sabato 27 giugno 2015

BLIND DATES...

Dopo l’avvento di internet niente è stato più come prima. Se ci siamo smarriti e non troviamo più la strada, accendiamo il navigatore e ci lasciamo condurre alla nostra meta dalla rete. Se al mattino svegliandoci abbiamo bisogno di una frase di pensiero positivo per iniziare bene la giornata, apriamo Google ed ecco pronta una mappa di pensieri per aiutarci ad affrontare positivamente le nostre paturnie quotidiane. Se vogliamo acquistare qualcosa ad un prezzo conveniente, in rete possiamo talvolta dimezzare i costi. Insomma, la rete ha completamente cambiato le nostre vite; qualcuno osa dire che le ha migliorate. Per dire il mio pensiero a riguardo, mi ci vorrebbe un altro post, quindi in questa sede mi limiterò ad andare oltre.
Era inevitabile dunque, che internet modificasse anche le nostre vite “relazional-sentimentali” e ci propinasse delle nuove modalità di approccio e conoscenza che prevedono l’introduzione del monitor in sostituzione al guardarsi negli occhi. Confessatelo pure: quanti di voi, almeno una volta hanno conosciuto una persona attraverso una chat? Le chat hanno rappresentato forse, le nuove modalità di approccio per eccellenza. Che io ricordi, nessuno ha mai avuto remore nell’utilizzarle, anzi! L’avvento della chat nelle nostre vite ha avuto un successo strepitoso, dovuto anche al fatto che conoscersi attraverso un monitor, ha conferito da sempre un velo di mistero che ne ha confermato il successo. Forse le donne all’inizio si erano poste un po’ negativamente nei confronti di questa modalità, ma alla fine, se erano singles, in un mondo in cui statisticamente esiste un uomo per ogni sette donne, tanto valeva buttarsi a capofitto come in una tonnara!!! Nella vita reale è talmente un’utopia conoscerne uno che abbia tutte le carte in regola guardandolo negli occhi, che utilizzare una enorme banca dati come internet, poteva essere una buona idea anche per noi donne.
E tuttavia il mondo di internet, oltre ad essere un enorme contenitore all’interno del quale si può trovare veramente di tutto, è anche un posto molto pericoloso, perché in rete tutti vendono tutto, e la merce di scambio purtroppo è falsata, finta, o come si userebbe dire nel gergo fotografico, “photoshoppata”.
Se i chirurghi plastici oggi come oggi non possono ancora compiere dei miracoli, la tecnologia arriva oltre, li’ dove la medicina non può osare. Il web pullula di personaggi che si sono creati doppie vite e personalità atomiche, ma soprattutto, milioni sono coloro che si sono “ritoccati”. Pensateci: Instagram ad esempio è uno “scempio di rifatti”. Su Instagram non sono belle solo le persone, ma persino i luoghi, i paesaggi, gli oggetti. Instagram consente di fotografare una semplice mela e di metterla in rete, ma solo dopo averla prima resa splendida agli occhi di chi guarda. Cosi’ come lo fa con una mela, Instagram rende splendide anche le persone.
Ho visto gente su Facebook crearsi dei profili apposta per la difficile attività del rimorchio. Ormai non si usa più postare una foto semplice, “naturale”, che parli della vera essenza di se’. Ora la gente prima di mostrare come è veramente, prova a “vincere” con un’immagine non veritiera. Nella maggior parte dei casi, dietro i profili “truccati”, si nascondono persone “fintamente vere”: gente che non pensa affatto le cose che scrive, oltre a mostrarsi eccessivamente bella.
Fa parte delle teoria narcisista che caratterizza molti di noi: io stessa ho messo come foto profilo, una in cui sono un po’ più carina. Questo però non significa che se mi incontri per strada, fai fatica a riconoscermi.
Invece in rete ci sono quei muscoli che mancano nella vita di tutti i giorni, quei denti bianchi che normalmente sono un po’ ingialliti, quelle labbra un po’ più gonfie e quelle tette che non possiamo permetterci di rifare. Il tutto condito da cieli sempre più blu e da mari da copertina. Finti. Tutti rigorosamente finti.
Quando avevo venticinque anni, per un breve periodo, tanto per divertirmi, ho avuto qualche incontro al buio dopo aver chattato con qualche sfigato. Il risultato era che queste persone erano degli sfigati veri: non solo non avevano arte ne’ parte da un punto di vista concettuale, ma erano anche veramente molto brutti. Alcuni di loro puzzavano. Altri avevano l’alito pesante.
Ho smesso di avere appuntamenti al buio (cercando un po’ di sano divertimento) per ovvi motivi: niente era davvero come sembrava. Sono durata in chat solo qualche settimana. Poi la fuga. Ho ricominciato a guardare le persone negli occhi, a fidarmi delle sensazioni e ad assaporarne gli odori e i sapori. Se c’è una cosa di cui davvero mi fido in una relazione, quella cosa sono i feromoni.
Le chat le lascio a tutti coloro che hanno difficoltà di approccio: da quel punto di vista, non me la sento di giudicare.
a lunedì prossimo!

