In
trentaquattro anni di esistenza, sono ancora afflitta da un morbo incurabile,
ovvero “il non sapere cosa voglio dalla vita”. Ormai ho abbandonato ogni
speranza all’entrata, i miei genitori si sono rassegnati per sempre, i miei
amici sanno che tra gli impegni che proporrò loro per i prossimi millemila
anni, non ci sarà di sicuro un matrimonio con annesso investimento economico
per l’abito da cerimonia e il regalo di nozze.
Il
matrimonio non è tra i miei programmi, e se proprio un giorno lo sarà, mi
piacerebbe invitare pochissime persone e godermi una cerimonia semplice e
gioiosa all’aria aperta e con un po’ di buon cibo. Tuttavia, non sono avvezza
alle “ufficializzazioni”, e anche quando frequento nuove conoscenze, non programmo
mai la direzione verso la quale andremo. Non è troppo una questione legata alla
privacy: mi piace gridare di gioia ai quattro venti o sui social network che
sono coinvolta in una relazione che mi rende felice o infelice, però non amo
che le relazioni in questione vengano prese troppo sul serio, o comunque, non
più di quanto le prenderei sul serio io stessa. Piuttosto, detesto dover
prendere per forza una decisione riguardo alla mia vita sentimentale, o se
vogliamo, detesto proprio “chiamare le cose col loro nome” fintanto che da
entrambe le parti non si sarà convinti di “nominarle”.
Pur
tuttavia mi ritengo molto fedele, e odio quegli inizi di frequentazione in cui
uno dice all’altro cose tipo “si ok, usciamo insieme, ci piacciamo, ci
frequentiamo, però poi una volta a casa propria ognuno fa quel che vuole”.
Ritengo che una conoscenza – seppure agli albori – richieda un impegno e una
disponibilità alla riuscita che non la faccia apparire come una totale perdita
di tempo.
Eppure
sono ostica alle definizioni, alle catene e alle costrizioni, e questo perché
sono dell’idea che non si finisca davvero mai di conoscere le persone. Si
imparano le abitudini, e spesso se ne viene assorbiti oppure ci si plasma in
base ad esse, si modificano gli atteggiamenti (sempre tenendo presente che un
cambiamento da parte dell’altro è impossibile), si accettano le attitudini, ci
si scopre amanti di situazioni che prima ritenevamo impossibili, MA
SOPRATTUTTO, CI SI METTE SEMPRE IN DISCUSSIONE, perché pur restando fermi sui
nostri punti di vista, niente ci impedisce di rispettare quelli altrui senza
demonizzarli.
Nella
mia vita, ahimè, ho pronunciato molte e molte volte la parola MAI, e mi credete
se vi dico che nella maggior parte dei casi quel MAI si è trasformato in un
FORSE, e talvolta anche in un SI? Non sono cambiata – anche se ho apportato
delle modifiche che il sentimento rendeva non costruite, ma naturali – e anzi,
ho fatto pochissimi compromessi con me stessa per convincermi che un pensiero
poteva essere bianco anziché nero. Le decisioni vengono prese col tempo e con
una profonda conoscenza dell’altro. Non è detto che ogni strada porti ad un
cambiamento radicale di convinzioni. Talvolta ci si incontra a metà strada,
talvolta no. Quel che conta è l’enorme capacità che possediamo di metterci in
discussione.
Ci
sono relazioni che decollano, relazioni che non vanno proprio nonostante dopo
un’approfondita conoscenza si provi a convincersi del contrario, e relazioni
che abortiscono i primi decolli ma poi sorprendentemente e in maniera naturale
spiccano il volo. Io da queste pagine oggi mi sento di darvi un consiglio: non
rimanete della vostra idea, non rinunciate alla possibilità di mettervi in
discussione, e considerate sia i vostri limiti, che i bisogni e le esigenze
dell’altro. Se saprete tenere conto di questi semplici punti, sarete già a metà
del sentiero, tenendo presente che non si percorre una strada insieme se non se
ne ha alcuna voglia. Per questo motivo ogni giorno abbiamo di fronte relazioni
distruttive, che non sfociano mai in una piena completezza e felicità.
C’è un
modo sereno e dannatamente “leggero” che ho di conoscere le persone, ovvero una
frase o un motto che spesso nel tempo ho ripetuto a me stessa e agli altri:
“CONOSCERSI NON E’ UNA SFIDA”. Non si deve puntare all’obiettivo finale di
plasmare l’altro in base alle nostre esigenze, E SOPRATTUTTO, MAI CONSIDERARE
LA POSSIBILITA’ DI CAMBIARE IN BASE ALLE ESIGENZE DI QUALCUN ALTRO. Si tratta
di fatti molto più semplici, ovvero, avere il piacere di modificare dei pensieri,
degli atteggiamenti o delle abitudini, di comune accordo e senza imporsi
sull’altro.
Ricordatevelo
sempre quel motto, tutte le volte che penserete che impegnarsi in una relazione
sia cosa facile. Le relazioni sono cose talvolta complicate che però devono servire
solo a rendere più semplici le nostre vite.
Conoscersi
non è una sfida! A lunedì prossimo!
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