lunedì 16 dicembre 2013

SENTIMENTI E GENERAZIONI.

E’ quasi Natale e ho fatto un paio di riflessioni importanti. Nessuna novità: mi sono concentrata come sempre - e prima di tutto - sulle relazioni, cercando di capire perché in linea di massima, facciamo fatica ultimamente a viverne di sane. Capitemi, non è una macro-situazione: è più un fatto applicabile solo ad alcuni di noi. In queste pagine non pretendo MAI di generalizzare. Non sono tanto presuntuosa, che ci crediate o no.
Se non avete mai letto Freud, oppure se ancora non lo sapevate, le nostre relazioni sentimentali (soprattutto per noi donne) sono lo specchio di quello che abbiamo vissuto nei primi anni d’infanzia. In verità, TUTTA LA NOSTRA VITA è lo specchio di quello che abbiamo vissuto in infanzia.
Se avete più o meno trent’anni, siete figli della generazione degli anni ’60. Siamo negli anni delle lotte, delle contestazioni, delle sfilate in piazza per ottenere dei diritti che oggi sembrano vacillare. Diamo un’occhiata alle donne: alcune di loro erano riuscite ad uscire di casa, ad emanciparsi indossando la mini gonna o bruciando i reggiseni in piazza. Altre invece erano ancora vittime di una mentalità che le voleva relegate in casa, a servire i propri uomini, e a desiderare di fuggire dai propri genitori per concretizzare il diritto alla libertà. Gli uomini facevano altro: lottavano, sfilavano per le strade, e ottenevano diritti di cui noi “giovani” godiamo ancora. Era una generazione figlia dell’ignoranza genuina dei campi, e dei lavori manuali che oggi non si sanno fare più, e abbracciava l’indipendenza godendo gli anni del boom economico. Tutto il contrario di quello che viviamo noi oggi. Noi siamo DI GIA’ indipendenti, perennemente “connessi”, abbastanza insoddisfatti di tutto ciò che abbiamo (e non perché lo abbiamo ottenuto noi, ma perché ce lo siamo trovato pronto), e in più, viviamo gli effetti della recessione sulla nostra pelle.
I nostri genitori sono scappati di casa per urlare un diritto alla libertà che li portava a stabilire delle relazioni amorose solo per la voglia di fuggire ed emanciparsi. Le donne in particolare fuggivano dai padri-padroni, e credevano che sposandosi e mettendo al mondo dei figli, avrebbero conquistato la tanto agognata indipendenza.
Quei figli siamo noi.
Cosa ci è rimasto? Niente. Il nulla assoluto. Non abbiamo bisogno di scappare da niente e nessuno, perché per noi la libertà è diventata il simbolo delle nostre esistenze. All’inizio di una relazione non dobbiamo dire che vogliamo essere liberi. Noi SIAMO liberi (salvo concederci notti di sesso folle, dopo le quali ognuno se ne va a casa propria). Noi non abbiamo bisogno dell’emancipazione: la nostra generazione E’ GIA’ emancipata sentimentalmente.
Non facciamo promesse, non giuriamo su ciò che abbiamo di più caro. Viviamo alla giornata e già ci sembra abbastanza sufficiente…
Siamo i figli di una generazione che ha scelto l’amore come forma di evasione, per scappare via da quattro mura troppo strette, o da genitori che erano abituati a dare ordini senza rispettare le scelte dei propri figli. Come possiamo pensare di riuscire a comprendere la vera essenza dell’amore, se tutto ciò che sappiamo dell’amore è che non esiste nemmeno?

Buona settimana.

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