lunedì 27 aprile 2015

TROVARSI.

Ho passato qualche giorno a letto con l’influenza, riflettendo, rimuginando, riflettendo, rimuginando.
Ho pensato al “trovarsi”. Trovarsi deve essere una delle più grandi soddisfazioni di questa epoca priva di sentimenti. Trovarsi vuol dire “riconoscersi”, vuol dire avere la sensazione (dal primo momento che conosciamo una persona) che sarà quella con la quale avremo voglia di passare un tempo indefinito. Trovarsi è avere delle passioni comuni (ed essere legati da esse), trovarsi vuol dire accettare pregi e difetti dell’altro, nel bene e nel male.
Le possibilità di trovarsi sono relativamente poche: nella maggior parte dei casi non ci si è trovati: ci si è adattati a ciò che le nostre vite richiedevano in quel momento, oppure si è preso un abbaglio, PERCHE’ CIO’ CHE STO PROVANDO A DESCRIVERVI IO OGGI QUANDO PARLO DI “TROVARSI” E’ QUALCOSA CHE INTIMAMENTE CRESCE DENTRO DI VOI, E LA SENTITE PIAN PIANO GIRARE NEL VOSTRO STOMACO, PER SALIRE SU FINO ALLA VOSTRA TESTA E DIRE “ECCO, HO TROVATO LA PERSONA PER ME!”.
I segnali sono tanti, ma come dicevo sopra, non vanno confusi con le caratteristiche che dell’altra persona adoriamo. Chessò, a te piace la carne di maiale, a me pure. Perfetto! Ci siamo trovati! No! Troppo facile così! Di sicuro molti fattori in comune possono avvicinarci, MA QUANDO SI VIVE NELLA VITA DI OGNI GIORNO, SI DEVE ESSERE PRONTI A GUARDARE OLTRE I PROPRI GUSTI IN COMUNE. CI VUOLE ALTRO, E L’ALTRO DI CUI PARLO IO E’ UNA COSA CHE NON HA MOLTE SPIEGAZIONI.
Ti chiedono cosa ami di lui, e tu rispondi “TUTTO. IO DI LUI AMO TUTTO. ANCHE LA PARTE PIU’ SCHIFOSA CHE LO RAPPRESENTA…”
“ok, e perché?”
“Non lo so perché. Lo amo e basta. Ci siamo trovati e basta”. (magari per tanto tempo vi siete chiesti pure voi perché amavate una persona, e di risposte ne avevate tante, ma ripeto, quelle risposte, ERANO LE CARATTERISTICHE CHE DI QUELLA PERSONA AMAVATE, NON ERANO “IL PERCHE’”).
Concetto forse un po’ complicato da comprendere, proviamo a ragionare esattamente al contrario. Ho la certezza matematica che in questo momento storico, su questa terra, ci siano pochissime persone che “si trovano”. La persona che avete accanto ad esempio, è sul serio quella con la quale sentite di esservi trovati? Oppure nella vostra vita c’è QUALCUN ALTRO (a parte quello ufficiale) con il quale avreste voluto “trovarvi”, ma con il quale per qualche strana ragione non siete arrivati fino al traguardo?
