lunedì 27 gennaio 2014

UOMINI: ETERNI PETER PAN

La città pullula di uomini Peter Pan. Camminano per le strade da soli, ma avrebbero bisogno continuamente di una guida. Non di cani-guida ma di donne che li tengano per mano e li aiutino in cose semplici, chessò attraversare la strada, far partire la lavatrice, trovare degli escamotage per non fare la fila al supermercato, o stendere i panni in maniera da non doverli stirare appena saranno asciutti.

Seriamente, avete notato che certi uomini sono assolutamente persi senza l’ausilio di una donna? Fa tenerezza, ma sinceramente anche un po’ tristezza: siamo nel 2014 e alcuni di loro non sono in grado di fare alcune delle cose più semplici per una donna. Lasciamo perdere i semplici mestieri di casa. Non è che non li sanno fare. È che alla maggior parte di loro non va di farli, e quelle rare volte che sono costretti a mandare avanti una casa, lo fanno superficialmente. Per loro, fare i mestieri e tenere in ordine la casa è totalmente superfluo, e comunque è una roba di una fatica tremenda. È un po’ come quando noi donne siamo costrette a fare sport: noi donne non facciamo sport perché amiamo farlo; lo facciamo perché DOBBIAMO farlo: siamo costrette a farlo per cercare di mantenerci in forma, e se per almeno due volte a settimana non ci alleniamo, ci sentiamo terribilmente in colpa. Ecco, per gli uomini fare i mestieri è un po’ cosi’: una cosa che sono costretti a fare solo per necessità.

Ma gli uomini rispetto a noi sono anche terribilmente buffi e goffi: ad esempio, chessò, a volte non si tolgono i calzini mentre a letto fanno l’amore con noi. Si tolgono tutto, e ti tolgono di dosso tutto (anche se molti di loro nonostante l’età avanzata e l’esperienza in fatto di sesso, non hanno mai imparato a sganciare i gancetti del reggiseno) ma non so perché, di tanto in tanto fanno questa cosa orribile di tenersi i calzini addosso. Oppure scorreggiano. Si, gli uomini scorreggiano come se non ci fosse un futuro, come se le scorregge che fanno, non fossero evitabili in alcuna maniera. E lo fanno tranquillamente davanti a noi, spesso dopo poche volte che usciamo con loro. Noi siamo là sedute accanto a loro ad una romantica cena a due, vestite carine, truccate, pettinate, magari anche noi con lo stomaco pieno di flautolenza (ma non per questo ci sentiamo per forza in diritto di espellere), e loro, una volta fuori dal ristorante, producono delle puzzette atomiche, spesso anche rumorose, che continueranno a perpetrare anche più tardi nel nostro letto, tra le lenzuola pulite che avevamo appena cambiato. Ciò purtroppo non induce noi donne a sentirci libere di espellere a nostra volta, anzi! Se loro dopo una puzzetta si limitano a sorriderci come se fosse una cosa normalissima, per noi scorreggiare di fronte a loro è un sacrilegio di cui doverci vergognare nei secoli dei secoli. Se passiamo un week end insieme, noi moriamo di flautolenza per tutto il tempo, mentre loro svuotano i loro stomaci senza troppi problemi.

Ora, non voglio far scadere questo mio post con puerili discorsi sull’ espellere puzzette, ma vogliamo parlare – per esempio - di quanto ruttano gli uomini quando non sono in pubblico? Senza ritegno, come Fantozzi quando guardava la partita in tv mentre Pina era in cucina: il famoso rutto libero!

La verità è che gli uomini, contrariamente a noi, se ne fregano di tutto e tutti: fanno una imprecisata figura di merda per la strada? Loro se ne fregano. Fanno una puzzetta davanti alla loro donna? Loro se ne fregano. Inciampano su una buccia di banana e cadono col culo a terra? Ebbene, ancora una volta, loro se ne fregano.

Noi invece stiamo male vergognandoci per mesi di fronte a qualsiasi stupida figuraccia. A volte abbiamo paura di ciò che loro possono pensare di noi, quando magari loro non fanno assolutamente caso a ciò che ci terrorizza.

