Forse una delle soddisfazioni migliori di un single, è comprarsi casa. Noi singles siamo notoriamente un popolo di disillusi: a volte siamo così disillusi che non ci mettiamo nemmeno più in discussione in ambito amoroso. Viviamo per noi stessi, rendiamo conto solo a noi stessi, e crediamo solo a noi stessi. Non siamo egoisti, no. Siamo solo – appunto – disillusi. E quale maniera migliore di mettere in pratica la propria individualità, se non realizzando uno dei sogni in questo momento storico più difficili per una persona sola?
I motivi per i quali ho deciso di prendermi una casa sono molteplici e svariati. Primo tra tutti, ero stufa di pagare un affitto e di vedere scomparire i miei soldi così faticosamente guadagnati. Avevo voglia di investire in qualcosa che fosse veramente mio. MIO capite? Ma non mio nel senso emotivo del termine: non come quando si ama una persona e ci si affeziona e si dice “tu mi appartieni: io sono tuo, e tu sei mia”. No, non così. Piuttosto avere la possibilità di fare un investimento in un bene materiale che rappresentasse e racchiudesse una parte di me, con tutti i sacrifici che ne derivano. Avevo due possibilità quindi: diventare definitivamente grande concentrando ancora una volta tutte le mie forze su me stessa, oppure chessò, continuare a condividere casa con la mia amica, buttare via i soldi, ed in generale, sentire dentro quel senso di sconfitta che non ti lascia fare nessun passo avanti… come un elastico che appena provi a fare un passo, ti tira e ti riporta indietro.
Comprare casa davvero mi ha dato immense soddisfazioni, e la sicurezza in me stessa che ho acquisito, non era minimamente paragonabile alla sensazione di pienezza che pure mi avevano regalato certe storie d’amore. Questo perché in una storia d’amore si è in due, e anche quando si tratta di convivenza o appunto di acquistare casa, in una qualche maniera si dipende sempre e comunque da qualcun altro. In linea di massima sono scelte ponderate quelle che facciamo: se optiamo per una convivenza o per un matrimonio, sappiamo a cosa andiamo incontro. Eppure lì per lì, presi dall’euforia dell’amore e della felicità di coppia, possiamo dirci veramente consapevoli del fatto che stiamo completamente mettendo la nostra vita nelle mani di un’altra persona?
Io forse sono sempre stata egoista, o forse ho sempre pensato che l’amore e il sentimento, fossero cose assai diverse dal condividere praticamente tutto (comprese le responsabilità e le scelte) con qualcun altro. Anche quando mi trovavo in storie d’amore in cui ero presa, innamorata pazzamente, non ho MAI voluto dipendere da altri, nè economicamente, nè sotto qualsiasi altro aspetto. Magari soffrivo di dipendenza emotiva. Ma mai di altre forme di dipendenza, e ne andavo fiera, perché le scelte che ho fatto, di non mettermi mai un uomo in casa, o di non andare mai a vivere in quattro pareti sue, oggi sono risultate le scelte migliori. Del resto, la dipendenza emotiva (seppur a fatica) si cura: si può agire sulla propria mente ed arrivare a capire che la nostra felicità dipende prima di tutto da noi, e poi, da noi con gli altri. Invece le scelte che si fanno in comune (a cominciare dalla convivenza, per continuare con la comunione dei beni, e per finire nel matrimonio) dipendono sempre da qualcuno, e la vita col tempo riserva delle sorprese, prima fra tutte, la fine degli amori e degli idillii, e l’inizio della sofferenza nella vita di coppia.
Io oggi secondo molti di voi scriverò un’eresia, e magari sarà pure vero, ma quanto è tutto più semplice quando non si deve dipendere da nessuno? Quanto ci si sente ancora più stimolati e protesi verso il benessere e la stabilità mentale, quando consapevolmente sappiamo che TUTTO DIPENDE SEMPRE E SOLO DA NOI. Quanto costa la mancanza di libertà per tutti quelli che non possono averla? Tanto. Costa tanto.
Ho fatto un piccolo investimento solo con lo spirito del mio sacrificio e ne sono felice. Pagherò a vita per uno spazio che sarà solo mio, dove potrò mettere bocca solo io, dove potrò scegliere solo io. Vi sembrerà strano, ma a trentacinque anni, forse per la prima volta nella vita, non mi sento più vuota senza un amore, bensì piena… Piena di quella parte di me che dipenderà sempre e solo da se stessa.
Questa (forse) è la felicità vera e propria, e non quella che ci hanno raccontato nei film di Hollywood.
A lunedì prossimo!