Pensate ai vostri matrimoni (o relazioni), e alla persona che per tutti i mesi antecedenti al vostro “si”, avete desiderato che fosse al posto di quella “ufficiale”. Suvvia, tutti quanti nella vita abbiamo una parte “confessata” e un’altra “non confessabile”. Nella vostra parte “non confessabile”, forse avreste voluto da sempre sposare un’altra persona, ma alla fine avete scelto quella ufficiale, perché in quel momento era la via più breve e semplice da percorrere. O MEGLIO, PERCHE’ IN QUEL MOMENTO ERA LA COSA GIUSTA DA FARE. Ascolto sempre le confidenze di tante persone che sanno che scrivo su questo blog, e sono tantissimi quelli che mi dicono “alla fine ho scelto lui/lei perché mi dava più sicurezza, perché rappresentava, come dire, la mia “zona di comfort”. Questo perché nelle nostre vite tarate da una certa età in poi non possiamo più permetterci di ragionare per passioni, bensì per “cose giuste da fare”. E non ho niente in contrario a riguardo, PERO’ LASCIATEMI AFFERMARE CHE OGNI RELAZIONE MANCATA SOSTITUITA DA UN’ALTRA – CHIAMIAMOLA – DI COMFORT, STA A SIGNIFICARE CHE NON CI SI E’ TROVATI, O MEGLIO, CHE SI E’ DECISO DI AFFIDARSI ALLA SICUREZZA DI UN RIPIEGO.
Agiamo razionalmente, però amiamo alla follia. Avete visto che strano contrasto? Vabbè, nemmeno tanto in fondo, se pensiamo che l’eterno conflitto di ogni individuo è rappresentato dal cuore che va contro la ragione.
E quindi ho pensato tanto al trovarsi, mentre la febbre forse mi faceva delirare un po’, e mi sono detta che la migliore conclusione di un rapporto, la più degna, poteva essere questa:
un individuo A è innamorato di un individuo B (quindi A vuole solo B). B invece, non si è trovato con A, però per lui A potrebbe essere una comoda zona di comfort. Un ripiego, insomma, che per non restare solo, intanto tiene lì. Ci passa del bel tempo insieme. Certo, A possiede dei difetti, che agli occhi di B diventano enormi, insormontabili. B vede soprattutto i difetti di A, e questo perché in realtà B è innamorato di un individuo C. L’individuo C, non rappresenta per B una zona di comfort come lo è A, bensì, B “SI E’ TROVATO CON C”, E NIENTE E NESSUNO GLI TOGLIERA’ DALLA TESTA CHE POTRA’ MAI ESSERE VERAMENTE FELICE SENZA “C”.
L’individuo B scatta tutte le volte che l’individuo C gli dice una parola, o gli trasmette una flebile speranza che la loro passione un giorno avrà un seguito. L’individuo A sta lì a guardare, e non si spiega il motivo per il quale di fronte a tanto amore che offre, l’individuo B corra sempre ad elemosinare dall’individuo C.
Volete sapere il colmo della faccenda? Ok, vado avanti e ve la racconto. L’individuo C a sua volta, ama e adora un individuo D che a sua volta non lo riama. E così il mondo va avanti, senza che NESSUNO SI “TROVI” MAI VERAMENTE, MA OGNUNO RAPPRESENTA LA ZONA DI COMFORT DI UN ALTRO VERSO IL QUALE SI E’ ADATTATO.
Lo so, questa settimana vi lascio con un po’ di formulette nella testa, e forse con qualche pensiero in più, però una cosa sola mi sento di dirvela: RISCOPRITE L’ESTREMA IMPORTANZA DEL TROVARVI. ANZI, VIVETE LE VOSTRE VITE SOLO PER TROVARVI.
Per me, è una formula di felicità.
A lunedì prossimo!