Gli uomini vivono rilassati, non sono interessati alle brutte figure, e in generale se ne fregano proprio.
Agli uomini piace sentirsi degli eterni Peter Pan, e comportarsi da bambini non cresciuti rispetto a situazioni che noi affrontiamo da persone adulte. Spesso le donne si stancano di averli accanto,  scelgono di troncare delle relazioni perché non si sentono pronte a far loro da madre.

In una maniera o in un’altra, gli uomini sono tutti degli eterni Peter pan. Tutti, ma proprio tutti, chi più, chi meno.
Non sono una femminista, non sono una presuntuosa, non sono una donna che pretende di sapere tutto. Però conosco gli uomini, e più li conosco, più mi convinco che la cosa migliore che posso fare è prendere le distanze dai Peter Pan.

lunedì 20 gennaio 2014

IN RICCHEZZA E IN POVERTA'.

Non so come facciano alcuni di noi in questa società a credere ancora nel grande amore. Ma ci vedete? Siamo schiavi di ogni cosa che produca ricchezza. Schiavi delle nostre automobili, che paghiamo profumatamente facendo i debiti a vita. Schiavi della benzina con la quale le alimentiamo, schiavi delle tasse, dei mutui, dei consistenti sforzi che facciamo per aggiudicarci una vita, non dico migliore, ma appena normale.

La mia fonte di ispirazione principale sono spesso le mie colleghe. Lavoro per un’azienda formata prevalentemente da donne, e nei “momenti di buco”, mi diverto a prendere appunti riguardo alle storie che vogliono raccontarmi. Arriva una collega sui quaranta, un pomeriggio come tanti. Carina. Non speciale, ma di sicuro “ben tenuta”. Ha un’aria da peperino e non dimostra l’età che ha. È gentile più o meno con tutti; sorride, scherza, scambia pareri. Però è annoiata dalla sua vita sentimentale. Ha un uomo fisso, una casa, un lavoro, una vita in cui in generale non le manca nulla. Non ha figli e non ne vuole. È contenta anche senza; anzi, forse avere dei figli la renderebbe più triste.

“Cosa ti manca?” chiedo. Non ci pensa nemmeno un minuto. Risponde: “Mi manca la possibilità di crogiolarmi in una vita che mi consenta di vivere bene anche senza fare dei minimi sacrifici”. Le mancano i soldi, dunque. Le manca la possibilità di vivere la stessa vita di adesso, senza dover lavorare. Non potrebbe lasciare il lavoro e dedicarsi a delle passioni, oppure chessò, riposarsi solo in casa? No, non può. Ha una storia con un uomo il cui stipendio da solo non le consente di vivere come vorrebbe. Deve lavorare per forza. E che c’è di male a lavorare per assicurarsi una vita dignitosa, anziché scegliere di non contribuire al budget familiare? Non abbiamo forse lottato anni e anni, noi donne, per avere dei mestieri che ci consentissero di vivere senza dover per forza dipendere da un uomo? Si certo, ma alcune di noi non ne sono mica contente…

Dice una frase ad un certo punto della conversazione che mi ispira il post di questa settimana:
“L’amore finisce, la passione anche. Finisce il brivido, il momento di condivisione, a volte finisce pure l’affetto. L’unica cosa che ti dà sicurezza, e che ti consente di vivere una vita felice quando tutto questo è finito, sono i soldi. Ora come ora non lascerei mai il mio compagno, ma potendo tornare indietro, come donna sceglierei uno ricco…”.