domenica 21 giugno 2015

LA SINDROME DEL MANDOLINO.


Almeno una volta nella vita ognuno di noi ne è stato colpito. Molti di noi più e più volte. Molti di noi, regolarmente e sistematicamente. La sindrome da mandolino è una brutta bestia. Una di quelle cose che ha parecchio a che fare con la nostalgia, con i ritorni al passato, con le crisi da “come sarebbe stato se…”.

Qualche giorno fa due amiche parlavano reciprocamente delle proprie vicende sentimentali. Diciamo che una ne parlava più dell’altra. Con una certa decisione ribadiva un concetto tipo “con lui è finita, stavolta per sempre. Però – aggiungeva – io penso continuamente a lui, e il mio desiderio più profondo, nonostante tutto, è che lui torni da me”.

Funziona così nel novanta per cento dei casi: una storia finisce, uno dei due per ragioni di orgoglio (o semplicemente perché tenta di preservarsi da una eventuale sofferenza) dice all’altro di sparire, di uscire dalla sua vita, di non farsi mai più vedere né sentire. Quante volte sarà capitato? Trenta, quaranta ultimatum con relativa scena da film fatta di urla e di frasi pronunciate con convinzione. Passa il tempo: i dissapori si dissolvono, ci si pente delle cose dette, di quelle non dette, dei gesti non compiuti. Si medita il ritorno sui propri passi, ed infine, in una maniera o nell’altra, ci si rifà vivi con la persona con la quale eravamo sicuri di voler chiudere. QUESTA E’ LA SINDROME DEL MANDOLINO: DOVETE IMMAGINARLA IN UNA MANIERA UN PO’ RIDANCIANA E IRONICA, COME UNA SCENA IN CUI DOPO ESSERSENE DETTE DI TUTTI I COLORI E ESSERSI CHIESTI DI ANDARSENE VIA PER SEMPRE, SI IMPUGNA UN MANDOLINO E SI VA SOTTO LA FINESTRA DELL’ALTRO, A CANTARE UNA CANZONE PER CONVINCERLO/LA A TORNARE. La sindrome del mandolino: ovvero, intimare ad una persona di sparire dalla nostra vita, e pregare Iddio che ritorni il prima possibile perché senza di lei/lui ci manca quasi un braccio.

Non è importante se si è uomini o donne: la crisi del mandolino colpisce un po’ tutti, e le metodologie di ri-approccio sono le più svariate. Si utilizzano i social network per rifarsi vivi, oppure (se si ha veramente molto coraggio) si prende in mano il telefono, si riesuma dai cassetti nascosti quel numero di telefono che avevamo cancellato dalla nostra rubrica giusto per non cadere nella tentazione continua di richiamarlo, e si compone quel numero, sapendo già che comunque andranno le cose, dalla conversazione che ne seguirà, dipenderà la nostra rovina.

In taluni casi, la sindrome del mandolino non prevede necessariamente che siamo noi ad andare sotto casa dell’altro a suonargli la nostra canzone preferita. A volte a tornare sono “gli altri”, e noi, ben contenti che abbiano deciso di farlo, siamo pronti a riaprirgli le porte del cuore… e non solo quelle.

