lunedì 9 febbraio 2015

"QUESTA FALSA DIVISIONE TRA PUTTANE E SPOSE"

Come afferma chi detesta leggere le pagine di questo blog, questa settimana, come al mio solito, generalizzerò un po’ sugli uomini e sulle donne. Eh si, perché è vero che la pagina Facebook di “QUI NON è Hollywood” ha molti “like”, e che ci sono diverse persone che mi scrivono in privato di essere d’accordo con ciò che scrivo, ma è anche vero che non sono simpatica a molte altre persone, le quali mi criticano generosamente ma – nessuno sa perché – ogni settimana si ritrovano qui a leggermi…
Ciò detto, pensavo appunto di “fare di tutta l’erba un fascio”, e illustrare due categorie di donne che mi stanno particolarmente a cuore: le puttane e le spose.
Tempo fa Luca Carboni e Lorenzo Cherubini intitolarono una canzone proprio così: puttane e spose. Si trattava di un rap remixato in cui i due cantautori italiani, spiegavano al mondo intero le diverse caratteristiche di queste due tipologie di donne. l’idea di scrivere questo post, in verità mi è venuta in una piovosa mattina di febbraio, durante la quale una ragazza che conosco (sposata e con figli) mi faceva notare quanto fosse diversa la mia vita rispetto alla sua. E fin qui tutto normale, perché è una verità universalmente riconosciuta, che una donna single conduca un tipo di vita estremamente diversa rispetto ad una donna sposata. Diciamo che una donna single ha molto più tempo per concentrarsi su se stessa e sui propri interessi, mentre la donna con famiglia, purtroppo in un paese “mentalmente sottosviluppato” come il nostro, è spesso vittima di mariti il cui sport preferito è quello di stendersi sul divano e schiacciare i tasti del telecomando col pollice della mano. Tuttavia, il leitmotiv di questo blog è sempre stato che “IN AMORE, CHI E’ CAUSA DEL SUO MALE, PIANGA SE STESSO”, e quindi le donne che scelgono di sposare questi “soggetti italici” che non aiutano in casa nemmeno un po’, possono tranquillamente prendersela con la loro voglia di accasarsi e di far scorrere velocemente le lancette del loro orologio biologico. Negli altri paesi europei (parlo soprattutto di nord-Europa), i figli si concepiscono e si accudiscono in due, e non solo! Il concetto di “donna schiava, zitta e lava”, nei paesi civili non sanno manco cosa sia. L’uomo stira, accudisce i figli, li porta a scuola e va a riprenderli, fa le pulizie, cucina, e si preoccupa persino che la donna che ha sposato, abbia abbastanza tempo per se stessa.
Purtroppo qui le cose vanno in un’altra maniera: se sei donna e decidi di sposarti, nel 90% dei casi, ancora nel 2015 vai incontro al totale annullamento di te stessa: non lavori più anche se ce ne sarebbe bisogno (perché mantenere la propria indipendenza economica da un uomo, è ancora oggi un enorme vantaggio, credetemi!), oppure sei costretta a lavorare (sia in casa che fuori).
Non vedi più le tue amiche e non ti è concessa la serata settimanale di calcetto come per l’uomo. Ogni tanto ti è consentito andare in palestra, ma è molto meglio se lo fai mentre i bambini sono a scuola… anzi, se non lo fai per niente e ti dedichi completamente al mantenimento della casa, è meglio ancora: sei donna e sposata, non vorrai mica pretendere di possedere del tempo libero!
Seriamente gente, io conosco donne sposate e con figli che non si ricordano l’ultima volta in cui hanno fatto la doccia e si sono lavate i capelli, perché nessuno dà loro una mano, e crescono da sole i propri figli che però sono stati concepiti “in due”. Donne che hanno abbandonato il concetto di prendersi cura di se stesse, di uscire truccate, pettinate, o almeno un po’ in ordine. Donne che si sono deformate completamente dopo il parto, e che quando vedono le loro vecchie foto, rimpiangono quei tempi lontani in cui erano sportive e la loro linea contava ancora qualcosa.
Ed ecco qui la vita di noi donne singles: per fortuna ancora in forma (quasi tutte, ma sono del parere che al giorno d’oggi, con tutti i miracoli della cosmetica e della medicina, se una donna è brutta e deforme, allora lo è per davvero!); con pochi buonissimi amici (molti dei quali gay, con i quali ci si scambiano verità assolute e sensibilità emotive); con molti conoscenti (tra i quali, nessuno già sposato, perché le coppie sposate non escono con i singles! I singles sono soggetti da evitare, brutti e cattivi!!!); con una scatola di preservativi nel comodino e un paio sempre in borsa (non si sa mai come può svoltare una serata del resto!); con le nostre sere di solitudine passate a chattare con qualche bell’ometto, o semplicemente a letto ad ascoltare musica o leggere un libro. Con i tacchi alti e messe in tiro in una fredda serata in giro per la città con altre amiche singles, e infine, con un “cornetto scaccia-sfighe” addosso, per combattere contro tutte quelle che si sono pentite di essersi ammogliate e vorrebbero riassaporare un pezzetto della loro libertà.
Loro sono “le spose”, noi “le puttane”. Loro sono quelle che qualche anno fa i parenti applaudivano in chiesa e che si sentivano arrivate perché il “più grosso traguardo della loro vita lo avevano raggiunto”; noi siamo quelle che i traguardi nella nostra vita sono siglati da contratti che ci permettono carriere milionarie, e non da matrimoni firmati sulla carta. Noi siamo quelle che girano per le corsie dei supermercati un po’ struccate mentre scegliamo le mini porzioni per quell’unica sera che abbiamo deciso di cenare in casa da sole; loro sono quelle che spingono i carrelli mentre i bambini urlano perché vogliono l’ovetto kinder e (danno e beffa) hanno mariti che anziché pensare alla spesa, ci guardano il culo mentre gli passiamo davanti.
Ma veramente donne, le nostre nonne, zie e madri, si sono impegnate in una rivoluzione femminile molti anni fa, per sentirsi dire ancora nel 2015 che siamo divise in puttane e spose? Davvero dobbiamo essere catalogate ancora oggi come “quelle che hanno scelto la famiglia e i figli”, e quelle che decidono di restare sole perché non vogliono scendere a patti con nessuno? Davvero è bello sentir dire ancora qualcuno che una donna senza figli è una donna non completamente realizzata? Ma perché dobbiamo ancora renderci vittime e allo stesso tempo carnefici di un pensiero che ci vorrebbe “antiche” e “pre-rivoluzionarie?”. Possibile che non riusciamo a non fare a meno di un uomo che quando si lava, lascia i peli pubici nel nostro bagno e non ha nemmeno la compiacenza di sciacquarli via con la mano?
Perché non impariamo a sceglierli, o almeno ad educarli diversamente da come hanno fatto le loro madri (vittime a loro volta) e non proviamo a spiegare loro che – come dice la canzone di Luca Carboni e di Lorenzo - la nostra è soltanto una falsa divisione tra puttane e spose? Dipende solo da noi mie care. Non lasciamoci ingannare da questa società, perché la nostra battaglia non è finita in una piazza in cui venivano bruciati i reggiseni: noi combattiamo ancora ogni giorno.
Buona settimana!

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