Ecco, per una volta nella vita non so più come replicare. Sono senza parole, e non perché l’affermazione mi abbia scioccata, ma perché, in tutta la sua tremenda verità, si tratta di una considerazione realistica. Una lucida considerazione dei fatti che mi fa scattare la riflessione. Quando ero più giovane, il parametro “soldi e posizione sociale” non erano due fattori che consideravo importanti in un uomo, o importanti ai fini della buona riuscita di una relazione. Credevo che davvero il mondo fosse tutto rose e fiori, che quando ci si ammalava, non servissero i soldi per guarire più in fretta o per usfruire delle cure migliori. Credevo che la formuletta recitata in chiesa “nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia”, fossero romanticamente autentiche. Non è che ora io sia orientata solo ed esclusivamente verso uomini che possano assicurarmi una vita più semplice grazie ai loro soldi, PERO’ INSOMMA, COMINCIO UN PO’ A SCINDERE TRA QUELLI CHE CARINAMENTE EVITANO DI FARMI PAGARE IL CONTO IN PIZZERIA O ALL’APERITIVO, E QUELLI CHE INVECE SONO COSTRETTI A CHIEDERE LA MIA PARTE.

È possibile che nel tempo noi donne siamo diventate più venali, più comode nella parte di quelle che vorrebbero una vita più semplice a costo zero. La legge in caso di separazioni è totalmente dalla nostra parte, e se vogliamo rovinare un uomo sul finire di un grande amore, abbiamo tutte le carte in regola per poterlo fare. Inoltre, viviamo gli anni intensi della recessione, quelli in cui qualcuno non arriva alla terza settimana, quelli in cui preferiamo andare dal parrucchiere una volta di meno, e risparmiare anziché sprecare. Ma la questione non è proprio tutta e solo quella. Il fatto vero è che con un uomo che può assicurarci un sostentamento nel caso di penuria, noi ci sentiamo più al sicuro. Gli uomini che mi leggono diranno che siamo delle stronze, che guardiamo il soldo prima ancora del sentimento. Cercate di mettervi in discussione e di guardare la realtà dei fatti: Antropologicamente e da che mondo è mondo, la donna ha bisogno di sicurezze. La sicurezza che ci amerete (non dico per sempre) ma a lungo, certo! E poi la sicurezza che insieme a voi saremo in grado di costruirci un futuro solido, per noi e per le generazioni che decideremo di mettere al mondo. Lasciate perdere che poi il femminismo ha sovvertito questo concetto estremizzandolo e facendo girare la teoria che da sole ce la potevamo fare senza di voi. Ce la facciamo ANCHE senza di voi, sicuro! Molte di noi anzi, sono costrette a farcela anche senza di voi. PERO’ ECCO, NON SO BENE COME SPIEGARLO, MA IL FATTO E’ CHE SE VOI CI SIETE, CI SENTIAMO ANCORA PIU’ SICURE. SAPPIAMO CHE QUALSIASI SCELTA FAREMO NELLA NOSTRA VITA (CHE SIA QUELLA DI DIVENTARE MADRE E DI CRESCERE DEI FIGLI, O CHE SIA QUELLA DI CONCENTRARCI SULLA NOSTRA VITA PRIVATA ANZICHE’ SUL LAVORO) VOI CI SARETE SEMPRE, E CI SOSTERRETE FINO A QUANDO L’AMORE NON FINIRA’.

Noi dunque non siamo stronze o venali, o pigre, o adagiate su uno stile di vita che desideriamo a tutti i costi. Molte di noi lo sono. Molte scelgono di uscire con uomini che hanno una bella macchina e un portafoglio gonfio, dimenticando la sostanza delle cose. La maggior parte di noi però, vede la sicurezza in ciò che voi definite furbizia.

Questo non vuol dire allora che nella nostra società, tutti quelli che hanno uno stipendio misero non troveranno mai nessuna donna disposta ad amarli. Vuol dire solo che in una zona del mondo, da qualche parte, ognuno di noi ha una metà della mela pronta ad amare per ciò che siamo e per ciò che abbiamo. Il punto sta nello stabilire quanta sicurezza può dare ad una donna quella metà della mela.
Guardatevi uomini che camminate per le strade di questa città o per tutte le strade del mondo: potete veramente dirvi fieri e convinti di pronunciare la seguente frase ad una donna che amate davvero? “IO TI TERRO’ AL SICURO ACCANTO A ME, QUALSIASI COSA ACCADA”.