Dal punto di vista psicologico e morale, la sindrome del mandolino è quella “malattia” che precede alla nostra auto-distruzione. Infatti, se viviamo sperando che la persona con cui abbiamo chiuso torni nelle nostre vite, ci stiamo automaticamente scavando la fossa da soli. Noi lo sappiamo che l’altra persona è il male, il male assoluto da cui fuggire e da cui liberarsi, però, nonostante tutto, per uno strano meccanismo di sfida con noi stessi (che giustifichiamo in maniera palese con la parola amore), accettiamo e anzi, speriamo che torni.

E sperando, a volte nella sofferenza ci mettiamo a ripercorrere quelle strade in cui potremmo incontrarci, quei posti che magari un tempo frequentavamo insieme, quelle situazioni in cui non possiamo sfuggire. Perché possiamo sfuggire a ciò che diciamo agli altri, a ciò che falsamente raccontiamo a noi stessi, possiamo mentire dicendo che nella nostra vita ci meritiamo di meglio, qualcuno che non ci provochi sofferenza, qualcuno che non ci faccia piangere e che non distrugga gratuitamente le nostre vite...

…ma ciò che davvero vorremmo è solo un suo ritorno.

…anche se sbagliato, anche se senza un senso.
PERO’ (e badate bene che questa settimana finisco con un PERO’) non credete nei ritorni: la sindrome del mandolino è come la febbre. Si abbassa quando riusciamo a debellare il virus.
A lunedì

sabato 13 giugno 2015

GLI UOMINI PREFERISCONO "LE SIGNORINE".


 
A quanto pare il mestiere più antico del mondo è ancora oggi uno dei più gettonati, al punto che, in era di recessione, talvolta ironizzando, tra donne oneste e lavoratrici, si riflette riguardo al guadagno maggiorato che si potrebbe ottenere attraverso “altre metodologie che esulano dal normale lavoro”.

Eppure se il mestiere più antico del mondo non subisce alcuna inflessione, vorrà pur dire che gli uomini colpiti dalla crisi economica, rinunciano a tutto, tranne che al sesso a pagamento. Lungi da me il voler fare in questo post degli inutili “j’accuse” che non collimano nel modo più assoluto col mio senso del pudore. Dal canto mio ho sempre creduto nella piena libertà delle azioni, e se andare a mignotte (scusate il francesismo), è lo sport nazionale più praticato, io non starò certo qui a fare del facile moralismo.

Però la riflessione parte da una conversazione con un uomo. Curiosa, una sera come tante, gli chiedo se ha mai pagato una donna in cambio di prestazioni sessuali. La risposta è ovviamente “no”. Lasciatemelo dire, non si sa com’è, le puttane sulle strade aumentano sempre di più, però quando chiedi agli uomini se “le frequentano”, o se le hanno mai “frequentate”, guarda caso, nessuno ha mai avuto il piacere. Misteri… eh vabbè… comunque, a sentire gli uomini, nessuno di loro (apparentemente) ha mai pagato una donna nella sua vita. Eppure la realtà è ben diversa. Tuttavia la domanda è “perché un uomo sceglie di pagare una donna in cambio di prestazioni sessuali?”. Voglio dire, esistono anche donne mature che pagano uomini un po’ più giovani di loro per “godere di qualche ora di compagnia”, ma parliamoci chiaro, la pratica in questione è di sicuro molto più diffusa tra gli uomini.

A parte le prime risposte realistiche e cioè, che non tutti gli uomini nella loro vita hanno facilità ad intraprendere rapporti con il genere femminile, oppure, che non tutti gli uomini sposati o accoppiati ufficialmente, fanno sesso nei loro letti con le loro compagne (e quindi talvolta preferiscono ricorrere alla compagnia di una “donnina”), LA MIA DOMANDA E’ RIVOLTA A TUTTI COLORO CHE IPOTETICAMENTE POTREBBERO AVERE UNA NORMALE VITA RELAZIONALE CON UNA DONNA, E INVECE DECIDONO DI PAGARE UNA SCONOSCIUTA.