domenica 19 aprile 2015

COSA FARNE DEI PROPRI EX.


La parola “ex” è un apostrofo rosa tra le parole “passato” e “voglia di guardare oltre”. Ci sono ricordi che resteranno lì per sempre, nonostante il brutto di come è finita, nonostante le bugie, le prese in giro e le ripicche. Un ex non è per sempre: i bei ricordi che ci legano, si, ed è di quello che si deve continuare a vivere. Con coraggio.

Mi piace pensare che ogni storia d’amore sia esistita con un motivo preciso, il che equivale a dire che così come niente accade per caso, ogni persona è stata posizionata lungo il nostro cammino per insegnarci piu’ o meno qualcosa di buono: che si sia passati attraverso la sofferenza per imparare, poco importa. O meglio, in età matura dovremmo sempre essere in grado di proteggerci dal dolore, eppure, bisogna mettersi in testa che senza, non si cresce. È un po’ come quando ci mettiamo a dieta e riusciamo a vedere qualche risultato solo dopo esserci allenati ed aver fatto qualche rinuncia col cibo. L’amore è così: si fa indigestione, si gode quando “lo consumiamo”, e poi si soffre quando non c’è piu’. C’è poco da fare, accade anche nelle migliori famiglie.

Gli ex, dunque, servono a questo: a riflettere sugli errori, sulle bugie, su un passato che ci ha distrutti, su una sofferenza pregressa che non dovrà esistere mai piu’, e se proprio ci dovessimo trovare a riviverla nuovamente, dovrà presentarsi a noi in tutta un’altra forma, concepita per imparare una nuova lezione.

Quando si parla di ex, il verbo giusto da utilizzare è “chiudere”. Chiudere in un cassetto e non riaprirlo mai piu’, chiudere un uscio e fare in modo che la corrente fredda che ne proveniva, non ci sorprenda ancora con un fastidioso brivido. Insomma chiudere. Non sono ammesse né le minestre riscaldate, e tantomeno dei tristissimi incontri di sesso. Purtroppo amici, nemmeno il sesso (che forse era l’unica parte da salvare) è concesso. Non dieci volte, non saltuariamente, non una volta sola e basta. Il sesso confonde, ci inebria con un brivido che ci sposta verso un piano superiore, e per qualche tempo ci fa autoconvincere che tutto potrebbe essere diverso. Invece no. Palliativi, momenti di splendido sollievo, che in poco tempo, non appena riprenderemo contatto con la realtà, ci riporteranno nel solito triste baratro del “non può funzionare, né ora, né mai”.

Quando gli ex si rifanno vivi, non è quasi mai con intenzioni serie, o meglio, le possibilità che un ex che torna abbia intenzioni positive, sono ridottissime, e comunque, se abbiamo compreso veramente come gira il mondo, accetteremo solo una proposta di convivenza o di matrimonio (eppure attenzione, perché decidere di dare una svolta definitiva al rapporto con una persona con la quale non ha mai funzionato, potrebbe rappresentare un suicidio bello e buono, quindi è necessario pensarci ottocentocinquantamila volte).

Un ex che si insinua in una vita che ha preso una piega positiva, non lo fa quasi mai per caso: una su mille, arriva e distrugge ogni equilibrio da noi faticosamente costruito, e spesso e volentieri lo fa egoisticamente, senza manco pensare al danno che ci sta arrecando per l’ennesima volta. Treni a cinquecento all’ora, tornano apparentemente in pace, chiedendoci solo se ci possono chiamare perché avrebbero piacere di risentirci, ci vogliono bene, ed hanno sempre tenuto a noi. Ecco, è proprio su quel “ci vogliono bene” che dobbiamo soffermarci: noi non abbiamo bisogno che loro ci vogliano bene. Noi abbiamo bisogno che loro ci amino, praticamente quanto noi abbiamo amato loro (forse di piu’!). un ex che afferma di volerci bene, non ha capito proprio un cazzo della vita. Era l’amore ciò che mancava, non il bene che si vuole ad un fratello, ad un amico o ad un cane. L’a-m-o-r-e! e se non sai cos’è l’amore, puoi tornare da dove sei venuto, anzi, dove hai passato l’inverno, passaci anche l’estate.

C’è una sola roba giusta da fare con gli ex, e cioè mantenere vivi solo i ricordi belli, come se il negativo non fosse mai esistito, come se veramente una storia ci avesse lasciato un’onta di positività e una enorme crescita interiore. C’è qualcosa di molto positivo negli addii, ma non ce ne accorgiamo quando li pronunciamo, bensì, quando ormai siamo liberi.

Lasciate chiusi i cassetti delle vostre vite passate. È meglio così, fidatevi: ci sono altre nuove e migliori cose dietro l’angolo. Non ricadeteci! Dite “si” solo al nuovo che avanza!