Non c’entrano il vostro stipendio, l’auto che guidate, la marca di jeans che indossate. C’entra quanto siete disposti a trasmettere sicurezza e garanzie all’altro sesso. 

lunedì 13 gennaio 2014

LE DONNE, IL SESSO, L'AMORE.

In un’epoca priva di valori e fatta solo di sfruttamento e di “mors tua vita mea”, il concetto di amore e sentimento è un’utopia che vola alta nei cieli, lassù dove noi non la possiamo raggiungere. L’amore non è affatto legato per forza al concetto di sesso, anzi, il sesso ormai cammina da solo senza sapere di preciso dove andare a parare. Sarebbe comodo pensare che la visione di sesso e amore distaccati, riguardi solo l’emisfero maschile. Non per stupide ragioni di sessismo, però insomma, si sa bene che gli uomini sanno far funzionare i loro “muscoli” anche senza essere necessariamente coinvolti.

E le donne? In teoria le donne no. Per le donne, fare all’amore è un po’ come “saper far di conto”, ovvero, normalmente il sesso e il coinvolgimento mentale, sono due concetti strettamente legati per una donna… O FORSE DOVREMMO DIRE PIUTTOSTO “ERANO DUE CONCETTI STRETTAMENTE LEGATI…”
In passato, quando le donne non sapevano di possedere una vagina e dei punti che potevano provocare loro esperienze extra-sensoriali, era tutto più semplice! La donna era un oggetto, e come tale andava trattato. Per questo motivo, gli uomini potevano possederne di diverse, e anzi, più ne avevano, più venivano considerati come dei “ grandi amatori”. Forse ogni grande amatore ha avuto almeno una donna alla quale si è sentito più legato sentimentalmente rispetto alle altre, ma questa è un’altra storia.

…fatto sta che, da qualche tempo a questa parte, complice anche il ribaltamento dei ruoli, e (come dicevo sopra), la consapevolezza di possedere una vagina, ANCHE LE DONNE HANNO IMPARATO A DISTINGUERE IL PIACERE FISICO DA QUELLO MENTALE, e si sono quindi inoltrate nel meraviglioso mondo del sesso senza amore. L’attrazione fisica c’entra un po’, ma nella maggior parte dei casi, ciò che porta le donne alla distinzione, E’ PREVALENTEMENTE LA RICERCA DEL PIACERE.

L’era in cui fingevamo il mal di testa a tarda sera è finita già da un pezzo, o forse l’escamotage dell’emicrania continua ancora, MA SEMPRE E SOLO CON GLI UOMINI CON CUI NON VOGLIAMO CONCEDERCI. Con tutti gli altri invece, siamo noi a decidere quando, come, e perché. E ogni volta che decidiamo, NON LO FACCIAMO PIU’ PER AMORE O PER CONCESSIONE DELLA SPLENDIDA VIRTU’ CHE POSSEDIAMO TRA LE COSCE, MA PIUTTOSTO PER SENTIRCI APPAGATE, PERCHE’ IL SESSO E’ UNA COMPONENTE FONDAMENTALE DELLE NOSTRE ESISTENZE, E COME TALE VA CONCEPITO.

Le donne sono davvero in grado di distinguere l’atto fisico da quello mentale? Il sesso da solo è una risposta al femminile? Anatomicamente e fisicamente si! Diversamente dagli uomini infatti, possiamo avere un rapporto ANCHE fingendo di essere molto coinvolte. Chi se ne accorge? (in genere, NON gli uomini con i quali facciamo l’amore!!!). Ma la domanda è: RIUSCIAMO A FARE L’AMORE SENZA PROVARE ALCUN SENTIMENTO PER L’UOMO CHE SCEGLIAMO? Nel 2014 (e ormai da molto molto tempo) si!

