domenica 11 gennaio 2015

LA CASTITA'.

Non chiedetemi come sia potuto accadere, ma da queste parti qualcuno ha optato persino per la castità. Non bastavano le diete, le ore passate a fare jogging pur di smaltire i chili di troppo, le preghiere che ci hanno insegnato a recitare in chiesa dopo che avevamo fatto peccato… Mo’ abbiamo deciso pure di diventare casti?

Un tempo si era molto fighi se si collezionavano molte donne, se ogni sera si aveva la fortuna di uscire con una diversa, se le prestazioni sessuali erano durature e continuative nel tempo, indipendentemente dall’età.

Oggi, il vero figo è colui che se lo tiene chiuso nei pantaloni, o colei che non la smolla manco a pagarla.

No no, non sto parlando dei testimoni di Geova, che vanno in giro per la città e suonano ai nostri citofoni il sabato pomeriggio alle 15.30 in piena estate; e nemmeno dei neo catecumenali, che in teoria dovrebbero scegliere di fare all’amore “nei giorni giusti” (quelli del non concepimento… tipo “ferie programmate” a lavoro, tanto per capirci!!!). Niente di tutto questo! la religione non c’entra, gli usi e costumi nemmeno, le credenze mistiche neanche!

Qui parliamo proprio di gente che volutamente decide di non fare sesso.

 

E’ vero, c’è stata una crescita esponenziale di malattie sessualmente trasmettibili. L’avvento dell’aids (non solo tra le coppie gay) e di tutta una serie di virus, hanno decisamente aumentato le nostre ansie. Ormai, non si dovrebbe mai più fare sesso senza essersi prima protetti a dovere (anche se sempre più spesso sono in molti a tirarsi indietro non appena arriva il momento di “infilare il pesciolino gommato”), fatto sta che un elevato numero di persone, ha sempre più paura di contagiarsi attraverso l’altro, e questo è motivo di rinuncia per alcuni. Il preservativo forse ha salvato le vite di molti di noi: l’avreste mai detto? Un palloncino gonfiabile in lattice, resistente più o meno a qualsiasi tipo d’urto o impatto (ma attenzione alle unghie taglienti), ci ha consentito di vivere in santa pace la nostra vita sessuale, difendendo anche noi donne dalle gravidanze indesiderate. Eppure, tuttora tanta gente decide di non avere rapporti anziché essere costretta ad usarlo. In un mondo che gira troppo in fretta, si ha paura di “perdere il momento” anche quando si fa l’amore. Si temono le figuracce, gli improvvisi “abbandoni dell’erezione del membro maschile” proprio sul più bello, la perdita di tempo nel doverlo scartare, posizionare, infilare, e usare. Paradossalmente si ha più paura di queste cose che della reale possibilità di prendersi brutte malattie.

 

Ma qui oggi non volevo tanto parlare di questo, quanto del repentino e brusco allontanamento fisico che c’è stato sul pianeta uomo-donna.

In maniera quasi inspiegabile infatti, oggigiorno gli uomini e le donne vivono in sfida continua: non c’è più collaborazione, non ci sono più i ruoli, non si capisce più chi è che deve fare il primo passo, e chi invece è meglio che resti a guardare e attendere. Gli uomini e le donne sono diventati nemici che minano al normale proseguimento delle relazioni, e in qualche maniera, anche alla procreazione della specie. Gli uomini e le donne, oggi sono pianeti lontani, che non hanno alcuna voglia di venirsi incontro, di darsi un appuntamento a metà strada, di capire i reali ed effettivi bisogni gli uni degli altri.

Hanno paura di scambiarsi troppe effusioni, perché non sono certi di essere ancora capaci di amare; hanno paura a parlare di futuro, perché la precarietà li ha costretti a ragionare sul momento. Temono di scambiarsi fiducia reciproca, perché vivono in un mondo che ci ha insegnato a fregarci a vicenda per farci sopravvivere.

E’ normale quindi, che ci sia una reale e oggettiva difficoltà anche a consumare rapporti fisici che abbiano (o non abbiano) una durata. Siamo sempre più sfiduciati riguardo all’ altro, timorosi di aspettarci molto e di chiederlo anche. Non vediamo più il sesso come un donarsi reciproco, e nemmeno come (ahinoi!) un normale sfogo che ci consenta di essere meno umorali e in generale più sereni. Anzi, se si tratta di donarsi, non vogliamo saperne nella maniera più assoluta, e se invece volessimo solo sfogarci fisicamente, preferiremmo di più prendere a calci e pugni un sacco da boxe, farci un’ora di corsa sul tapis roulant, oppure cinquanta vasche in piscina.

Il calcolo delle calorie non lo facciamo più a letto, ma col contapassi che vendono al Decathlon.

 

Non è un post che fa ridere questo. O meglio, forse un po’ lo è, ma in fondo, nasconde anche molta amarezza. L’amarezza di sapere che non siamo proprio sicuri di tornare a quei bei tempi andati, in cui una sera si invitava un tipo a salire a casa nostra, e con lui si decideva di esplorare confini sconosciuti. L’amarezza nel fatto che l’uomo nel tempo ha perso virilità e sicurezza di se’ e che piuttosto che concludere una serata col sano e vecchio “sfogo fisico”, preferisce fuggire con la coda tra le gambe, lasciando la donna con un punto interrogativo sulla testa a domandarsi cosa non va in lei.

 

Individualmente, non c’è proprio niente che non va in ognuno di noi. Se invece ci guardiamo dal punto di vista “della collettività”, possiamo dire di aver bisogno di tornare ad avere una fiducia reciproca, che ci porterà di nuovo ad appartenerci scambievolmente attraverso le gioie del sesso.

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