venerdì 17 aprile 2015

PRESTO "QUI NON è Hollywood" AL COFFEE BEAN A OSTIENSE

"Ieri sera sono stata in un locale DELIZIOSISSIMO in zona Ostiense, qui a Roma. Si chiama "coffee bean" e non è solo un posto arredato finemente ed estremamente accogliente, ma anche un locale ben gestito da due giovani piccoli imprenditori.
E' aperto
dalla prima mattinata per golose colazioni
per il pranzo (con yogurt, frullati, insalate ed ogni tipo di delizia)...
per l'ora del tè (con una vasta gamma di tisane, tè, creme buonissime da assaporare in compagnia)
per l'aperitivo
per la cena
per il dopocena.
Al coffee bean potrete ascoltare ottima musica e perdervi nei libri o nei giochi di società presenti al piano inferiore, e non vi sentirete mai soli.
AL COFFEE BEAN QUALCUNO HA UNA PASSIONE PER IL MIO BLOG, ED IL PROGETTO (UNA DI QUESTE SERE) E' DI ORGANIZZARE DEI READING DOVE LEGGERO' QUALCHE PASSO ESILARANTE DEI MIEI SCRITTI.
Per me sarà un onore essere ospitata dal Coffee bean, dove le persone sono gentili, l'atmosfera è rilassata e la musica è buona.
Non esitate a visitare questo splendido angolino: il coffee bean si trova a Roma in Via Ostiense 355.
Diamo modo a questi giovani che hanno avuto il coraggio di non emigrare, di crearsi delle ottime ragioni per essere rimasti, mi raccomando!
https://plus.google.com/111701836102842571813/about

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domenica 12 aprile 2015

INVERSIONI DI TENDENZA NEI RAPPORTI UOMO-DONNA.


Abituiamoci una volta per tutte alle inversioni di tendenza. Viviamo in un momento storico in cui gli equilibri si sono invertiti: ad esempio, prima il potere economico era in mano all’occidente. Ora invece le maggiori potenze economiche mondiali sono a Oriente. Oppure chessò, in questa città ci eravamo abituati tutti a pensare che all’inizio di marzo fosse già primavera, e invece eccoci qui a inizio aprile, ancora ad indossare i cappotti pesanti. Oppure ancora, i cinesi e i russi, con la loro mancanza assoluta di stile, possono permettersi di fare acquisti nelle nostre migliori boutique, mentre noi facciamo la fame già alla seconda settimana.

Eh si, in tutto questo caos totale in cui non ci si capisce più nulla, una certa confusione nei rapporti uomo donna era anche normale. Era bello, anzi bellissimo, quando gli uomini erano uomini, e le donne, DONNE. No no, non parlo di quando nessuno aveva il coraggio di dichiarare la propria sessualità e di scegliere cosa essere e cosa gli doveva piacere. Quello fa parte di un momento anche oggi ancora oscuro, che non dovrebbe nemmeno esistere, e anzi, speriamo di superarlo presto. Io parlo proprio di quando i ruoli esistevano, e non avevamo timore (noi donne) ad essere “invitate, corteggiate, desiderate”, e voi uomini, ad invitarci, desiderarci, corteggiarci.

Ecco, parliamo di desiderio ad esempio: esiste un tempo per averlo, e un tempo per farlo calare. In genere queste tempistiche variano ANCHE in base all’età. Esiste (o meglio, esisteva) un tempo in cui gli uomini desideravano le donne. RIPETO: ESISTEVA UN TEMPO IN CUI GLI UOMINI DESIDERAVANO LE DONNE, e in cui, pure quei complimenti un po’ azzardati sui nostri occhi (che in realtà erano pur sempre complimenti sui nostri culi e le nostre tette) arrivavano dritti al nostro cospetto. Oggi quei tempi sono finiti, conclusi, dissolti nell’etere di un social network, dietro una foto profilo in cui ci si sente molto fighi, e tanti commenti di donne, grazie ai quali ci si sente degli adoni. Ed ecco qui che, come niente, gli uomini non sanno piu’ chi sono, e pure noi donne (diciamocelo) ci guardiamo intorno smarrite.