E’ stato grazie alla rivoluzione sessuale, all’aumento delle consapevolezze in merito al lavoro, alla vita, e ad altre questioni, che abbiamo scoperto di essere in grado di provare piacere fisico anche senza essere necessariamente coinvolte cerebralmente. Ci sono donne che frequentano uomini SOLO per ragioni fisiche. Poi però subentrano altri fattori e cioè la capacità di impiego del capitale seduttivo, e soprattutto l’intimità. Per una donna è molto più facile che abituali momenti di intimità fisica con un uomo si trasformino in amore, o comunque in ciò che viene comunemente chiamato affetto. Fare l’amore abitualmente con un uomo per il quale non siamo molto prese, col tempo potrebbe portarci ad amarlo, perché l’intimità fisica e la nostra capacità di impiegare il nostro capitale seduttivo, vanno di pari passo col concetto di sentimento.

Il mio personale pensiero quindi è che le donne non saranno mai capaci di distinguere l’atto sessuale dall’innamoramento, tenendoli separati, o perlomeno, non saranno in grado di farlo per un tempo prolungato. Se il sesso è abituale e fatto bene, dà il cambio all’affetto e all’empatia poco dopo.
Vi ricordate la trama di “nove settimane e mezzo”? Lei e lui si incontrano e intraprendono una storia fatta più che altro di notti e giornate di sesso sfrenato. Il sesso dura nove settimane e mezzo appunto, al termine delle quali i due devono decidere se spezzare l’idillio dell’empatia fisica a causa dell’ AMORE, oppure lasciarsi.

Non mi interessa stabilire quante coppie restano insieme subito dopo aver superato la reciproca empatia fisica, piuttosto oggi ci tenevo a sottolineare quanto sia incredibilmente utile nella nostra società, la consapevolezza del concetto del piacere delle donne dopo molti anni di sesso “subìto” quasi come fosse un dovere.


Le donne hanno le stesse pulsioni fisiche degli uomini (anzi, forse ne hanno addirittura di più), ma ciò che le distingue da questi ultimi, è la rara capacità di trasformarle in affetto.
 

lunedì 6 gennaio 2014

L'AMORE DURA SEI GIORNI. (resoconto delle vacanze e dell'inizio 2014 di una blogger single)

Questo Natale mi sono “fidanzata” per sei giorni! Già ridete lo so, perché l’ironia di Ilenia (e di questo blog) salverà il mondo!
Il 19 dicembre avevo conosciuto per caso un nuovo ragazzo: mi trovavo in un locale al centro di Roma per assistere ad un concerto insieme ad altri amici. in verità c’ero andata accompagnata da un altro, ma a metà serata le nostre strade hanno preso “corsie opposte”. Insomma si, sono entrata nel locale con un ragazzo, e sono uscita con un altro. Non è sicuramente un atteggiamento da imitare, ma mi sento di dire che non è nemmeno da condannare: il rapporto tra me e il primo ragazzo in questione non era affatto stabile né stabilito, quindi qualsiasi altra conoscenza improvvisa, sarebbe stata ben accetta da parte di entrambi (uhm!).

Il secondo ragazzo non era fisicamente un adone: i tipi con la barba non mi sono mai piaciuti, ma via via che andava avanti la serata, mi sono persa nelle sue chiacchiere e nella sua estrema simpatia. Parliamoci chiaro: gli uomini che ci fanno ridere vincono dieci a zero. Lascio quindi il locale insieme al secondo ragazzo, e passo una serata esilarante di fronte a due pizze e a una coca, molte chiacchiere che creano empatia, e la promessa di rivederci e risentirci presto. Sotto casa, lui vuole il mio numero ed io - ben contenta di essere proiettata verso un nuovo anno pieno di novità dal punto di vista sentimentale - glielo lascio.

