lunedì 2 marzo 2015

OROLOGI BIOLOGICI.

Questa storia dell’orologio biologico in noi donne, comincia davvero un po’ a stancarmi, e deve essere perché tra dieci giorni compio trentacinque anni, e se non metterò al mondo un figlio in meno di quattro anni scarsi, sarò considerata uno scarto umano in questa società.

Chi mi conosce, sa bene che non possiedo un istinto materno spiccato, né sono una di quelle che si ferma per strada a fare i complimenti alle mamme con i figli piccoli. Di solito mi fermo SEMPRE se vedo un cane al guinzaglio, e inizio a fargli le coccole con la vocina stupida di chi li adora, ma con i bambini non mi capita mai. Esistono dei bambini che mi colpiscono particolarmente, e sono quelli dotati di un’intelligenza che va oltre, oppure quelli educati che non scoppiano in capricci inutili, ma non ho mai ritenuto inferiori, o prive di buon senso, tutte quelle donne che affermavano di non desiderare dei figli. 

Al giorno d’oggi, per quanto mi riguarda, un figlio rappresenta un piano ragionato a tavolino. Voglio dire, siamo nel 2015 e non possiamo più permetterci di sfornare pargoli come quando non esisteva la televisione. I tempi sono cambiati, noi dovremmo almeno puntare a diventare una generazione priva di egoismo, perché le notizie che sentiamo ogni giorno, ci devono indurre a smettere di pensare solo per noi, bensì, anche per la nuova generazione che verrà. La nuova generazione che verrà dovrà essere migliore delle precedenti sotto ogni punto di vista, e se ciò avverrà, sarà solo grazie a noi.

Per questo motivo, a costo di essere totalmente impopolare, vi dico che non ho alcuna tolleranza per queste donne (che un giorno saranno madri, ahinoi), che non hanno altro pensiero nella loro testa, se non quello di avere un figlio. Ancora meno tolleranza possiedo per quelle donne che, in preda a dogmi religiosi di ogni tipo, rifiutano l’utilizzo delle precauzioni, mettendo al mondo dei figli ai quali non possono assicurare uno stile di vita almeno normale. Un figlio non dipende da una volontà divina, ma dalla nostra. Punto e basta.
Tutto questo per arrivare a dire che, sempre più donne, sono vittime di un ragionamento insensato, che parte dal presupposto di ritenerle una nullità nella nostra società se non procreano. Quante volte noi donne veniamo considerate come delle “sfigate”, se la nostra vita e le nostre scelte non ci hanno consentito di diventare madri? SEMPRE. PER QUESTA SOCIETA’, UNA DONNA CHE NON METTE AL MONDO ALMENO UN FIGLIO, E’ BISTRATTATA E POCO CONSIDERATA.

Eppure nessuno considera in maniera degna, tutte quelle che di figli ne hanno messi al mondo solo per non sentirsi da meno nella nostra cultura, e successivamente si sono ammalate di depressione, o hanno fatto pagare ai loro figli, le colpe della loro malattia. Più mi guardo intorno, e più vedo delle potenziali “Annamaria Franzoni”, tutte baldanzose con i loro passeggini per le strade di questa città, e che poi in fondo dentro nascondono i loro mostri.
Vedo famiglie, diventate tali solo perché culturalmente l’individuo “single” viene continuamente bistrattato dalle persone. E vedo figli venuti su senza la minima cura, che diventano potenzialmente pericolosi in una società che cresce a “pane ed internet” e propone modelli televisivi che andrebbero rinchiusi per i cattivi esempi che lasciano passare. Poi vedo bambini viziati, maleducati, violenti con i loro coetanei negli asili, e mi chiedo quale orrore ci sia dietro i loro genitori.

Proprio perché il mestiere di genitore non si impara e non si insegna, ognuno di noi rappresenta una possibile mina vagante per la generazione che mette al mondo, eppure (nonostante l’uso delle precauzioni) nessuno ci pensa due volte quando si tratta di concepire.
Mi dispiace, ma dalle pagine di questo blog tuona forte il mio risentimento nei confronti di una società sempre più vittima degli stereotipi, che fa sentire nullità tutte quelle donne che non sono pronte ad un concreto concetto di famiglia. E ancora, mi scaglio contro tutti quegli individui “religiosi” che ancora propongono il modello di donna che DEVE concepire, e di famiglia che DEVE esistere solo per un concetto stupido di procreazione.
Stiamo creando una generazione di “mostri” che proviene a sua volta da un’altra generazione di “mostri”, e lo facciamo solo perché ancora nel 2015, una donna non è considerata tale se non concepisce un figlio.

Donne, ascoltate: va tutto bene! se il vostro orologio biologico non fa tic-tac, se siete spaventate, oppure se non avete ancora trovato un uomo che vi rassicuri dal punto di vista paterno, non c’è assolutamente nulla di male. Non dovete sentirvi costrette né anormali se non fate nascere una copia di voi, anzi! Eviterete al mondo intero di spargere un concetto di procreazione obbligatorio e quindi sbagliato. E soprattutto, sarete migliori di tutte quelle che, millantando un orologio biologico che in realtà è solo un senso di sconfitta per se stesse, fanno nascere figli con uomini che non li meritano, che non le amano, e che a loro volta, renderanno un inferno anche la vita dei figli che verranno.

Con la solita consapevolezza di questo blog, ci leggiamo lunedì prossimo! 

2 commenti:

  1. Il discorso puo essere fatto dal punto di vista maschile...però penso che essere genitore..papà o mamma nn è facile..sopratutto oggi...se bisogna pianificare un figlio per le considerazioni giuste che hai scritto...nessuno con un cervello sano li farebbe piu...a volte ci sta ance una sana incosapevolezza nel farlo...mi piacciono i bambini e ne vorrei uno...ma le Donne con la D maiuscola dove sono finite? se ne conosci una fammi sapere...però sai che vojo er top! con stima...sim

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