Ragazzi, ma cosa vi è successo?! Seriamente, cosa è capitato di brutto? Ancora quella vecchia storia che da dopo il femminismo avete iniziato ad avere paura di noi?! Ancora quella vecchia storia (vecchia quanto il mondo) che da dopo la rivoluzione sessuale, vi sentite minacciati, ed avete perso la sicurezza in voi? Ancora quella vecchia storia che le vostre madri vi hanno cresciuti in un’alcova di protezione, ed ora ogni donna che non sia come loro, per voi è “nulla”, inutile, assolutamente non desiderabile? Oppure non ci sono piu’ pasticche blu che tengano, perché il vostro fedele compagno di giochi vi ha abbandonati per sempre, arreso al vostro “mal di vivere” che vi rende immuni agli inviti di queste donne “profumiere?”. O ancora, è semplicemente la vostra indolenza, che vi fa dire no ad un invito (per così dire) un po’ “leggero”? SERIAMENTE UOMINI, MA CHE COSA VI E’ SUCCESSO?! E’ forse il terrore che una donna possa chiedervi qualcosa di piu’ successivamente ad un momento passato a disperdere calorie? Perché se è solo quello, guardate che noi donne sappiamo perfettamente a chi possiamo “affidarci” e a chi invece chiedere solo qualche ora di totale relax e sollazzo!!! Le donne, sono ancora in grado di scegliere, e se siete buoni solo per far sciogliere la cellulite con un po’ di moto, lo sanno! Poi certo, ogni tanto perdono pure il lume della ragione, ma se voi non siete quelli in cui riporre aspettative, se ne rendono conto.

Questa settimana ho avuto due esperienze di riflessione che mi hanno portata a scrivere questo post: la prima è stata con un tizio che non sono affatto sicura di voler frequentare, perché non è scattato niente. La seconda è con un altro che invece annovero da tempo tra quelli con cui avrei un’avventura di una sera, perché i suoi argomenti, il suo modo di ragionare e vedere le cose, mi piace. Ebbene, il primo se ne stava ad aspettare in religioso silenzio: avrebbe voluto proporre di divertirci da subito, eppure per rispetto non lo faceva. Oppure per non farmi fuggire, che ne so…

Il secondo invece era rispuntato dal niente, e quando uno rispunta dal niente, forse vuole concludere qualcosa… (o magari io mi sbaglio, ci può stare!). Tuttavia, non una parola, non uno scambio di sano e divertente cazzeggio. Sapete di quel cazzeggio divertente, da “stuzzico”, che al mattino ti fa svegliare senza pensieri subito dopo aver aperto gli occhi in un letto che non è il tuo?! Ecco, esattamente quello! Quel cazzeggio che in sé e per sé non ha assolutamente nulla di cattivo. Eppure niente, nessuna conclusione. Sono stata io a dover chiedere, e la risposta è stata un rifiuto. Un rifiuto che incasso e accetto con assoluta tranquillità, ma che tuttavia mi fa molto riflettere riguardo alla questione “uomini del 2015”. Fa brutto, ve lo confesso, che non accettiate nemmeno un invito ad una notte spensierata.

Così sono tornata da quello che non era il mio tipo, che nel frattempo, attendeva con religiosa discrezione, che ho apprezzato fino a quando non si è trattato di prendere in mano la situazione: il tipo ha saputo farci nella giusta maniera, e cioè non con il chiodo fisso perenne e fastidioso, bensì con la classica dichiarazione di pace “se me la dai, me la prendo e sono contento. Quel che viene dopo, non è un problema che mi sento di trattare ora…”.

Ebbene, il tipo che non m’interessa, forse verrà premiato. Il tipo che potenzialmente poteva interessarmi invece, è andato ad ingrossare le file degli ignavi, ma tanto sono sicura che per lui questo non sarà un grosso problema… e francamente nemmeno per me.

Eppure vedete, il genere maschile è sempre piu’ oggetto di studio e di curiosità, perché da quando il mondo è in inversione di tendenza, da quando i cinesi e i volgari russi fanno shopping nelle nostre boutique (mentre l’occidentale fa fatica ad arrivare a fine mese), da quando noi donne non rappresentiamo piu’ l’oggetto del desiderio degli uomini del 2015, io auspico ad una nuova rivoluzione sessuale “storica”: quella che – se siamo fortunati – porterà gli uomini a smetterla di odiare le donne ed entrarci perennemente in conflitto…

…Che peccato tutta questa tristezza, no?!
A lunedì prossimo