lunedì 20 gennaio 2014

IN RICCHEZZA E IN POVERTA'.

Non so come facciano alcuni di noi in questa società a credere ancora nel grande amore. Ma ci vedete? Siamo schiavi di ogni cosa che produca ricchezza. Schiavi delle nostre automobili, che paghiamo profumatamente facendo i debiti a vita. Schiavi della benzina con la quale le alimentiamo, schiavi delle tasse, dei mutui, dei consistenti sforzi che facciamo per aggiudicarci una vita, non dico migliore, ma appena normale.

La mia fonte di ispirazione principale sono spesso le mie colleghe. Lavoro per un’azienda formata prevalentemente da donne, e nei “momenti di buco”, mi diverto a prendere appunti riguardo alle storie che vogliono raccontarmi. Arriva una collega sui quaranta, un pomeriggio come tanti. Carina. Non speciale, ma di sicuro “ben tenuta”. Ha un’aria da peperino e non dimostra l’età che ha. È gentile più o meno con tutti; sorride, scherza, scambia pareri. Però è annoiata dalla sua vita sentimentale. Ha un uomo fisso, una casa, un lavoro, una vita in cui in generale non le manca nulla. Non ha figli e non ne vuole. È contenta anche senza; anzi, forse avere dei figli la renderebbe più triste.

“Cosa ti manca?” chiedo. Non ci pensa nemmeno un minuto. Risponde: “Mi manca la possibilità di crogiolarmi in una vita che mi consenta di vivere bene anche senza fare dei minimi sacrifici”. Le mancano i soldi, dunque. Le manca la possibilità di vivere la stessa vita di adesso, senza dover lavorare. Non potrebbe lasciare il lavoro e dedicarsi a delle passioni, oppure chessò, riposarsi solo in casa? No, non può. Ha una storia con un uomo il cui stipendio da solo non le consente di vivere come vorrebbe. Deve lavorare per forza. E che c’è di male a lavorare per assicurarsi una vita dignitosa, anziché scegliere di non contribuire al budget familiare? Non abbiamo forse lottato anni e anni, noi donne, per avere dei mestieri che ci consentissero di vivere senza dover per forza dipendere da un uomo? Si certo, ma alcune di noi non ne sono mica contente…

Dice una frase ad un certo punto della conversazione che mi ispira il post di questa settimana:
“L’amore finisce, la passione anche. Finisce il brivido, il momento di condivisione, a volte finisce pure l’affetto. L’unica cosa che ti dà sicurezza, e che ti consente di vivere una vita felice quando tutto questo è finito, sono i soldi. Ora come ora non lascerei mai il mio compagno, ma potendo tornare indietro, come donna sceglierei uno ricco…”.

Ecco, per una volta nella vita non so più come replicare. Sono senza parole, e non perché l’affermazione mi abbia scioccata, ma perché, in tutta la sua tremenda verità, si tratta di una considerazione realistica. Una lucida considerazione dei fatti che mi fa scattare la riflessione. Quando ero più giovane, il parametro “soldi e posizione sociale” non erano due fattori che consideravo importanti in un uomo, o importanti ai fini della buona riuscita di una relazione. Credevo che davvero il mondo fosse tutto rose e fiori, che quando ci si ammalava, non servissero i soldi per guarire più in fretta o per usfruire delle cure migliori. Credevo che la formuletta recitata in chiesa “nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia”, fossero romanticamente autentiche. Non è che ora io sia orientata solo ed esclusivamente verso uomini che possano assicurarmi una vita più semplice grazie ai loro soldi, PERO’ INSOMMA, COMINCIO UN PO’ A SCINDERE TRA QUELLI CHE CARINAMENTE EVITANO DI FARMI PAGARE IL CONTO IN PIZZERIA O ALL’APERITIVO, E QUELLI CHE INVECE SONO COSTRETTI A CHIEDERE LA MIA PARTE.

È possibile che nel tempo noi donne siamo diventate più venali, più comode nella parte di quelle che vorrebbero una vita più semplice a costo zero. La legge in caso di separazioni è totalmente dalla nostra parte, e se vogliamo rovinare un uomo sul finire di un grande amore, abbiamo tutte le carte in regola per poterlo fare. Inoltre, viviamo gli anni intensi della recessione, quelli in cui qualcuno non arriva alla terza settimana, quelli in cui preferiamo andare dal parrucchiere una volta di meno, e risparmiare anziché sprecare. Ma la questione non è proprio tutta e solo quella. Il fatto vero è che con un uomo che può assicurarci un sostentamento nel caso di penuria, noi ci sentiamo più al sicuro. Gli uomini che mi leggono diranno che siamo delle stronze, che guardiamo il soldo prima ancora del sentimento. Cercate di mettervi in discussione e di guardare la realtà dei fatti: Antropologicamente e da che mondo è mondo, la donna ha bisogno di sicurezze. La sicurezza che ci amerete (non dico per sempre) ma a lungo, certo! E poi la sicurezza che insieme a voi saremo in grado di costruirci un futuro solido, per noi e per le generazioni che decideremo di mettere al mondo. Lasciate perdere che poi il femminismo ha sovvertito questo concetto estremizzandolo e facendo girare la teoria che da sole ce la potevamo fare senza di voi. Ce la facciamo ANCHE senza di voi, sicuro! Molte di noi anzi, sono costrette a farcela anche senza di voi. PERO’ ECCO, NON SO BENE COME SPIEGARLO, MA IL FATTO E’ CHE SE VOI CI SIETE, CI SENTIAMO ANCORA PIU’ SICURE. SAPPIAMO CHE QUALSIASI SCELTA FAREMO NELLA NOSTRA VITA (CHE SIA QUELLA DI DIVENTARE MADRE E DI CRESCERE DEI FIGLI, O CHE SIA QUELLA DI CONCENTRARCI SULLA NOSTRA VITA PRIVATA ANZICHE’ SUL LAVORO) VOI CI SARETE SEMPRE, E CI SOSTERRETE FINO A QUANDO L’AMORE NON FINIRA’.

Noi dunque non siamo stronze o venali, o pigre, o adagiate su uno stile di vita che desideriamo a tutti i costi. Molte di noi lo sono. Molte scelgono di uscire con uomini che hanno una bella macchina e un portafoglio gonfio, dimenticando la sostanza delle cose. La maggior parte di noi però, vede la sicurezza in ciò che voi definite furbizia.

Questo non vuol dire allora che nella nostra società, tutti quelli che hanno uno stipendio misero non troveranno mai nessuna donna disposta ad amarli. Vuol dire solo che in una zona del mondo, da qualche parte, ognuno di noi ha una metà della mela pronta ad amare per ciò che siamo e per ciò che abbiamo. Il punto sta nello stabilire quanta sicurezza può dare ad una donna quella metà della mela.
Guardatevi uomini che camminate per le strade di questa città o per tutte le strade del mondo: potete veramente dirvi fieri e convinti di pronunciare la seguente frase ad una donna che amate davvero? “IO TI TERRO’ AL SICURO ACCANTO A ME, QUALSIASI COSA ACCADA”.

Non c’entrano il vostro stipendio, l’auto che guidate, la marca di jeans che indossate. C’entra quanto siete disposti a trasmettere sicurezza e garanzie all’altro sesso. 

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