lunedì 30 settembre 2013

SPARIZIONI E INCONCLUDENTI SITUAZIONI.


Un pomeriggio qualsiasi a lavoro, chiacchierando con una collega del più e del meno. Non è che l’argomento “uomini” debba per forza essere una costante nelle nostre vite, però a volte ci ritroviamo a scambiarci pareri più o meno simili sull’argomento, riscontrando TUTTE un certo calo di sanità mentale nei maschietti. E questo, non certo perché siamo coalizzate o di parte.

Lei conosce un tipo ad un aperitivo, e dopo il normale scambio di battute, si passa al numero di telefono. Da lì al flirt il passo è brevissimo: messaggini, whatsapp, scambi di battute; stranamente nessuna telefonata. Apro parentesi: avete notato quanto si è tirchi sulle telefonate ultimamente, nonostante i gestori  delle società telefoniche svendano minuti illimitati di conversazione al mese? Vabbè, forse la voglia di parlarsi e di sentire crescere dentro l’emozione suscitata dalle voci al telefono, è un’immagine lontana che appartiene, chessò, agli anni ’80. Comunque, dopo lo scambio del numero, lui la invita a qualche serata. Niente di intimo, solo aperitivi con altri amici o altre robe “collettive”, che per carità, all’inizio di una conoscenza ci stanno pure bene. Lei raccoglie l’invito, partecipa insieme ad altre amiche, ma non accade niente tra di loro.

Nei giorni successivi, i due passano le loro giornate attaccati a “whatsapp” a messaggiare: si scrivono di tutto, dal semplice racconto su come passeranno la giornata, agli altri inviti ad aperitivi e feste in spiaggia. La differenza con le settimane precedenti, è che lui inizia a trovare scuse per non partecipare più ad alcun evento, e lei inizia ad aspettare che si ripresenti l’occasione per il prossimo incontro. Nel frattempo, ci sono sempre i messaggini da parte di lui, che però iniziano a diventare più sporadici, fino quasi ad arrivare alla sparizione totale del tizio in questione.

Ora voi direte “che c’è di strano?”… è solo che lui non è convinto che la tipa gli piaccia davvero, e quindi, nel dubbio, preferisce abbandonare il piacere della conquista e ritirarsi. Oppure (fatto ancor più probabile) il tipo in questione ha già le mani in pasta in un’altra situazione. ok perfetto, accetto ogni tipo di spiegazione più o meno semplicistica. Ciò che però non possiamo accettare in nessuna maniera, è il cazzeggio (o flirt che dir si voglia) che non porta ad alcuna conclusione.

SIAMO STANCHI SU!

Voglio dire, bello il flirt, belli i messaggini, bello svegliarsi col buongiorno di qualcuno che ci attira, bello avere qualcuno nella nostra rubrica che ci dedichi qualche minuto d’importanza, ma che gusto c’è se poi la cosa finisce così, senza manco una conclusione di sorta?

Esiste ancora un termine o un finale al quale si arriva dopo aver perso dei momenti della propria vita sulla chat di uno smart-phone a scambiarsi carinerie con uno appena conosciuto? Non più.

Questa pratica non è più in voga: c’è un benedetto inizio di flirt, una maledetta prosecuzione di conoscenza che potrebbe voler dire tutto e niente, e ASSOLUTAMENTE, NESSUNISSIMA CONCLUSIONE.

Per “conclusione” non intendo la decisione fatidica di iniziare una frequentazione o una relazione. Da quello siamo ancora lontanissimi: viviamo in una società in cui non ci va nemmeno più di fare la lista della spesa e di decidere cosa mangeremo a pranzo, figuriamoci se ce la sentiamo di stabilire quando inizia e finisce una relazione! Io intendo per “conclusione”, una normale forma di continuità nel rapporto. E se anche il punto di conclusione fosse una nottata di sesso folle, saremmo comunque tutti più contenti lo stesso, o no?

Perché si gioca a nascondino utilizzando le sparizioni alla David Copperfield, per poi tornare in grande stile magari facendo un complimento o rinnovando un invito ad un evento al quale – in ogni caso – non ci presenteremo? Ci sentiamo davvero così tanto soli (ma al contempo spaventati dalle relazioni uomo-donna), da ridurle solo ad una continua conversazione fatta di messaggini scritti che ci consentono di nascondere le nostre facce? E poi, perché lo facciamo? E’ solo per il piacere di sentirci al centro del mondo facendoci cercare da molte persone, o va ancora di moda l’idea della tattica che ci fa sentire più desiderabili?

Continuo a credere che in questi anni, gli uomini e le donne siano diventati vittime dei loro stessi atteggiamenti equivoci, e che si ritrovino in situazioni poco chiare, solo per una questione di presunzione e di eccessiva sicurezza in se stessi.

A cosa serve essere circondati da milioni di nuove conoscenze, e avere il telefono che suona continuamente come un centralino, se poi non siamo attratti da nessuno e non “concludiamo” praticamente con nessuno?

Una cosa è certa comunque: i gestori telefonici (e tutti coloro che gli girano intorno e che si sono arricchiti con le offerte di giga per navigare) vivono più felici di tutti quelli che oramai, delle suddette offerte, sono vittime, diventando in una triste maniera, sempre più inconsapevolmente asociali.
 

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