Questa
settimana voglio parlarvi di un argomento che non avevo mai trattato, ovvero, i
primi appuntamenti. Non so come viva un primo appuntamento un uomo.
Probabilmente dipende tutto da quanto è preso per la donna con cui esce. Però
so per certo come viva una prima uscita una donna, e facendo un semplice
sondaggio tra le mie amiche, ho scoperto che la maggior parte delle donne,
accetta un invito ad un primo appuntamento, per ragioni di noia. È veramente
così: in una fase in cui le donne non hanno assolutamente nulla da fare, non
frequentano nessun uomo, oppure da lungo tempo non vengono invitate, accettano
di uscire per la prima volta con qualcuno. L’ottanta per cento delle donne che
conosco, non ricorda minimamente la ragione per la quale ha accettato di uscire
la prima volta con un determinato uomo, e molte di loro, durante il primo
appuntamento si annoiano, non hanno voglia di stare ad ascoltare i discorsi del
tipo che hanno di fronte, lo trovano poco attraente, e in generale, avrebbero
preferito restarsene a casa a leggere un libro o a guardare la tv.
Personalmente,
nella mia vita credo di aver avuto solo tre primi appuntamenti che davvero
contavano, e durante i quali avrei voluto che il tempo non passasse mai. TUTTE
LE VOLTE CHE ESCO CON UN UOMO PER LA PRIMA VOLTA, NON RICORDO MINIMAMENTE LA
PIU’ STUPIDA RAGIONE PER LA QUALE HO DECISO DI FARLO. La maggior parte delle
prime volte che sono uscita con un uomo, mi sono annoiata, ho avuto pensieri
negativi riguardo a colui che avevo di fronte (cose tipo, “oddio, non abbiamo
assolutamente nulla in comune, e mi sto annoiando a sentirlo parlare”), e in
qualche raro caso, mi sono finta malata e mi sono fatta riaccompagnare a casa.
Innumerevoli le volte in cui dicevo a me stessa “escici solo per scoprire se ha
qualche bel lato nascosto”, e altrettanto numerose le volte in cui, tornando a
casa, speravo di non ricevere messaggini carini che mi costringessero a
rispondere, oppure inviti successivi che
non mi sembrava carino rifiutare. Per non parlare delle volte in cui, durante
una prima uscita, mi sono chiesta “ma perché l’ho fatto? Perché mi sono data la
possibilità di conoscerlo?!”.
Seriamente
donne, come accade che alle volte accettiamo inviti da dei tipi di cui non ce
ne importa niente? E soprattutto, come avviene che a distanza di tempo, dopo
aver dato svariate possibilità di conoscerci ai tipi in questione, finiamo
magari anche per innamorarcene, e vederli come gli unici uomini esistenti sulla
faccia della terra? Sapete quante amiche ho che alla prima uscita non volevano
sapere assolutamente più nulla di uomini che non avevano minimamente
considerato? E sapete quante di loro si sono perdutamente innamorate degli
stessi uomini dopo qualche mese, accettandone tutti i difetti che avevano
preventivato sin dalla prima uscita? PRATICAMENTE TUTTE!!! Anzi, molte di loro
nel tempo sono state pure tradite e hanno pianto per questi uomini.
Il problema
reale qual è? Uno solo, ovvero la paura di restare sole.
La
paura di restare sole ci porta alla graduale e sempre più preoccupante
idealizzazione di uomini dei quali non ci sogneremmo mai di innamorarci.
Impariamo a camminare con loro accanto, e a pensare che non possiamo più farne
a meno, e che sarebbe meglio tenerci qualcuno, anziché star lì a domandarci se
fa davvero al caso nostro. Come dicevo sopra, conseguenza diretta della paura
di restare sole, è l’idealizzazione. Nel momento stesso in cui iniziamo a
vedere l’altro come un possibile compagno di vita, è perché siamo state
completamente accecate dalla realtà dei fatti e siamo diventate improvvisamente
incapaci di capire chi avevamo di fronte e soprattutto, chi siamo noi.
Idealizzare un uomo, vuol dire lasciarsi trascinare dall’intimità che si è
stabilita, e credere che quell’intimità, sia realmente amore (o innamoramento).
Vuol dire mettersi i paraocchi e non riuscire più a valutare l’altro per come
lo avevamo considerato all’inizio, bensì farci un’idea di persona migliore che
invece non esiste! Quello che ci fa vedere con occhi diversi l’altro, non è
amore, ma MERA IDEALIZZAZIONE, e l’idealizzazione non è affatto un aspetto
positivo in amore: anzi, è quasi deleterio. Nella nostra mente, inizia ad
insinuarsi l’idea che non possiamo più dormire senza quella persona accanto, e
nemmeno smettere di camminare mano nella mano. Invece, solo poco tempo prima
(ovvero quando non idealizzavamo, ma guardavamo obiettivamente le cose con
occhi più sinceri) eravamo perfettamente consapevoli del tipo di uomo che
volevamo, e di tutte le caratteristiche che quello che avevamo di fronte, non
possedeva.
Per
carità, siamo tutti consapevoli che ricercare la perfezione nell’altro è
impossibile, e rischiamo di inseguire delle chimere per lungo tempo se non
decidiamo di abbandonare l’irremovibilità delle nostre valutazioni. Però anche
agire nella maniera esattamente contraria può essere pericoloso.
Credo che
per noi singles sia importante non escludere alcuna possibilità di conoscenza:
il confronto con qualcuno che magari può risultare non completamente conforme
alla nostra idea di persona con la quale vivere il futuro, è importante: ci
aiuta a metterci in discussione e ad aprirci orizzonti sconosciuti che non
avevamo nemmeno considerato. Eppure la paura di restare soli non deve prendere
il sopravvento. Non dobbiamo lasciarci accecare da essa, e dobbiamo imparare
razionalmente a valutare sia gli aspetti positivi di coloro che incontriamo,
sia quelli negativi.
Senò
non è amore, ma solo voglia di stare in una relazione per paura di non trovarla
mai.
A
lunedì prossimo!
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