domenica 29 marzo 2015

COMPRARE CASA DA SOLI.

Forse una delle soddisfazioni migliori di un single, è comprarsi casa. Noi singles siamo notoriamente un popolo di disillusi: a volte siamo così disillusi che non ci mettiamo nemmeno più in discussione in ambito amoroso. Viviamo per noi stessi, rendiamo conto solo a noi stessi, e crediamo solo a noi stessi. Non siamo egoisti, no. Siamo solo – appunto – disillusi. E quale maniera migliore di mettere in pratica la propria individualità, se non realizzando uno dei sogni in questo momento storico più difficili per una persona sola?
 
I motivi per i quali ho deciso di prendermi una casa sono molteplici e svariati. Primo tra tutti, ero stufa di pagare un affitto e di vedere scomparire i miei soldi così faticosamente guadagnati. Avevo voglia di investire in qualcosa che fosse veramente mio. MIO capite? Ma non mio nel senso emotivo del termine: non come quando si ama una persona e ci si affeziona e si dice “tu mi appartieni: io sono tuo, e tu sei mia”. No, non così. Piuttosto avere la possibilità di fare un investimento in un bene materiale che rappresentasse e racchiudesse una parte di me, con tutti i sacrifici che ne derivano. Avevo due possibilità quindi: diventare definitivamente grande concentrando ancora una volta tutte le mie forze su me stessa, oppure chessò, continuare a condividere casa con la mia amica, buttare via i soldi, ed in generale, sentire dentro quel senso di sconfitta che non ti lascia fare nessun passo avanti… come un elastico che appena provi a fare un passo, ti tira e ti riporta indietro.
 
Comprare casa davvero mi ha dato immense soddisfazioni, e la sicurezza in me stessa che ho acquisito, non era minimamente paragonabile alla sensazione di pienezza che pure mi avevano regalato certe storie d’amore. Questo perché in una storia d’amore si è in due, e anche quando si tratta di convivenza o appunto di acquistare casa, in una qualche maniera si dipende sempre e comunque da qualcun altro. In linea di massima sono scelte ponderate quelle che facciamo: se optiamo per una convivenza o per un matrimonio, sappiamo a cosa andiamo incontro. Eppure lì per lì, presi dall’euforia dell’amore e della felicità di coppia, possiamo dirci veramente consapevoli del fatto che stiamo completamente mettendo la nostra vita nelle mani di un’altra persona?
 
Io forse sono sempre stata egoista, o forse ho sempre pensato che l’amore e il sentimento, fossero cose assai diverse dal condividere praticamente tutto (comprese le responsabilità e le scelte) con qualcun altro. Anche quando mi trovavo in storie d’amore in cui ero presa, innamorata pazzamente, non ho MAI voluto dipendere da altri, nè economicamente, nè sotto qualsiasi altro aspetto. Magari soffrivo di dipendenza emotiva. Ma mai di altre forme di dipendenza, e ne andavo fiera, perché le scelte che ho fatto, di non mettermi mai un uomo in casa, o di non andare mai a vivere in quattro pareti sue, oggi sono risultate le scelte migliori. Del resto, la dipendenza emotiva (seppur a fatica) si cura: si può agire sulla propria mente ed arrivare a capire che la nostra felicità dipende prima di tutto da noi, e poi, da noi con gli altri. Invece le scelte che si fanno in comune (a cominciare dalla convivenza, per continuare con la comunione dei beni, e per finire nel matrimonio) dipendono sempre da qualcuno, e la vita col tempo riserva delle sorprese, prima fra tutte, la fine degli amori e degli idillii, e l’inizio della sofferenza nella vita di coppia.
 
Io oggi secondo molti di voi scriverò un’eresia, e magari sarà pure vero, ma quanto è tutto più semplice quando non si deve dipendere da nessuno? Quanto ci si sente ancora più stimolati e protesi verso il benessere e la stabilità mentale, quando consapevolmente sappiamo che TUTTO DIPENDE SEMPRE E SOLO DA NOI. Quanto costa la mancanza di libertà per tutti quelli che non possono averla? Tanto. Costa tanto.
 
