcuno stava già facendo una battuta sul fatto che gli stronzi restano a galla? Ebbene no, perché io comunque stronza non lo sarò mai, nemmeno se decidessi improvvisamente di diventarlo).

L’uomo a cui tengo, due giorni c’è, due giorni dopo corre da un’altra. Racconta a lei la stessa quantità di bugie che racconta anche a me. Ad esempio, mercoledì sera è a cena con me ed altri amici, lei lo chiama, lui le racconta una balla, e lei gli crede. Lo conosco: fa così da sempre, e nonostante tutte le aspettative positive sul fatto che cambierà, EGLI RESTERA’ SEMPRE LO STESSO. QUESTO PERCHE’ LE PERSONE NON CAMBIANO, E DEL RESTO, SECONDO ME E’ ANCHE GIUSTO CHE SIA COSI’.

Questo week end l’ho passato in barca, e l’ho fatto senza alcuna remora, perché non forzerò mai piu’ le cose. Nonostante lui dichiari che avrei potuto “combattere” per lui, e magari mettermi in competizione con un’altra donna, per quanto mi riguarda, tutte le altre (a quanto pare siamo forse anche piu’ di due), possono scannarsi tra loro per averlo, perché io mi tiro fuori. Da questo momento in poi, saranno esclusivamente problemi di chi consapevolmente decide di restare. E BADI BENE CHI MI LEGGE, PERCHE’ LO STO SCRIVENDO CON TUTTA LA SOLIDARIETA’ FEMMINILE DEL MONDO. NON C’E’ ALCUNA COMPETIZIONE: CHI RESTA NEL GIOCO, DECIDA DI CONTINUARE A GIOCARE.

Ciò detto, la vita in barca è una vita di profonda introspezione: lo spazio è poco e se la sera fa freddo, si dorme vicini… anzi, attaccati. C’è spazio solo per poche persone. Non è come uno di quegli amori di cui sopra: in barca si sta in due, al massimo in quattro, ma già quando si è in quattro si rasenta l’insofferenza per il bisogno di spazi.

Navigando nel vento, per la prima volta dopo molti mesi di buio, “HO SENTITO”. I miei sensi si sono improvvisamente riaccesi dopo un inverno di buio. All’improvviso era di nuovo estate, ed ero di nuovo raggiante nel sole. Il sole sulla pelle, il vento in faccia, l’acqua nelle orecchie, gli spruzzi del mare sul corpo. E poi i paesaggi incontaminati, l’acqua azzurra, il sapore del buon cibo… il sapore dei baci addosso.

Improvvisamente si è di nuovo consapevoli di essere degni di meritare il rispetto, l’attenzione, le carezze, il conforto di qualcuno.

Perché un bravo skipper, che naviga in acque giuste, ha cura della sua barca: la pulisce, la custodisce, la fa sua. Ci fa l’amore e la venera, perchè ogni cosa che gli dà serenità, merita di essere accudita.

Ho ripensato ad un concetto di amore piu’ degno: UN AMORE E UN AFFETTO DOVE SI E’ LIBERI E SI STA INSIEME PER IL PIACERE DI STARCI. UN AMORE DOVE L’ALTRO NON PRETENDE, NON SI METTE ALLA PROVA, NON CHIEDE ALLA PERSONA CON CUI STA, NE’ DI CAMBIARE, NE’ DI COMBATTERE PER LUI. UN AMORE DOVE NON SI PROMETTE CHE TUTTO CAMBIERA’ O SARA’ MIGLIORE, PERCHE’ IN REALTA’, TUTTO E’ GIA’ MIGLIORE. UN AMORE DOVE NON SI E’ IN TRE, E DOVE NON E’ NECESSARIO AVERE UNA PERSONA IN OGNI PORTO, E PROMETTERE.

COSA VUOI PROMETTERE SE SARAI SEMPRE LO STESSO?

E’ cambiato il vento questo week end: mi sono lasciata cullare dalle onde. NON VOLO PIU’. ORA NAVIGO.

A chi resta faccio il mio “in bocca al lupo”. Quel solito lupo bugiardo, che perde il pelo, ma non il vizio.

A lunedì.

lunedì 11 maggio 2015

UNA MELA NON E' UNA FRAGOLA. RIDETECI SU!


Oggi pubblico con diverse ore di ritardo, perché in realtà il post che state leggendo, l’ho scritto poco tempo fa. Fino a ieri sera avrei dovuto pubblicare qualcos’altro. Avevo preparato un post serioso e mi ero dimenticata di cosa volesse dire possedere una natura “ridanciana”.