Nel variegato mondo dei singles, un normale scambio di numeri di telefono può significare tutto e non può significare niente. In linea di massima le nuove conoscenze vanno e vengono: qualcuno sparisce per poi ripalesarsi in momenti inaspettati. Tuttavia il giorno dopo il nuovo ragazzo mi chiama e passiamo circa cinquanta (cinquanta!!!) minuti al telefono. Pazzesco! Si riverifica la stessa empatia della sera precedente, solo che al termine dell’idillio telefonico ho un galante invito a bere un bicchiere di vino la sera successiva. Detto fatto, accetto!
La serata si preannuncia divertente: lui è vestito diversamente rispetto alla prima sera. È più elegante, curato, oserei dire “costruito” rispetto a quando l’ho conosciuto e vestiva i panni del ragazzo semplice. Ne sono un tantino dispiaciuta, ma passo comunque una bella serata, al termine della quale ci baciamo prima di salutarci.

Nel variegato mondo dei singles, un bacio dato sotto casa in macchina come quando si era adolescenti, può significare tutto e non può significare niente, TUTTAVIA il ragazzo mi stupisce di nuovo, perché nel congedarsi dichiara che mi richiamerà il giorno successivo, e il giorno successivo, LO FA! Non sparisce, non si nasconde dietro un dito per attuare tutte quelle stupide tattiche che rappresentano il preludio al fatto che una relazione non decollerà mai, ma flirta con me “come se non ci fosse un domani!!!”.

Inizio a farmi prendere dai pensieri: vediamo… conosco un ragazzo nuovo (in maniera del tutto casuale) mentre il nuovo anno sta per iniziare, e il ragazzo in questione è gentile, simpatico, intelligente, discorsivo, e soprattutto, sembra essere ben disposto a coltivare la mia conoscenza. Inizio a credere che l’oroscopo di Branko che ho letto qualche giorno prima, possa essere veritiero, e alla soglia dei trentatrè anni, inizio anche a pensare che potrei aver incontrato un uomo veramente degno, senza averlo mai cercato.

Nei quattro giorni successivi procede tutto a gonfie vele: le sue telefonate arrivano puntuali, i suoi messaggini simpatici non si fanno attendere, e inoltre, ricevo un invito per la sera di Natale a conoscere i suoi amici in un pub. La cosa mi getta nell’inquietudine: SARA’ GIUSTO FARSI TRAGHETTARE DA UN RAGAZZO CHE NON CONOSCO PER NIENTE, AD UNA SERATA CON I SUOI AMICI DURANTE LA QUALE CI SARA’ QUALCHE PRESENTAZIONE UFFICIALE?
LA RISPOSTA E’: NON LO SAPREMO MAI, e sapete perché? La mattina del 25 dicembre, a sei giorni dall’inizio del nostro flirt, il nuovo ragazzo mi chiama alle 12, mentre sto raggiungendo degli amici fuori città. Come sempre, telefonata piena di flirt: ed empatia. Al termine della conversazione, ci salutiamo dicendoci che la sera stessa ci vedremo intorno alle 22 per la famosa serata in compagnia dei suoi amici. alle 18,30 lascio casa dei miei amici, e alle 19,15 sono a casa mia, pronta per entrare in doccia e prepararmi ad uscire.

Non entrerò mai in doccia, non sceglierò mai i vestiti dall’armadio, e non uscirò con lui quella sera. Alle 19,15 infatti, il ragazzo “perfetto” è inspiegabilmente diventato UN DEMONIO. Al telefono ha una voce diversa rispetto al solito, e le sue parole mi stanno dicendo con una scusa che quella sera non ci vedremo. La magia non era manco iniziata che è già finita. Dalle sue parole percepisco già che la sua “buca di Natale” sarà un preludio alla sua sparizione definitiva.

Infatti ad oggi non abbiamo ancora sue notizie, e anzi, se qualcuno di voi conoscesse un ragazzo simpatico, 34enne di Roma, pieno di ideali ed interessi, per favore mi scriva in privato per informarmi del fatto che non è morto, e che anzi, gode di ottima salute.
Nel frattempo ho richiamato quello che avevo abbandonato nel locale appena sei giorni prima. Al momento abbiamo una relazione che potrebbe durare dalle 3 ore ai tre anni circa.

Anche perché, com’era il titolo di quel film commedia di qualche anno fa? Ah si!
L’AMORE DURA TRE ANNI (…oppure sei giorni!).