Ho fatto un piccolo investimento solo con lo spirito del mio sacrificio e ne sono felice. Pagherò a vita per uno spazio che sarà solo mio, dove potrò mettere bocca solo io, dove potrò scegliere solo io. Vi sembrerà strano, ma a trentacinque anni, forse per la prima volta nella vita, non mi sento più vuota senza un amore, bensì piena… Piena di quella parte di me che dipenderà sempre e solo da se stessa.
Questa (forse) è la felicità vera e propria, e non quella che ci hanno raccontato nei film di Hollywood.
A lunedì prossimo! 

lunedì 23 marzo 2015

PRIMI APPUNTAMENTI.

Questa settimana voglio parlarvi di un argomento che non avevo mai trattato, ovvero, i primi appuntamenti. Non so come viva un primo appuntamento un uomo. Probabilmente dipende tutto da quanto è preso per la donna con cui esce. Però so per certo come viva una prima uscita una donna, e facendo un semplice sondaggio tra le mie amiche, ho scoperto che la maggior parte delle donne, accetta un invito ad un primo appuntamento, per ragioni di noia. È veramente così: in una fase in cui le donne non hanno assolutamente nulla da fare, non frequentano nessun uomo, oppure da lungo tempo non vengono invitate, accettano di uscire per la prima volta con qualcuno. L’ottanta per cento delle donne che conosco, non ricorda minimamente la ragione per la quale ha accettato di uscire la prima volta con un determinato uomo, e molte di loro, durante il primo appuntamento si annoiano, non hanno voglia di stare ad ascoltare i discorsi del tipo che hanno di fronte, lo trovano poco attraente, e in generale, avrebbero preferito restarsene a casa a leggere un libro o a guardare la tv.

Personalmente, nella mia vita credo di aver avuto solo tre primi appuntamenti che davvero contavano, e durante i quali avrei voluto che il tempo non passasse mai. TUTTE LE VOLTE CHE ESCO CON UN UOMO PER LA PRIMA VOLTA, NON RICORDO MINIMAMENTE LA PIU’ STUPIDA RAGIONE PER LA QUALE HO DECISO DI FARLO. La maggior parte delle prime volte che sono uscita con un uomo, mi sono annoiata, ho avuto pensieri negativi riguardo a colui che avevo di fronte (cose tipo, “oddio, non abbiamo assolutamente nulla in comune, e mi sto annoiando a sentirlo parlare”), e in qualche raro caso, mi sono finta malata e mi sono fatta riaccompagnare a casa. Innumerevoli le volte in cui dicevo a me stessa “escici solo per scoprire se ha qualche bel lato nascosto”, e altrettanto numerose le volte in cui, tornando a casa, speravo di non ricevere messaggini carini che mi costringessero a rispondere, oppure inviti successivi  che non mi sembrava carino rifiutare. Per non parlare delle volte in cui, durante una prima uscita, mi sono chiesta “ma perché l’ho fatto? Perché mi sono data la possibilità di conoscerlo?!”.

Seriamente donne, come accade che alle volte accettiamo inviti da dei tipi di cui non ce ne importa niente? E soprattutto, come avviene che a distanza di tempo, dopo aver dato svariate possibilità di conoscerci ai tipi in questione, finiamo magari anche per innamorarcene, e vederli come gli unici uomini esistenti sulla faccia della terra? Sapete quante amiche ho che alla prima uscita non volevano sapere assolutamente più nulla di uomini che non avevano minimamente considerato? E sapete quante di loro si sono perdutamente innamorate degli stessi uomini dopo qualche mese, accettandone tutti i difetti che avevano preventivato sin dalla prima uscita? PRATICAMENTE TUTTE!!! Anzi, molte di loro nel tempo sono state pure tradite e hanno pianto per questi uomini.

Il problema reale qual è? Uno solo, ovvero la paura di restare sole.