Io davvero non so come possa capitare, che in amore molti di noi perdano completamente di vista il senso reale delle cose. Ma veramente l’amore è quel sentimento che per forza ci deve creare delle aspettative (anche e soprattutto) nei confronti di gente che non vuole saperne?

L’editoria, internet, i giornali, la crisi economica, in questi anni ci hanno tramandato un unico messaggio: “CAMBIATE ATTEGGIAMENTO! CAMBIATE ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DELLE COSE BRUTTE CHE VI CAPITANO, DELLE DISGRAZIE, DELLE SOFFERENZE, DELLA PERDITA DEL LAVORO O DI UN PATRIMONIO ECONOMICO”.

CAMBIATE ATTEGGIAMENTO! E CAMBIATE ATTEGGIAMENTO ANCHE E SOPRATTUTTO NEI CONFRONTI DELL’AMORE.

Sentite gente, ma dove sta scritto che l’amore debba essere un sentimento struggente che non ci fa dormire la notte a causa della mancata corrispondenza di sentimento? Ma non potremmo piuttosto predisporci positivamente nei confronti delle persone che conosciamo e che decidiamo di frequentare, capendo sin dal primo momento CHI ABBIAMO DI FRONTE, E NON CERCANDO A TUTTI I COSTI DI CAMBIARE LE COSE IN BASE A COME LE VORREMMO NOI? Siamo veramente sicuri che questa modalità di vedere le cose dovrà a tutti i costi provocarci disperazione, ore di sonno perse di notte, sensazioni di abbandono e di spavento?

PER LA PRIMA VOLTA NELLA MIA VITA, OGGI MI SONO CHIESTA IL MOTIVO PER IL QUALE PRENDO COSI’ TUTTO SUL SERIO, E HO CAPITO CHE - SE ANZICHE’ DISPERARMI PERCHE’ UNA COSA NON RIENTRA NEI RANGHI DI COME IO CREDO DI VOLERLA – IMPARASSI A VIVERMELA POSITIVAMENTE PER I SORRISI CHE POTREBBE REGALARMI, VIVREI MOLTO MEGLIO.

La filosofia funziona veramente così: ho davanti una mela, la osservo, comprendo che è una mela, e che non potrà mai essere una fragola. Ho due possibilità: struggermi e disperarmi perché IO PRETENDO UNA FRAGOLA, SBATTERE I PIEDI, ARRABBIARMI, PIANGERE, NON DORMIRCI LA NOTTE, OPPURE, PRENDERE ATTO CHE QUELLA MELA RESTERA’ TALE, E CHE SE ME LO METTESSI IN TESTA UNA VOLTA PER TUTTE, POTREI GODERE DELLA  MELA MOLTO DI PIU’ DI QUANTO CREDO DI RIUSCIRE A GODERE DI UNA FRAGOLA.

…CHE POI IO, HO VERAMENTE MAI AMATO LE FRAGOLE?! NO. INFATTI QUANDO POTEVO MANGIARNE NON NE HO VOLUTE.

Per esempio potrei guardarmi intorno, e scoprire che oltre a quella mela, esistono i lamponi, le more, i meloni, le angurie. Sono tutti dolci e pieni di vitamine, e potrei avere una soddisfazione diversa da ognuno di essi, semplicemente guardandoli, comprendendo COME SONO VERAMENTE, ANZICHE’ CERCARE DI CAMBIARLI PER UNA FELICITA’ MIA PRESUNTA. LA MIA FELICITA’ PRESUNTA, E’ IN REALTA’ VOGLIA DI TRASFORMARE IN LAMPONE, MORA, MELONE O ANGURIA, UNA SEMPLICE MELA.

Invece no! La mela è una mela. È passato tanto tempo, non lo hai ancora capito? C’è una sola cosa che tu possa fare con una mela: prenderla e addentarla tutte le volte che lei vorrà farsi mangiare e che tu vorrai mangiarla, e godere del  momento, senza stare a farti troppe domande. Tenere presente che quella mela non ha mai voluto essere un lampone, né una mora, né un melone, né tantomeno un’anguria, E SOPRATTUTTO, CHE DIRITTO HO IO DI CHIEDERGLI DI DIVENTARE TALE?