PERCHE’ GLI UOMINI (CHESSO’, BELLOCCI, CHE COMUNQUE FANNO UN LAVORO NORMALE E POSSIEDONO UNO STIPENDIO NORMALE) ANZICHE’ USCIRE PER ANDARE A CONOSCERE UNA DONNA CON LA QUALE IN FUTURO RELAZIONARSI (ANCHE) SESSUALMENTE, PREFERISCONO PAGARNE UNA CHE IL SESSO LO FA PER MESTIERE? La risposta degli uomini “intervistati” è inquietante: taluni sostengono che molti uomini traggono maggiore piacere a “schiavizzare” una donna dal punto di vista economico e fisico… e fin qui, siamo decisamente in linea con le normali patologie possedute dalla maggior parte del genere umano (delle quali eviteremo di discorrere in questa sede). ALTRI INVECE, PREFERISCONO IL SESSO A PAGAMENTO PROPRIO PERCHE’ E’ MENO IMPEGNATIVO, E SOPRATTUTTO PERCHE’ IN UNA QUALCHE MANIERA, NON PREVEDE UN RIFIUTO. L’UOMO CHE PAGA PRETENDE UNA PRESTAZIONE, E LA AVRA’.

Ci troviamo quindi di fronte a dei veri e propri casi di “indolenza maschile”: in pratica l’uomo medio che va a mignotte e che magari è anche simpatico, piacente, brillante, e sarebbe pure capace di rimorchiare una donna in un locale qualsiasi, IN REALTA’ NON AVREBBE VOGLIA DI FARLO!!! Ma certo! Troppe perdite di tempo! Voglio dire, ma volete mettere che quando si prova a conoscere una donna in un locale o magari in un gruppo di amici, si deve perdere tempo perché quella farà di sicuro l’acida, si metterà là col grugno di una che non vuole conoscere nessuno e non vuole rotture di palle, avrà scritto in fronte un “vaffanculo” grande quanto una casa, e in generale, al pensiero di provare a conoscerla, all’uomo verrà di sicuro la paura di prendere un granchio?

Volete mettere poi, nel remoto caso che la donna in questione si dichiari disponibile ad una conoscenza, tutto ciò che ne viene successivamente? E il corteggiamento. E i messaggini. E le telefonate all’interno delle quali l’uomo (per conquistarla) deve fingere assolutamente di essere quello che non è, facendole credere chesso’, di essere un “Rockfeller de’ Noantri”, quando magari non ha un euro manco per piangere?!

E volete mettere che se lei crede a lui durante tutta la fase del corteggiamento, poi lui dovrà invitarla, nell’ordine: a bere un drink, a prendere un caffè, ad un aperitivo, ad una cena, ad una giornata a cavallo (ho detto “a cavallo!!!”, non quello che tutti avete pensato!!!), ad una gita fuori porta, al cinema, a mangiare una pizza, a cena fuori… EBBENE, SOMMATE TUTTE QUESTE ATTIVITA’ DA UN PUNTO DI VISTA ECONOMICO, E COSA ABBIAMO? ABBIAMO UN SACCO DI SOLDI SPESI IN COMPAGNIA DI UNA CHE PARLERA’, PARLERA’ PARLERA’ (E QUINDI VORRA’ ANCHE ESSERE ASCOLTATA), CHE PROBABILMENTE LA SMOLLERA’ SENZA DUBBIO DOPO CIRCA TRE SETTIMANE (SE TUTTO VA BENE, UN MESE!!!).

Certo, esistono anche quelle che la smollano la prima sera dopo il primo drink per il puro piacere di fare sesso, e allora così l’operazione non costa fatica né danaro. Ma provate a pensare al trend generale di noi donne “italiche”, che ancora nel 2015, crediamo che darla le prime sere non sia cosa buona e giusta. Sono in molte a credere che poi gli uomini si facciano una cattiva opinione di loro, non le amino per quelle che sono, non le guardino mai negli occhi (ma sempre solo il culo e le tette), e bla, bla, bla e ancora bla!