La paura di restare sole ci porta alla graduale e sempre più preoccupante idealizzazione di uomini dei quali non ci sogneremmo mai di innamorarci. Impariamo a camminare con loro accanto, e a pensare che non possiamo più farne a meno, e che sarebbe meglio tenerci qualcuno, anziché star lì a domandarci se fa davvero al caso nostro. Come dicevo sopra, conseguenza diretta della paura di restare sole, è l’idealizzazione. Nel momento stesso in cui iniziamo a vedere l’altro come un possibile compagno di vita, è perché siamo state completamente accecate dalla realtà dei fatti e siamo diventate improvvisamente incapaci di capire chi avevamo di fronte e soprattutto, chi siamo noi. Idealizzare un uomo, vuol dire lasciarsi trascinare dall’intimità che si è stabilita, e credere che quell’intimità, sia realmente amore (o innamoramento). Vuol dire mettersi i paraocchi e non riuscire più a valutare l’altro per come lo avevamo considerato all’inizio, bensì farci un’idea di persona migliore che invece non esiste! Quello che ci fa vedere con occhi diversi l’altro, non è amore, ma MERA IDEALIZZAZIONE, e l’idealizzazione non è affatto un aspetto positivo in amore: anzi, è quasi deleterio. Nella nostra mente, inizia ad insinuarsi l’idea che non possiamo più dormire senza quella persona accanto, e nemmeno smettere di camminare mano nella mano. Invece, solo poco tempo prima (ovvero quando non idealizzavamo, ma guardavamo obiettivamente le cose con occhi più sinceri) eravamo perfettamente consapevoli del tipo di uomo che volevamo, e di tutte le caratteristiche che quello che avevamo di fronte, non possedeva.

Per carità, siamo tutti consapevoli che ricercare la perfezione nell’altro è impossibile, e rischiamo di inseguire delle chimere per lungo tempo se non decidiamo di abbandonare l’irremovibilità delle nostre valutazioni. Però anche agire nella maniera esattamente contraria può essere pericoloso.
Credo che per noi singles sia importante non escludere alcuna possibilità di conoscenza: il confronto con qualcuno che magari può risultare non completamente conforme alla nostra idea di persona con la quale vivere il futuro, è importante: ci aiuta a metterci in discussione e ad aprirci orizzonti sconosciuti che non avevamo nemmeno considerato. Eppure la paura di restare soli non deve prendere il sopravvento. Non dobbiamo lasciarci accecare da essa, e dobbiamo imparare razionalmente a valutare sia gli aspetti positivi di coloro che incontriamo, sia quelli negativi.
Senò non è amore, ma solo voglia di stare in una relazione per paura di non trovarla mai.   
A lunedì prossimo!

lunedì 16 marzo 2015

MA IO NON CI STO PIU' E I PAZZI SIETE VOI...

Ormai è in atto una vera e propria ghettizzazione: gli accoppiati di qua, i singles di là, verso immaginarie camere a gas, dove verranno uccisi nel giro di trenta secondi. Gli accoppiati tentano in tutti i modi di sbarazzarsi di loro nei week end, nelle ore libere, nei giorni di festa, la domenica a pranzo… niente da fare: questa fastidiosissima specie che siamo noi singles, sopravvive imperterrita ad ogni tipo di vessazione da parte delle coppie!!!! J))
Le coppie rappresentano “la perfezione”. I singles, sono quella specie “imperfetta” reietta dal mondo intero. Gli accoppiati guardano i singles dal basso verso l’alto, schifandoli per qualsivoglia motivo:
“Non ditemi che voi singles uscite ancora la sera?! Naaaaa, antichi! Ormai la sera non si esce più! la vera rivoluzione è stare a casa in due, cenare, parlottare, “strombazzare” e andarsene a letto. Manco più il lusso della televisione! Eh no! Si cena con la tele spenta: PERCHE’ NOI ACCOPPIATI, PARLIAMO! MICA COME VOI SINGLES CHE AVETE PERSO L’ULTIMO BALUARDO CON IL QUALE POTEVATE SPERARE DI USCIRE DA UNA CONDIZIONE “A SE’”: LA COMUNICAZIONE!!!”.

