A chi
di noi non è mai capitato di innamorarsi perdutamente di qualcuno fino allo
struggimento, fino alla depressione perchè non si è contraccambiati, fino a
passare ogni notte insonne senza di lui/lei, fino a sentirci dire da tutti i
nostri amici che non possiamo andare avanti così.
A
tutti. E’ capitato proprio a tutti per almeno una volta nella vita. Ognuno di
noi quell’angoscia se la ricorda perfettamente. Sono cose che non si possono
comprendere finchè uno non le vive in prima persona. Alcuni di quelli che mi
stanno leggendo hanno compiuto ogni tipo di follia e gesto sconsiderato per la
persona che non li contraccambiava: telefonate di notte, gesti da stalker,
appostamenti fasulli, ricerche disperate sui social, incontri finto-casuali…
Poi
tutto quell’ amore e quella passione finisce, ci si rassegna, si passa ad
altro, si vivono nuove storie e si guarda a quella trascorsa con una sorta di
“senno del poi”. Finisce lo struggimento, l’attrazione nei confronti di quella
persona. Ci ritroviamo a pensarla a distanza di tempo e a dire a noi stessi “ma
come ho fatto io ad avere una storia (o un’avventura di letto) con
quello/quella?”. Il concetto di amore assume forme diverse, più plausibili,
meno campate in aria; viviamo il sentimento con qualcuno che viene dopo e ci
rendiamo conto che non torneremo mai più indietro, coi concetti “nebulosi e
inconcludenti” di molto tempo prima.
Ci
affidiamo a qualcun altro, ci innamoriamo, siamo felici con un’altra persona.
E POI,
LUI/LEI RITORNA.
Non
ditemi di no, perché lo so bene. Nell’80% delle situazioni, la persona per la
quale abbiamo tanto penato in amore, torna sempre. SEMPRE. MA SEMPRE SEMPRE.
Non c’è una spiegazione razionale a questo fatto. A volte da parte dell’ex
oggetto del nostro desiderio, c’è la presunzione: egli è convinto che non
possiamo vivere senza di lui, abituato com’è a vederci morire d’amore. Non
importa quanto tempo sia passato, non importa se ora siamo felici con altri;
egli vuole essere sicuro di fare ancora presa su di noi. E parliamoci chiaro:
di fronte a questi ritorni non rimaniamo mai completamente indifferenti. In fin
dei conti ci ricordiamo ancora di quella passione e di quello struggimento che
hanno caratterizzato gli anni precedenti. Quel “brivido” provocato dall’amore
non contraccambiato, fa male si, ma poca gente riesce a farne senza. Non si
arriva a mettere in discussione la propria attuale relazione, certo. Però ecco,
come dire, ci si fa un pensierino...si da modo ai dubbi di insinuarsi. Del
resto eravamo così innamorati di quella persona…
Tuttavia
arriviamo al momento dell’incontro fatidico, che può essere casuale oppure
voluto, e SUBITO di fronte a quel primo approccio visivo, abbiamo la netta
sensazione che in fondo sia stato molto meglio perdere quella persona che
trovarla. Perché? Bè intanto perché gli anni purtroppo passano per tutti e
fisicamente si cambia, talvolta si peggiora. Certi soggetti si ripresentano al
nostro cospetto totalmente sicuri di poter fare di nuovo colpo su di noi, ma
magari dimenticano di aver messo su dieci chili di più, oppure non si accorgono
dei capelli bianchi che crescono sulle loro teste senza manco essere folti. Si
dimenticano che i modi di fare e di guardarci si sono modificati, e non è solo
che non fanno più presa su di noi, bensì il fatto che in passato noi li avevamo
idealizzati, e allora due occhi che ci sembravano grandi, focosi e pieni di
passione, vengono finalmente percepiti per ciò che sono realmente, ovvero due
piccole insignificanti gemme che tentano di fissarci con aria spavalda, per
capire se possono vincere ancora con noi.
Al
posto degli addominali e del fisico snello, ora c’è la “famosa panzetta” e pure
le maniglie sui fianchi. Il viso è più paffuto, e indubbiamente più “rugoso”
rispetto a qualche tempo prima. Quella persona l’avevamo talmente idealizzata
che persino il suo modo di camminare ci sembrava più figo e risoluto, mentre
ora, a guardare meglio, il soggetto risulta quasi claudicante, con due gambe
corte che non fanno proprio gola a nessuno, e il fisico da tappo di bottiglia.
Siamo
increduli, e quasi vorremmo raccontare a noi stessi la bella storiella di un
amore che non finirà mai, di un sentimento (univoco, il nostro) che non è mai
svanito, ma che oggi è solo un po’ più sbiadito e razionale. Vorremmo guardare
dentro noi stessi in maniera malinconica, e trovare quella persona sempre là,
dove era qualche tempo prima, in fondo al nostro cuore.
E
invece no, perché prima di tutto i sentimenti non vanno a comando, e poi,
possono essere concepiti “a scadenza” solo se lo decidiamo noi, ovvero, solo
fino al momento in cui la nostra razionalità non viene a parlarci di quanto
tempo abbiamo perduto.
Si
dice che la vita è una ruota che gira: oggi a te, domani a me. La sofferenza
che ci infligge qualcuno del passato, un giorno lo renderà non più burattinaio,
ma burattino, e prima o dopo, quel qualcuno soffrirà a sua volta, forse non
proprio per noi, magari per qualcun altro che se ne frega del suo amore, o
forse, dopo molto tempo, quando saremo usciti dal “mood del brutto
anatroccolo”, la persona dietro alla quale morirà, saremo proprio noi. Voi che
mi leggete oggi non ci credete, perché il vostro momento di sofferenza è
talmente forte, che non potete credere che un giorno riguarderà proprio la
persona che quella sofferenza ve la sta imponendo. E invece è così, perché
ricordatevelo, nessuno è immune al dolore provocato per amore.
È
proprio nei momenti di ritorno dunque, che vorremmo sentirci tutti come i
meravigliosi protagonisti di un film, perché se anche la nostra città non è in
California, se anche viviamo nella periferia più grigia del mondo, se anche qui
non fosse Hollywood, ma Cinecittà, sarà sempre troppo figo avere la possibilità
di rispondere “Mi dispiace, è troppo tardi!”.
A
lunedì prossimo!
Nessun commento:
Posta un commento