A tutti questi “problemi” e perdite di tempo inutili, gli uomini che non hanno problemi relazionali con l’altro sesso, che sono magari anche piacenti e brillanti, PREFERISCONO TRISTEMENTE APRIRE IL WEB E TROVARE UNA VELOCE DONNA A PAGAMENTO. Che poi, parliamoci chiaro, il sesso a pagamento non implica nemmeno un coinvolgimento emotivo: vai, scegli, fai, paghi, e dopo, chi s’è visto, s’è visto. Non quelle “lagne” da dopo sesso, in cui le donne iniziano a porre domande e dopo la prima volta si fanno già i film e iniziano ad aspettarsi una relazione. Eh si, perché oltre alla fase preliminare al farsela smollare, l’uomo ha problematiche serie soprattutto con la fase post sesso, che è poi quella fase in cui lui, dopo essersi “svuotato” vorrebbe solo sparire nel nulla, eclissarsi, non richiamarla mai più, o al massimo richiamarla all’occorrenza dopo qualche settimana, quando una nuova esigenza fisica, verrà a bussare alla porta.

Insomma, il sesso a pagamento è una pratica molto più veloce, sbrigativa, e dalla quale trarre meno aspettative e meno impegno per la maggior parte degli uomini “normali” (dove con “normali” si indicano tutti coloro che potrebbero tranquillamente conoscere una donna in un locale o in gruppo di amici, e normalmente rimorchiarla e decidere di conoscerla meglio).

Il sesso a pagamento è veloce, sicuro, indolore, e privo di sentimenti. Più o meno tutto ciò che un uomo indolente e che non cerca impegni in ambito sentimentale, desidera.

Uomini, dimenticate le serate a cena a far finta di essere brillanti con davanti una che ve la smollerà dopo mille fatiche: accendete il pc, sceglietene una abbordabile, andateci, pagate, e via, problema risolto.

Che ne è di tutte quelle belle situazioni in cui il flirt e il corteggiamento iniziale la facevano da padroni, e conoscere una donna, e provarci con lei era bello ed intrigante? Che ne è della bellezza del conoscersi e scoprirsi anche e soprattutto da un punto di vista fisico che rappresenterà il collante di una storia?

Bando alle ciance! Cupido è volato via con un battito d’ali. Restare gli sarebbe costato troppa fatica!

A lunedì prossimo!
 
                                                        

domenica 7 giugno 2015

IF I WERE A BOY...


Qualche sera fa, di ritorno da una “nottata brava” tra amiche, mentre sfrecciavo al Muro Torto con la mia Smart, alla radio hanno passato una canzone di Beyoncè che non ascoltavo da tempo. Si intitola “If I were a boy”, e sinceramente dopo un aperitivo e qualche shot con relativo cocktail a Trastevere, ci stava tutta. Al semaforo di fronte alla biblioteca Nazionale, ho alzato il volume, abbassato il vetro, e l’ho ascoltata tutta, mentre in mente mi auto-traducevo il testo. Era una bella serata di fine maggio, di quelle che puoi già uscire con i sandali aperti. L’aria era mite, l’estate era praticamente alle porte.

Ho pensato che noi donne eravamo stufe. Eravamo stufe noi quattro quella sera, quando – come tante sere – abbiamo deciso di uscire e non pensare più alle cose tristi, al passato, agli amori finiti, a ciò che ancora PENSAVAMO DI AVERE DA DIRE ai nostri amori finiti. Ho pensato che la soluzione NON E’ SEMPRE, NECESSARIAMENTE, DIRE. Talvolta si può non dire. Anzi, talvolta SI DEVE non dire, perché qualcosa che è finito, non ritornerà.