Seriamente, gli accoppiati del 2015 sono ridicoli: hanno smesso di fare sport, perché curare il proprio corpo oramai non serve più: hanno trovato l’anima gemella loro! Non hanno più bisogno di indossare il jeansetto attillato, o di prepararsi alla prova costume: agli accoppiati interessa di piacere “COSI’ COME SONO”, anche con i chili in più… L’AMMORE E’ TUTTO NELLA VITA! Il motto non è più “armiamoci e partiamo” (ovvero, cerchiamo di piacere prima di tutto a noi stessi e poi agli altri), ma, “ARMIAMOCI E SVACCHIAMOCI!!!”.
“Amore ma tu mi vedi grasso?!”
“No amore mio, tu sei perfetto. Ti amo così come sei…” e via, buttati nel cesso gli abbonamenti della palestra!!! Se c’è una cosa che gli accoppiati fanno volentierissimo, E’ MAGNA’! Con tutta quell’attività fisica che fanno a letto ogni giorno, bisogna munirsi di energie e di sostanza! Mica come voi singles, che fate sesso occasionale un venerdì sera qualsiasi, e poi forse, lo rifarete dopo tre settimane scarse…  “QUI SI PRODUCE SA! L’AMORE CONSUMA…” (decisamente, sotto ogni punto di vista, lasciatemi dire…).

Quando MAGNANO, gli accoppiati lo fanno SOLO E RIGOROSAMENTE con altre coppie, e in verità, gli accoppiati fanno TUTTO, solo ed esclusivamente con altre coppie… Oppure naturalmente, IN DUE! E CHE AVEVATE DUBBI???!!! J))). I singles sono fortemente banditi dalle vite “sociali?!” degli accoppiati: minano alla buona riuscita del rapporto, stanno continuamente lì a ricordare che AL DI LA’ DELLA COPPIA ESISTE TUTTO UN MONDO, UNA VITA, UN UNIVERSO, E CHE VIVERLO E PARTECIPARVI SENZA L’ALTRO, NON E’ PECCATO MORTALE! E invece no! CHI NON E’ DEGNO DI PARTECIPARE ALLE VOSTRE MENSE, ACCOPPIATI, SIAMO NOI SINGLES! NOI SINGLES “MAGNAMO” CON UN SACCO DI ALTRA GENTE, NON FACCIAMO MAI LA SPESA, E ANCHE QUANDO CUCINIAMO, NON SONO MICA PRODOTTI GENUINI I NOSTRI! Oh santo cazzo! Insegnateci, chessò, a coltivare l’orto, a scegliere SOLO prodotti che ci faranno diventare persone serie e vere come tutti voi… RIVELATECI L’ANTIDOTO PER METTERE LA TESTA A POSTO, E LASCIAR CADERE TUTTI QUEI GRILLI CHE (ahinoi!) CI SIAMO MESSI TRA I CAPELLI!!!! J))).

Se li inviti ad un evento, prima di sperare di avere gli accoppiati presenti, devi passare attraverso la “normale burocrazia da coppia”:

numero 1: si deve chiedere all’altro se non è troppo stanco per presenziare.

Numero 2: si deve RI chiedere all’altro se DAVVERO non è troppo stanco per presenziare, oppure se (pucci pucci) non sta mentendo, e in realtà presenzierà solo perché spinto dall’AMMORE che prova.

Numero 3: ci si deve accertare di quanti singles saranno presenti all’evento. Un solo single può infatti minare alla buona riuscita del rapporto di coppia. Come dicevamo qualche riga sopra, i singles, davvero, hanno troppi grilli per la testa… Ti invitano prima ad un evento, poi ad un altro ancora, poi ancora ad un altro, e per carità, in men che non si dica, ti ritrovi pieno di inviti, o di ALLETTANTI PERSONE NUOVE CHE POTRESTI CONOSCERE… E PER CARITA’! MAI CONOSCERE PERSONE NUOVE E INSTILLARE NELLA MENTE UN SOLO PICCOLO DUBBIO CHE LA’ FUORI, NEL MONDO, ESISTE QUALCUNO DI MIGLIORE CON CUI POTEVATE CONDIVIDERE LA VOSTRA VITA!!! NO! VOI IL MEGLIO CE L’AVETE GIA’! E GRAZIE AL MEGLIO, AVETE APPESO (PER SEMPRE?!) LE MUTANDE AL CHIODO!!!!

