lunedì 24 marzo 2014

CONOSCERSI NON E' UNA SFIDA

In trentaquattro anni di esistenza, sono ancora afflitta da un morbo incurabile, ovvero “il non sapere cosa voglio dalla vita”. Ormai ho abbandonato ogni speranza all’entrata, i miei genitori si sono rassegnati per sempre, i miei amici sanno che tra gli impegni che proporrò loro per i prossimi millemila anni, non ci sarà di sicuro un matrimonio con annesso investimento economico per l’abito da cerimonia e il regalo di nozze.

Il matrimonio non è tra i miei programmi, e se proprio un giorno lo sarà, mi piacerebbe invitare pochissime persone e godermi una cerimonia semplice e gioiosa all’aria aperta e con un po’ di buon cibo. Tuttavia, non sono avvezza alle “ufficializzazioni”, e anche quando frequento nuove conoscenze, non programmo mai la direzione verso la quale andremo. Non è troppo una questione legata alla privacy: mi piace gridare di gioia ai quattro venti o sui social network che sono coinvolta in una relazione che mi rende felice o infelice, però non amo che le relazioni in questione vengano prese troppo sul serio, o comunque, non più di quanto le prenderei sul serio io stessa. Piuttosto, detesto dover prendere per forza una decisione riguardo alla mia vita sentimentale, o se vogliamo, detesto proprio “chiamare le cose col loro nome” fintanto che da entrambe le parti non si sarà convinti di “nominarle”.

Pur tuttavia mi ritengo molto fedele, e odio quegli inizi di frequentazione in cui uno dice all’altro cose tipo “si ok, usciamo insieme, ci piacciamo, ci frequentiamo, però poi una volta a casa propria ognuno fa quel che vuole”. Ritengo che una conoscenza – seppure agli albori – richieda un impegno e una disponibilità alla riuscita che non la faccia apparire come una totale perdita di tempo.

Eppure sono ostica alle definizioni, alle catene e alle costrizioni, e questo perché sono dell’idea che non si finisca davvero mai di conoscere le persone. Si imparano le abitudini, e spesso se ne viene assorbiti oppure ci si plasma in base ad esse, si modificano gli atteggiamenti (sempre tenendo presente che un cambiamento da parte dell’altro è impossibile), si accettano le attitudini, ci si scopre amanti di situazioni che prima ritenevamo impossibili, MA SOPRATTUTTO, CI SI METTE SEMPRE IN DISCUSSIONE, perché pur restando fermi sui nostri punti di vista, niente ci impedisce di rispettare quelli altrui senza demonizzarli.

Nella mia vita, ahimè, ho pronunciato molte e molte volte la parola MAI, e mi credete se vi dico che nella maggior parte dei casi quel MAI si è trasformato in un FORSE, e talvolta anche in un SI? Non sono cambiata – anche se ho apportato delle modifiche che il sentimento rendeva non costruite, ma naturali – e anzi, ho fatto pochissimi compromessi con me stessa per convincermi che un pensiero poteva essere bianco anziché nero. Le decisioni vengono prese col tempo e con una profonda conoscenza dell’altro. Non è detto che ogni strada porti ad un cambiamento radicale di convinzioni. Talvolta ci si incontra a metà strada, talvolta no. Quel che conta è l’enorme capacità che possediamo di metterci in discussione.

Ci sono relazioni che decollano, relazioni che non vanno proprio nonostante dopo un’approfondita conoscenza si provi a convincersi del contrario, e relazioni che abortiscono i primi decolli ma poi sorprendentemente e in maniera naturale spiccano il volo. Io da queste pagine oggi mi sento di darvi un consiglio: non rimanete della vostra idea, non rinunciate alla possibilità di mettervi in discussione, e considerate sia i vostri limiti, che i bisogni e le esigenze dell’altro. Se saprete tenere conto di questi semplici punti, sarete già a metà del sentiero, tenendo presente che non si percorre una strada insieme se non se ne ha alcuna voglia. Per questo motivo ogni giorno abbiamo di fronte relazioni distruttive, che non sfociano mai in una piena completezza e felicità.

C’è un modo sereno e dannatamente “leggero” che ho di conoscere le persone, ovvero una frase o un motto che spesso nel tempo ho ripetuto a me stessa e agli altri: “CONOSCERSI NON E’ UNA SFIDA”. Non si deve puntare all’obiettivo finale di plasmare l’altro in base alle nostre esigenze, E SOPRATTUTTO, MAI CONSIDERARE LA POSSIBILITA’ DI CAMBIARE IN BASE ALLE ESIGENZE DI QUALCUN ALTRO. Si tratta di fatti molto più semplici, ovvero, avere il piacere di modificare dei pensieri, degli atteggiamenti o delle abitudini, di comune accordo e senza imporsi sull’altro.

Ricordatevelo sempre quel motto, tutte le volte che penserete che impegnarsi in una relazione sia cosa facile. Le relazioni sono cose talvolta complicate che però devono servire solo a rendere più semplici le nostre vite.

Conoscersi non è una sfida! A lunedì prossimo!

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