Ho pensato che una vera e propria seconda rivoluzione femminile fosse in corso, e non solo quella sera tra noi quattro, bensì più in generale, CHE UNA VERA E PROPRIA SECONDA RIVOLUZIONE FEMMINILE, AVVENISSE IN QUESTO PRECISO MOMENTO STORICO TRA MOLTE DONNE. La seconda rivoluzione femminile delle donne del 2015, prevede che le donne abbiano deciso di comportarsi come gli uomini. Nella prima rivoluzione femminile dei tardi anni ’60, le donne stabilivano di voler essere equiparate agli uomini. DURANTE LA RIVOLUZIONE FEMMINILE DEGLI ANNI 2000, LE DONNE HANNO CAPITO CHE NON HA SENSO ESSERE EQUIPARATE AGLI UOMINI, MA CHE CI SI PUO’ COMPORTARE COME LORO MANTENENDO UNA CONSAPEVOLEZZA DI FEMMINILITA’. In soldoni, mentre gli anni ’60 portavano all’estremizzazione del lesbismo, LE DONNE DEL 2000, A DIVENTARE LESBICHE NON CI PENSANO NEMMENO: BENSI’ RAGIONANO DA DONNE, MA AGISCONO DA UOMINI.

Uno dei preludi della nostra seconda rivoluzione femminile ad esempio, è stato l’avvento del trombamico, una figura niente affatto che mitologica, che pian pianino abbiamo lasciato entrare nelle nostre vite grazie alla disillusione. È finita l’era in cui il futuro si misura con i passi che percorriamo nelle navate centrali delle chiese indossando l’abito bianco. Il matrimonio oggi non è più una necessità impellente per molte di noi, anzi! Coloro che lo scampano, sono libere! Libere di guardarsi intorno CON INTELLIGENZA, scegliendo gli uomini NON PIU’ SOLO CON L’AMORE COME METRO DI VALUTAZIONE, BENSI’ CON L’INTERESSE. Storia vecchia quanto il mondo, direte voi: “voi donne siete tutte “veline”. Scegliete gli uomini in base al loro CUD”. ANCHE, MIEI CARI. MA NON SOLO. LA VERA RIVOLUZIONE INFATTI, STA PROPRIO NEL FATTO DI ESSERE DIVENUTE INDIPENDENTI (PRIMA DI TUTTO) CON SE’ STESSE E PER SE’ STESSE, E POI, COSI’, TANTO PER STARE TRANQUILLE, DI SCEGLIERE GLI UOMINI IN BASE A TANTE CARATTERISTICHE, TRA LE QUALI, CERTAMENTE ANCHE IL LATO ECONOMICO. MA QUESTO NON PERCHE’ NON SAPPIAMO BASTARE A NOI STESSE, BENSI’ PERCHE’ ABBIAMO IMPARATO SULLA NOSTRA REALISTICA PELLE, CHE LA COMUNIONE DEI BENI NON FUNZIONA, CHE SE SI VA A VIVERE INSIEME MA OGNUNO CONTINUA A PAGARE L’AFFITTO DI CASA PROPRIA, UN GIORNO SI RINGRAZIERA’ IL CIELO DI POTER AVERE LA PROPRIA TANA IN CUI TORNARE. UOMINI, E’ FINITO IL TEMPO IN CUI LE DONNE VI TROVAVANO AFFIDABILI PERCHE’ COMPRAVATE UNA CASA DOVE CI SI VIVEVA IN DUE, IN STILE “DUE CUORI E UNA CAPANNA”. OGGI LE DONNE COMPRANO UNA CASA TUTTA PER LORO, PER LA QUALE PAGANO UN MUTUO, E NELLA QUALE TORNERANNO QUANDO CONSAPEVOLMENTE SAPRANNO CHE L’AMORE SARA’ FINITO, E CHE L’ESSERE PREVIDENTI LE AVRA’ SALVATE, PERCHE’ AVRANNO SEMPRE IL LORO POSTO IN CUI STARE, INDIPENDENTEMENTE DAL FATTO CHE L’AMORE SIA ANDATO A FARSI FRIGGERE.