Numero 4: se alla fine, dopo mille consultazioni con l’altro, si è deciso di partecipare all’evento in questione, ci si deve armare di muso lungo e socializzare il meno possibile: LA SOCIALIZZAZIONE CON I SINGLES NON E’ PERMESSA AGLI ACCOPPIATI! I SINGLES (COME GIA’ ABBIAMO DETTO) SONO UNA SPECIE PERICOLOSA: NON FANNO LA SPESA, HANNO SEMPRE IL FRIGO VUOTO, NON CUCINANO, ESCONO TUTTE LE SERE… PER VOI ACCOPPIATI, LA VITA MORIGERATA E’ TUTTO! AVETE APPESO AL CHIODO (NON SOLO LE MUTANDE) MA ANCHE LA VOSTRA VITA PRIVATA.
PRIVATA???? PRIVACY???? Oddio, che razza di parole sono mai queste! Gli accoppiati NON HANNO vita privata!!! Intendo dire, non hanno una vita privata individuale: non c’è assolutamente nulla che l’uno non debba sapere dell’altro! Loro sono un corpo e un’anima! Un unico profilo Facebook (naturalmente col doppio nome!), del quale entrambi conoscono la password.
N.B. Gli accoppiati che ancora possono permettersi il lusso di tenere due profili Facebook distinti, devono avere
A)  La foto profilo insieme.
B)  Avere lo status sentimentale settato su “fidanzato ufficialmente con Pincopallo”. Non sia mai qualcuno pensasse di scrivergli una mail sul social network in cui gli chiede se per caso è single! Non scherziamo nemmeno!!!!
Possiedono però una caratteristica: la riservatezza! I singles, che non sono ammessi a partecipare alle loro mense (ma possono sempre sperare di tacere ed essere “salvati”) non devono sapere nulla sugli accoppiati, per tanti motivi, primo tra tutti, che i panni sporchi si lavano SOLO in casa propria. Un single che viene a conoscenza di un determinato modo di gestire la coppia, potrebbe sempre aprir bocca, dargli fiato, dire la sua, e andare immediatamente a finire nella schiera degli antipatici che parlano troppo.

Alle volte li osservo camminare per le strade di questa città: molti di loro nascondono “segreti di tradimenti” che sono avvenuti, avvengono, oppure avverranno, eppure ci tengono ad essere perfetti agli occhi altrui, e ci guardano come se i pazzi fossimo noi, PERCHE’ NELLA VITA, STARE SOLI FA PAURA.

Cari amici singles vicini e lontani che ogni settimana mi seguite, smettete di mettervi in discussione con gli accoppiati: in questa società, ai loro occhi, chi sbaglia saremo sempre e solo noi. Non abbiate il terrore negli occhi quando li incontrate e hanno lo sguardo simile a quello dei testimoni di Geova per la strada (del tipo, “dai, metti la testa a posto! Diventa anche tu uno di noi! Entra a far parte del mondo dei (finti) perfetti…).

LORO, non sono come NOI. Eppure un giorno se ne renderanno conto, non temete. Un giorno i loro teatrini di finta perfezione si sbricioleranno di fronte ai nostri occhi, e quel giorno, VOI sarete lì, con il vostro sorriso pronti ad accoglierli e a dire “CHE FAI? ORA CHE L’AMMORE E’ FINITO, TORNI NELLA CORSIA DEI SURGELATI E TI RI-ABBONI ALLA PALESTRA?! PREGO, ACCOMODATI. MI SEI PIU’ SIMPATICO ORA…”
Buona settimana!

lunedì 9 marzo 2015

GELOSIE, PATOLOGICHE GELOSIE...

