Un
pomeriggio qualsiasi a lavoro, chiacchierando con una collega del più e del
meno. Non è che l’argomento “uomini” debba per forza essere una costante nelle
nostre vite, però a volte ci ritroviamo a scambiarci pareri più o meno simili
sull’argomento, riscontrando TUTTE un certo calo di sanità mentale nei
maschietti. E questo, non certo perché siamo coalizzate o di parte.
Lei
conosce un tipo ad un aperitivo, e dopo il normale scambio di battute, si passa
al numero di telefono. Da lì al flirt il passo è brevissimo: messaggini,
whatsapp, scambi di battute; stranamente nessuna telefonata. Apro parentesi:
avete notato quanto si è tirchi sulle telefonate ultimamente, nonostante i
gestori delle società telefoniche
svendano minuti illimitati di conversazione al mese? Vabbè, forse la voglia di
parlarsi e di sentire crescere dentro l’emozione suscitata dalle voci al
telefono, è un’immagine lontana che appartiene, chessò, agli anni ’80. Comunque,
dopo lo scambio del numero, lui la invita a qualche serata. Niente di intimo,
solo aperitivi con altri amici o altre robe “collettive”, che per carità,
all’inizio di una conoscenza ci stanno pure bene. Lei raccoglie l’invito,
partecipa insieme ad altre amiche, ma non accade niente tra di loro.
Nei
giorni successivi, i due passano le loro giornate attaccati a “whatsapp” a
messaggiare: si scrivono di tutto, dal semplice racconto su come passeranno la
giornata, agli altri inviti ad aperitivi e feste in spiaggia. La differenza con
le settimane precedenti, è che lui inizia a trovare scuse per non partecipare
più ad alcun evento, e lei inizia ad aspettare che si ripresenti l’occasione
per il prossimo incontro. Nel frattempo, ci sono sempre i messaggini da parte
di lui, che però iniziano a diventare più sporadici, fino quasi ad arrivare
alla sparizione totale del tizio in questione.
Ora
voi direte “che c’è di strano?”… è solo che lui non è convinto che la tipa gli
piaccia davvero, e quindi, nel dubbio, preferisce abbandonare il piacere della
conquista e ritirarsi. Oppure (fatto ancor più probabile) il tipo in questione
ha già le mani in pasta in un’altra situazione. ok perfetto, accetto ogni tipo
di spiegazione più o meno semplicistica. Ciò che però non possiamo accettare in
nessuna maniera, è il cazzeggio (o flirt che dir si voglia) che non porta ad
alcuna conclusione.
SIAMO
STANCHI SU!
Voglio
dire, bello il flirt, belli i messaggini, bello svegliarsi col buongiorno di
qualcuno che ci attira, bello avere qualcuno nella nostra rubrica che ci
dedichi qualche minuto d’importanza, ma che gusto c’è se poi la cosa finisce
così, senza manco una conclusione di sorta?
Esiste
ancora un termine o un finale al quale si arriva dopo aver perso dei momenti
della propria vita sulla chat di uno smart-phone a scambiarsi carinerie con uno
appena conosciuto? Non più.
Questa
pratica non è più in voga: c’è un benedetto inizio di flirt, una maledetta
prosecuzione di conoscenza che potrebbe voler dire tutto e niente, e
ASSOLUTAMENTE, NESSUNISSIMA CONCLUSIONE.
Per
“conclusione” non intendo la decisione fatidica di iniziare una frequentazione
o una relazione. Da quello siamo ancora lontanissimi: viviamo in una società in
cui non ci va nemmeno più di fare la lista della spesa e di decidere cosa
mangeremo a pranzo, figuriamoci se ce la sentiamo di stabilire quando inizia e
finisce una relazione! Io intendo per “conclusione”, una normale forma di
continuità nel rapporto. E se anche il punto di conclusione fosse una nottata
di sesso folle, saremmo comunque tutti più contenti lo stesso, o no?
Perché
si gioca a nascondino utilizzando le sparizioni alla David Copperfield, per poi
tornare in grande stile magari facendo un complimento o rinnovando un invito ad
un evento al quale – in ogni caso – non ci presenteremo? Ci sentiamo davvero
così tanto soli (ma al contempo spaventati dalle relazioni uomo-donna), da
ridurle solo ad una continua conversazione fatta di messaggini scritti che ci
consentono di nascondere le nostre facce? E poi, perché lo facciamo? E’ solo
per il piacere di sentirci al centro del mondo facendoci cercare da molte
persone, o va ancora di moda l’idea della tattica che ci fa sentire più
desiderabili?
Continuo
a credere che in questi anni, gli uomini e le donne siano diventati vittime dei
loro stessi atteggiamenti equivoci, e che si ritrovino in situazioni poco
chiare, solo per una questione di presunzione e di eccessiva sicurezza in se
stessi.
A
cosa serve essere circondati da milioni di nuove conoscenze, e avere il
telefono che suona continuamente come un centralino, se poi non siamo attratti
da nessuno e non “concludiamo” praticamente con nessuno?
Una
cosa è certa comunque: i gestori telefonici (e tutti coloro che gli girano
intorno e che si sono arricchiti con le offerte di giga per navigare) vivono
più felici di tutti quelli che oramai, delle suddette offerte, sono vittime,
diventando in una triste maniera, sempre più inconsapevolmente asociali.
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