Questo week end
ho parlato amabilmente di "femminismo". Non di quel femminismo
odioso, pseudo-lesbico, che vuole a tutti i costi imporre la parità dei diritti
attraverso l'arroganza e la prepotenza, bensì di quella voglia di affermazione
che parte dal concetto di rispetto delle donne come entità che
"ESISTONO".
Perché noi donne
siamo diverse dagli uomini, eppure nella nostra diversità, abbiamo continuamente
voglia di dire "guarda che su questo pianeta insieme a te ci sono pure io:
non ci sono solo le tue preferenze, le tue necessità, i tuoi amici, la tua
vita, il tuo lavoro, i tuoi problemi. CI SONO PURE IO. E se tu decidi di
prendermi, bisogna che allora tu ti prenda tutto il pacchetto, non solo le cose
che ti piacciono di me.
Negli anni
precedenti alla “presa di coscienza femminile”, l’interazione tra uomini e
donne era pressochè inesistente. Le donne non parlavano perché semplicemente
non avevano voce in capitolo. Non dovevano ESISTERE; dovevano ESSERE. Essere un
pezzo di carne, un’entità che si muoveva per le case senza libertà, un oggetto
messo lì e chiamato a bacchetta tutte le volte che ci si voleva sentire
rassicurati.
Lasciate perdere
quello che viviamo adesso, nei nostri anni. Ora come ora gli equilibri si sono
completamente capovolti. Eppure non sto parlando nemmeno di questo. Sto
parlando della maniera poco intelligente in cui una rivoluzione assolutamente
necessaria, sia diventata la rovina di molte di noi. Come hanno potuto pensare,
certe donne negli anni ’70, che gli uomini e loro potessero essere uguali? Come
possiamo noi pensare di essere capaci a fare l’amore con un uomo in maniera
continuativa e abituale, senza cedere mai al sentimento? LA RISPOSTA E’ CHE NON
POSSIAMO, ed è stata proprio la convinzione di essere in grado di farlo, a
portarci completamente fuori strada, ad incappare in quelle sofferenze in cui
molte di noi finiscono di continuo.
La nostra colpa
non è tanto quella di idealizzare e sognare il nostro rapporto con gli uomini,
bensì di idealizzare noi stesse, combattendo ogni giorno una battaglia
estenuante per gridare al mondo intero cosa siamo e come siamo.
VOLETE SAPERE
DAVVERO COME SIETE MIE CARE DONNE? EBBENE, VOI NON SIETE COME LORO. O meglio,
tradite come loro, amate come loro e smettete di amare come loro… eppure voi
non siete loro.
Eppure NOI non
siamo VOI.
Perché NOI,
quando ci prendiamo VOI, ci prendiamo il totale, e amiamo voi quando siete
speciali, ma pure quando siete gli uomini più odiosi del mondo, che se fossimo
state madri vostre, vi avremmo preso a calci nel sedere dalla mattina alla
sera.
Mi piacciono
quelle donne che fanno molte cose da sole e molte cose col loro uomo, non
perché è stata imposta, ma perché a loro piace farla. Mi piacciono quelle donne
che non si impongono, ma discutono, parlano, elaborano, cercano di capire fino
a che punto un compromesso funziona ai fini della riuscita di una relazione, e
fino a che punto invece, tutti i loro sforzi risultino vani.
Mi piacciono le
donne che mollano la presa e capiscono quando è il momento di andarsene e di
ammettere a loro stesse che amavano in maniera diversa, più completa. Amavano
come ama una donna, cioè con il continuo bisogno di rassicurazioni e conferme.
NOI SIAMO FORTUNATAMENTE DIVERSE. E' QUESTA DIVERSITA' CHE FONDENDOSI CON L'ALTRA, DEVE PERCORRERE UNA STRADA INSIEME.
INSIEME. PUNTO".
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