Da qualche tempo in questa città si aggira sospettosa una nuova specie di essere umano: i gelosi patologici. Assumono le sembianze sia di uomini che di donne, poiché la gelosia si presenta come una caratteristica purtroppo comune ad entrambi i generi. Camminano accanto a noi per la strada, frequentano le nostre stesse palestre, come noi si arrabbiano in macchina mentre guidano, e APPARENTEMENTE conducono vite normalissime.

I gelosi patologici sono sempre più numerosi e sono diffusi soprattutto nella fascia d’età che va dai 30 ai 45 anni, forse perché in quell’età si è figli di una generazione che ha trasmesso molte insicurezze riguardo ai rapporti sentimentali. Se uno è geloso patologico a 50 anni, ovvero in piena età matura, è perché è affetto da ben altri disturbi di personalità secondo me, e qualche tempo fa ne ebbi la riprova…

Un geloso patologico talvolta lo riconosci subito, talvolta invece, sa nascondere bene la propria follia. Normalmente si hanno avvisaglie sin dai primi giorni di frequentazione, perché questa tipologia di persone fa dei discorsi che suonano subito strani, frasi tipo “in una settimana, quanto tempo dedichi agli amici e allo sport, e quanto alla persona con cui stai”, oppure altre affermazioni come “preferirei che ci vedessimo tutti i giorni perché voglio intraprendere una relazione seria con te”, oppure ancora “sai, sono rimasto/a male quando ho sentito che ti sei organizzato/a il tuo giorno libero con il tuo migliore amico/la tua migliore amica, anziché pensare a passare il tuo tempo con me”. Di solito quando un geloso patologico fa dei discorsi simili, tendiamo a sottovalutarne l’aspetto psicotico, soprattutto i primi tempi, quando siamo decisamente lusingati dalle attenzioni della persona che abbiamo appena conosciuto. Inoltre si sa, l’amore rende ciechi, quindi spesso si tende a lasciar correre riguardo ad atteggiamenti che dovrebbero essere molto difficili da digerire. E invece no miei cari! Ogni parola, ogni gesto, ogni azione che nel primo periodo di una relazione ci suona “strana” deve essere ben memorizzata nella nostra testa per cercare di capire chi abbiamo davvero di fronte, anche perché, tutto ciò che “lasciamo correre e non diciamo”, aumenterà e peggiorerà giorno dopo giorno.

L’aspetto veramente folle delle persone molto gelose, è la loro capacità di manipolazione, unita (come dicevo poco fa) al fatto che il sentimento accechi ognuno di noi, rendendolo incapace di capire davvero come è fatta la persona che abbiamo di fronte. La manipolazione è la prima arma dei gelosi patologici: essi infatti, mettono costantemente il proprio partner in condizioni di sentirsi in colpa per ogni minimo gesto che compiono, anche quando dietro ad una determinata azione, non si è sfiorati minimamente dal pensiero di tradire. Uscire prima da lavoro e non aver messo al corrente il geloso patologico è un peccato mortale, così come aver deciso di andare al cinema con un amico con il quale condividiamo una passione per la stessa tipologia di film: ogni passo che facciamo, ogni decisione che prendiamo, ogni numero di telefono che abbiamo registrato nella memoria del nostro smart phone, DEVE avere una spiegazione plausibile, altrimenti il geloso patologico finisce con il rovinare la vita a se stesso, ma SOPRATTUTTO A NOI, che diventiamo vittime inconsapevoli del proprio amore malato, pensando di fare qualcosa di male o di urtare la sua sensibilità. I gelosi patologici infatti, millantano tradimenti a destra e a manca subiti dai loro ex, con i quali vorrebbero giustificare ai nostri occhi, ogni tipo di comportamento inqualificabile e irrispettoso che hanno nei nostri confronti. Vogliono sapere perché hanno trovato il telefono occupato per un’ora, e se ciò accade, ci chiamano al telefono fisso di casa pensando che quella sia la modalità più giusta di trasmetterci il loro amore. Oppure si permettono il lusso di controllare il nostro smart phone, i messaggi che riceviamo, quelli che inviamo, magari mentre noi siamo nella doccia e abbiamo appena lasciato le lenzuola in cui abbiamo “consumato” il nostro rapporto d’amore proprio con loro. Se sono lontani per lavoro, oppure noi siamo riusciti ad ottenere un week end di libertà con i nostri amici, ci tempestano di chiamate: vogliono sapere dove siamo, con chi siamo, cosa abbiamo fatto, cosa faremo, e alla fine di ogni vana rassicurazione, ci comunicano che “andandocene per un solo fottuto week end, abbiamo distrutto la loro vita…”. Se una sera andiamo al cinema con un’amica, vogliono essere chiamati una volta che il film finisce, e quando siamo a casa e stiamo per coricarci, richiamano per controllare che siamo effettivamente nel nostro letto (ovviamente da soli).
Nella mente di un geloso patologico si affollano dunque mille film hollywoodiani. 

