Dopo l’avvento di internet niente è stato più come prima. Se ci siamo smarriti e non troviamo più la strada, accendiamo il navigatore e ci lasciamo condurre alla nostra meta dalla rete. Se al mattino svegliandoci abbiamo bisogno di una frase di pensiero positivo per iniziare bene la giornata, apriamo Google ed ecco pronta una mappa di pensieri per aiutarci ad affrontare positivamente le nostre paturnie quotidiane. Se vogliamo acquistare qualcosa ad un prezzo conveniente, in rete possiamo talvolta dimezzare i costi. Insomma, la rete ha completamente cambiato le nostre vite; qualcuno osa dire che le ha migliorate. Per dire il mio pensiero a riguardo, mi ci vorrebbe un altro post, quindi in questa sede mi limiterò ad andare oltre.
Era inevitabile dunque, che internet modificasse anche le nostre vite “relazional-sentimentali” e ci propinasse delle nuove modalità di approccio e conoscenza che prevedono l’introduzione del monitor in sostituzione al guardarsi negli occhi. Confessatelo pure: quanti di voi, almeno una volta hanno conosciuto una persona attraverso una chat? Le chat hanno rappresentato forse, le nuove modalità di approccio per eccellenza. Che io ricordi, nessuno ha mai avuto remore nell’utilizzarle, anzi! L’avvento della chat nelle nostre vite ha avuto un successo strepitoso, dovuto anche al fatto che conoscersi attraverso un monitor, ha conferito da sempre un velo di mistero che ne ha confermato il successo. Forse le donne all’inizio si erano poste un po’ negativamente nei confronti di questa modalità, ma alla fine, se erano singles, in un mondo in cui statisticamente esiste un uomo per ogni sette donne, tanto valeva buttarsi a capofitto come in una tonnara!!! Nella vita reale è talmente un’utopia conoscerne uno che abbia tutte le carte in regola guardandolo negli occhi, che utilizzare una enorme banca dati come internet, poteva essere una buona idea anche per noi donne.
E tuttavia il mondo di internet, oltre ad essere un enorme contenitore all’interno del quale si può trovare veramente di tutto, è anche un posto molto pericoloso, perché in rete tutti vendono tutto, e la merce di scambio purtroppo è falsata, finta, o come si userebbe dire nel gergo fotografico, “photoshoppata”.
Se i chirurghi plastici oggi come oggi non possono ancora compiere dei miracoli, la tecnologia arriva oltre, li’ dove la medicina non può osare. Il web pullula di personaggi che si sono creati doppie vite e personalità atomiche, ma soprattutto, milioni sono coloro che si sono “ritoccati”. Pensateci: Instagram ad esempio è uno “scempio di rifatti”. Su Instagram non sono belle solo le persone, ma persino i luoghi, i paesaggi, gli oggetti. Instagram consente di fotografare una semplice mela e di metterla in rete, ma solo dopo averla prima resa splendida agli occhi di chi guarda. Cosi’ come lo fa con una mela, Instagram rende splendide anche le persone.
Ho visto gente su Facebook crearsi dei profili apposta per la difficile attività del rimorchio. Ormai non si usa più postare una foto semplice, “naturale”, che parli della vera essenza di se’. Ora la gente prima di mostrare come è veramente, prova a “vincere” con un’immagine non veritiera. Nella maggior parte dei casi, dietro i profili “truccati”, si nascondono persone “fintamente vere”: gente che non pensa affatto le cose che scrive, oltre a mostrarsi eccessivamente bella.
Fa parte delle teoria narcisista che caratterizza molti di noi: io stessa ho messo come foto profilo, una in cui sono un po’ più carina. Questo però non significa che se mi incontri per strada, fai fatica a riconoscermi.
Invece in rete ci sono quei muscoli che mancano nella vita di tutti i giorni, quei denti bianchi che normalmente sono un po’ ingialliti, quelle labbra un po’ più gonfie e quelle tette che non possiamo permetterci di rifare. Il tutto condito da cieli sempre più blu e da mari da copertina. Finti. Tutti rigorosamente finti.
Quando avevo venticinque anni, per un breve periodo, tanto per divertirmi, ho avuto qualche incontro al buio dopo aver chattato con qualche sfigato. Il risultato era che queste persone erano degli sfigati veri: non solo non avevano arte ne’ parte da un punto di vista concettuale, ma erano anche veramente molto brutti. Alcuni di loro puzzavano. Altri avevano l’alito pesante.
Ho smesso di avere appuntamenti al buio (cercando un po’ di sano divertimento) per ovvi motivi: niente era davvero come sembrava. Sono durata in chat solo qualche settimana. Poi la fuga. Ho ricominciato a guardare le persone negli occhi, a fidarmi delle sensazioni e ad assaporarne gli odori e i sapori. Se c’è una cosa di cui davvero mi fido in una relazione, quella cosa sono i feromoni.
Le chat le lascio a tutti coloro che hanno difficoltà di approccio: da quel punto di vista, non me la sento di giudicare.a lunedì prossimo!