È finito il tempo in cui una sera qualsiasi di inizio estate, passeggiando per Trastevere con un cocktail in una mano, sceglievate quella da “rimorchiare romanticamente” per poi portarvela a letto. Oggi, nell’80% dei casi, sono le donne che scelgono l’uomo da portarsi a letto passeggiando per Trastevere. E per farlo, non hanno bisogno nemmeno di tanto romanticismo. Anzi, se dopo l’incontro ravvicinato a casa nostra, ci fate la cortesia di gettarci via l’immondizia, ve ne saremo pure grate. Se porterete fuori le chiappe da casa nostra e dal terrazzo di casa nostra, e vi vedremo allontanarvi con in mano la nostra busta di immondizia, allora forse, potreste essere gli uomini ideali. E si, ok, il giorno dopo ci piacerebbe un messaggino per essere cercate, ma non moriremo senza, state tranquilli!

Oppure chessò, le storie extra-coniugali: una volta c’erano eserciti di donne-amanti che speravano che gli uomini che giuravano di non amare più le proprie mogli, un giorno le lasciassero per stare con loro: ECCO, OGGI LE DONNE DEL 2015, NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, SCELGONO DI NON FARE LE AMANTI, E SE PROPRIO DECIDONO DI FARLO, E’ PER MERO DIVERTIMENTO, PERCHE’ ESSERE REALISTE NON VUOL DIRE ESSERE ILLUSE (O DISILLUSE). Noi oggi facciamo le amanti SOLO se gli uomini sposati o impegnati coi quali decidiamo di uscire, ci giurano che non lasceranno le proprie mogli per noi. Perché le mogli a casa sono un peso DI CUI NON VOGLIAMO SAPERE ASSOLUTAMENTE NULLA. Tutto ciò che vogliamo sapere noi, è che l’errore di sposarvi LO AVETE FATTO VOI, NON NOI INSIEME A VOI. SE VI SIETE SPOSATI (O IMPEGNATI) E NON SIETE FELICI CON LE VOSTRE DONNE, A NOI NON INTERESSA. NON CI INTERESSANO LE PROMESSE CHE LE LASCERETE, NON CI INTERESSA SAPERE SE CON LORO ANDATE A LETTO DA DIO (LO SAPPIAMO GIA’ CHE CON LORO NON CI SCOPATE COME CI SCOPATE CON NOI), E IN BASE A CIO’, ANDIAMO AVANTI, AUMENTANDO LA DISILLUSIONE RIGUARDO AD UN SENTIMENTO A CUI NON CREDIAMO PIU’, E DI PARI PASSO, ANCHE LA NOSTRA CONSAPEVOLEZZA.

Se avete scelto una donna scema e priva di contenuti, non staremo lì ad aspettare che ve ne accorgiate. La donna scema e priva di contenuti fa parte del vostro scarso coraggio nello stare al mondo, E LO SCARSO CORAGGIO (O L’ASSENZA DI PALLE) NON E’ QUALCOSA CON LA QUALE NOI VOGLIAMO AVERE A CHE FARE.

Le donne del 2015 non vogliono essere voi. Vogliono essere di più. Qualcosa di totalmente avanti.

Noi non abbiamo bisogno di essere come voi uomini. Noi possiamo comportarci come voi, rimanendo comunque sempre donne: non lesbiche, non sole, non con un ex al quale abbiamo occupato la casa in cui viviamo e per la quale è solo lui a pagare il mutuo o l’affitto, BENSI’ INDIPENDENTI. Noi, rimarremo a dormire da voi una sera, il giorno dopo avremo piacere di camminarvi a fianco per le vie di Roma, di ridere con voi, di sorridervi, ma la sera dopo torneremo nel nostro letto, quello per il quale ogni giorno sudiamo e paghiamo col nostro lavoro.

Le mantenute, le furbe, le fighe lesse, le gattemorte, esistono ancora. Certo che esistono. SONO QUELLE CHE LASCIAMO AI MENO CORAGGIOSI. NOI VOGLIAMO UN UOMO CON DUE PALLE COSI’, CAPACE DI RISPETTARCI MA ANCHE DI LASCIARCI LIBERE, CAMMINANDO AL NOSTRO FIANCO, E NON UN PASSO INDIETRO, NE’ UN PASSO AVANTI A NOI. PARALLELAMENTE.

A lunedi’ prossimo.