Sembra che il secondo mestiere del geloso patologico, oltre a quello suo ufficiale, sia quello di svegliarsi la mattina e pensare alla maniera in cui può “incastrare” la nostra vita, rendendola solo sua, priva della libertà e della sicurezza che avevamo faticosamente acquisito col tempo.
Questo “lavoro” fanno i gelosi patologici su di noi: dopo averci fatto sentire terribilmente in colpa MAGARI SOLO PERCHE’ ABBIAMO AVUTO UN PASSATO, ovvero, come chiunque altro abbiamo avuto diversi partner nella nostra vita,  agiscono per trasmettere a noi (che purtroppo decidiamo di amarli facendoci rovinare l’esistenza) tutte le loro insicurezze, con il risultato che alla fine, chi davvero vive male, siamo proprio noi che non abbiamo nessuna colpa.
Da non sottovalutare poi, l’altro brutto aspetto dei gelosi patologici, ovvero quello attraverso il quale proiettano su di noi, un tradimento che potrebbero perpetrare loro in qualsiasi momento. Non è una teoria senza senso infatti, quella che sostiene che una persona molto gelosa, si difende da un tradimento presunto che egli per primo attuerebbe senza alcun problema: anche per questo motivo tende a controllarci: perché potrebbe fare lui a noi un torto del genere, prima ancora che nella nostra testa baleni anche solo il pensiero.

Il consiglio che vi do è di cercare di non farvi fagocitare da queste persone: l’amore si dimostra certamente con l’interesse, ma non con un interesse malato ed eccessivo come quello al quale ci costringono loro. Tutti abbiamo avuto storie passate, fidanzati precedenti, periodi di vita durante i quali la nostra condotta può essere definita non esattamente decorosa, eppure tutti nel nostro presente abbiamo semplicemente il diritto di vivere, respirare, uscire, frequentare i nostri amici, e riservarci spazi importanti nelle nostre vite.

Buona settimana a tutti! Liberatevi, se potete!

lunedì 2 marzo 2015

OROLOGI BIOLOGICI.

Questa storia dell’orologio biologico in noi donne, comincia davvero un po’ a stancarmi, e deve essere perché tra dieci giorni compio trentacinque anni, e se non metterò al mondo un figlio in meno di quattro anni scarsi, sarò considerata uno scarto umano in questa società.

Chi mi conosce, sa bene che non possiedo un istinto materno spiccato, né sono una di quelle che si ferma per strada a fare i complimenti alle mamme con i figli piccoli. Di solito mi fermo SEMPRE se vedo un cane al guinzaglio, e inizio a fargli le coccole con la vocina stupida di chi li adora, ma con i bambini non mi capita mai. Esistono dei bambini che mi colpiscono particolarmente, e sono quelli dotati di un’intelligenza che va oltre, oppure quelli educati che non scoppiano in capricci inutili, ma non ho mai ritenuto inferiori, o prive di buon senso, tutte quelle donne che affermavano di non desiderare dei figli. 

Al giorno d’oggi, per quanto mi riguarda, un figlio rappresenta un piano ragionato a tavolino. Voglio dire, siamo nel 2015 e non possiamo più permetterci di sfornare pargoli come quando non esisteva la televisione. I tempi sono cambiati, noi dovremmo almeno puntare a diventare una generazione priva di egoismo, perché le notizie che sentiamo ogni giorno, ci devono indurre a smettere di pensare solo per noi, bensì, anche per la nuova generazione che verrà. La nuova generazione che verrà dovrà essere migliore delle precedenti sotto ogni punto di vista, e se ciò avverrà, sarà solo grazie a noi.