Oggi farò qualcosa di molto filosofico: riderò e metterò il mio viso dritto in faccia a questo splendido sole. Poi andrò dall’anguria, le riderò in faccia (PERCHE’ LE SCELTE SONO DUE: O SI RIDE, O SI RIDE), incasserò il mio mazzo di rose, e lo metterò in acqua finchè non saranno appassite.

VI SVELO UN SEGRETO: QUANDO VI DICONO CHE SOLO LE ROSE FINTE NON APPASSISCONO, NON E’ VERO MANCO QUELLO! SAPETE COSA DOVETE FARE?! RIDERCI SU E DIRE “CHE GENIO, COLUI CHE HA SCRITTO ‘STA CAZZATA…”.

Se non altro posso riderci su, berci su, divertirmici su.

A lunedì prossimo!

domenica 3 maggio 2015

PAROLE AL VENTO.


“Mi piace pensare che tanto amore non sia andato ad infrangersi contro l’aria per essere disperso in una nuvola di niente. E sarà un pensiero stupido, da donna illusa, da grossa credulona, ma ho sempre vissuto una vita intera all’insegna della passione, correndo verso chi amavo, e facendo esplodere ogni singola molecola di me stessa nel sentimento.

Per tanto tempo mi sono interrogata anche attraverso queste pagine riguardo al vero significato dell’amore. Potrei dirvi che l’amore è accarezzare e baciare la testa di qualcuno che teniamo tra le braccia, mentre quel qualcuno si addormenta come farebbe un bambino, e per un momento (uno solo) non subisce alcuna contaminazione “dall’esterno”. Potrei dirvi che l’amore è dire un “ti amo” sottovoce, e dopo molto tempo, piangere di gioia e di emozione per una realtà che non credevamo affatto possibile. Magari l’amore sarà anche questo, tuttavia non possiamo aspettarci che tanta bellezza venga davvero compresa dall’altro. IN MANIERA MATURA DOBBIAMO ESSERE RESPONSABILI DEI NOSTRI SENTIMENTI, TENENDO PRESENTE QUELLI ALTRUI.

Vi dico cos’è l’amore, perché forse l’ho capito dopo tante inutili riflessioni: l’amore è lasciar andare chi è felice di andare. ECCO: L’AMORE E’ ESSERE FELICI CHE L’ALTRO SIA FELICE, SENZA CURARSI DELLA FATICA E DEL DOLORE CHE SI IMPIEGANO A PERDERLO.

Ho sempre voluto che tu fossi felice, e che tu ci creda o no, ho preservato me e te costantemente, e non ho MAI lasciato che tante chiacchiere gratuite intaccassero ciò che è stato.

Sarà difficilissimo che qualcuno ti ami e tenga a te, piu’ di quanto ti amo io, TUTTAVIA SPERO SIA DAVVERO COSI’.

Ringrazio poi, chi mi amava davvero e l’ha dimostrato lasciandomi andare, libera di farmi di nuovo del male da sola. A te volevo dire che ho apprezzato tanto la maniera matura di accettare un sentimento che non era reciproco. Anche per questo, non tornerò da te, nemmeno avendo la certezza che tu mi riprenderesti. IO NON FACCIO DEL MALE A CHI TIENE DAVVERO A ME.

OGNUNO DI NOI DOVREBBE SEMPRE AMARE ED ESSERE AMATO PER CIO’ CHE E’ VERAMENTE. LE VOLONTA’ DI CAMBIARE L’ALTRO, DI PLASMARLO SECONDO LE NOSTRE ESIGENZE, SONO SEMPRE STATE FALLIMENTARI.

Per quanto mi riguarda, per questa settimana va così. La prossima settimana torneremo nei ranghi di questo blog”.

 

VI RICORDO CHE SABATO 9 MAGGIO ALLE ORE 22, SARO’ PRESENTE AL COFFEE BEAN IN VIA OSTIENSE 355, A ROMA, PER UN READING DEI MIEI POST PIU’ ESILARANTI, AL QUALE SEGUIRA’ UN DIBATTITO SULLE RELAZIONI UOMO-DONNA DIRETTAMENTE CON IL PUBBLICO. SARO’ ACCOMPAGNATA MUSICALMENTE DA UN DUO ACUSTICO (Valentina Sarappa e Francesco Racanati) CHE MI AIUTERANNO A RENDERE TUTTO PIU’ SCORREVOLE E PIACEVOLE.

VI ASPETTO NUMEROSI!
                                            

"I can't look at the stars
They make me wonder where you are
Stars, up on Heaven's boulevard
And if I know you at all,
I know you've gone too far
So I, I can't look at the stars..."