Per questo motivo, a costo di essere totalmente impopolare, vi dico che non ho alcuna tolleranza per queste donne (che un giorno saranno madri, ahinoi), che non hanno altro pensiero nella loro testa, se non quello di avere un figlio. Ancora meno tolleranza possiedo per quelle donne che, in preda a dogmi religiosi di ogni tipo, rifiutano l’utilizzo delle precauzioni, mettendo al mondo dei figli ai quali non possono assicurare uno stile di vita almeno normale. Un figlio non dipende da una volontà divina, ma dalla nostra. Punto e basta.
Tutto questo per arrivare a dire che, sempre più donne, sono vittime di un ragionamento insensato, che parte dal presupposto di ritenerle una nullità nella nostra società se non procreano. Quante volte noi donne veniamo considerate come delle “sfigate”, se la nostra vita e le nostre scelte non ci hanno consentito di diventare madri? SEMPRE. PER QUESTA SOCIETA’, UNA DONNA CHE NON METTE AL MONDO ALMENO UN FIGLIO, E’ BISTRATTATA E POCO CONSIDERATA.

Eppure nessuno considera in maniera degna, tutte quelle che di figli ne hanno messi al mondo solo per non sentirsi da meno nella nostra cultura, e successivamente si sono ammalate di depressione, o hanno fatto pagare ai loro figli, le colpe della loro malattia. Più mi guardo intorno, e più vedo delle potenziali “Annamaria Franzoni”, tutte baldanzose con i loro passeggini per le strade di questa città, e che poi in fondo dentro nascondono i loro mostri.
Vedo famiglie, diventate tali solo perché culturalmente l’individuo “single” viene continuamente bistrattato dalle persone. E vedo figli venuti su senza la minima cura, che diventano potenzialmente pericolosi in una società che cresce a “pane ed internet” e propone modelli televisivi che andrebbero rinchiusi per i cattivi esempi che lasciano passare. Poi vedo bambini viziati, maleducati, violenti con i loro coetanei negli asili, e mi chiedo quale orrore ci sia dietro i loro genitori.

Proprio perché il mestiere di genitore non si impara e non si insegna, ognuno di noi rappresenta una possibile mina vagante per la generazione che mette al mondo, eppure (nonostante l’uso delle precauzioni) nessuno ci pensa due volte quando si tratta di concepire.
Mi dispiace, ma dalle pagine di questo blog tuona forte il mio risentimento nei confronti di una società sempre più vittima degli stereotipi, che fa sentire nullità tutte quelle donne che non sono pronte ad un concreto concetto di famiglia. E ancora, mi scaglio contro tutti quegli individui “religiosi” che ancora propongono il modello di donna che DEVE concepire, e di famiglia che DEVE esistere solo per un concetto stupido di procreazione.
Stiamo creando una generazione di “mostri” che proviene a sua volta da un’altra generazione di “mostri”, e lo facciamo solo perché ancora nel 2015, una donna non è considerata tale se non concepisce un figlio.

Donne, ascoltate: va tutto bene! se il vostro orologio biologico non fa tic-tac, se siete spaventate, oppure se non avete ancora trovato un uomo che vi rassicuri dal punto di vista paterno, non c’è assolutamente nulla di male. Non dovete sentirvi costrette né anormali se non fate nascere una copia di voi, anzi! Eviterete al mondo intero di spargere un concetto di procreazione obbligatorio e quindi sbagliato. E soprattutto, sarete migliori di tutte quelle che, millantando un orologio biologico che in realtà è solo un senso di sconfitta per se stesse, fanno nascere figli con uomini che non li meritano, che non le amano, e che a loro volta, renderanno un inferno anche la vita dei figli che verranno.

Con la solita consapevolezza di questo blog, ci leggiamo lunedì prossimo!