E’
quasi Natale e ho fatto un paio di riflessioni importanti. Nessuna novità: mi
sono concentrata come sempre - e prima di tutto - sulle relazioni, cercando di
capire perché in linea di massima, facciamo fatica ultimamente a viverne di
sane. Capitemi, non è una macro-situazione: è più un fatto applicabile solo ad
alcuni di noi. In queste pagine non pretendo MAI di generalizzare. Non sono
tanto presuntuosa, che ci crediate o no.
Se non
avete mai letto Freud, oppure se ancora non lo sapevate, le nostre relazioni
sentimentali (soprattutto per noi donne) sono lo specchio di quello che abbiamo
vissuto nei primi anni d’infanzia. In verità, TUTTA LA NOSTRA VITA è lo
specchio di quello che abbiamo vissuto in infanzia.
Se
avete più o meno trent’anni, siete figli della generazione degli anni ’60.
Siamo negli anni delle lotte, delle contestazioni, delle sfilate in piazza per
ottenere dei diritti che oggi sembrano vacillare. Diamo un’occhiata alle donne:
alcune di loro erano riuscite ad uscire di casa, ad emanciparsi indossando la
mini gonna o bruciando i reggiseni in piazza. Altre invece erano ancora vittime
di una mentalità che le voleva relegate in casa, a servire i propri uomini, e a
desiderare di fuggire dai propri genitori per concretizzare il diritto alla
libertà. Gli uomini facevano altro: lottavano, sfilavano per le strade, e
ottenevano diritti di cui noi “giovani” godiamo ancora. Era una generazione
figlia dell’ignoranza genuina dei campi, e dei lavori manuali che oggi non si
sanno fare più, e abbracciava l’indipendenza godendo gli anni del boom
economico. Tutto il contrario di quello che viviamo noi oggi. Noi siamo DI GIA’
indipendenti, perennemente “connessi”, abbastanza insoddisfatti di tutto ciò
che abbiamo (e non perché lo abbiamo ottenuto noi, ma perché ce lo siamo
trovato pronto), e in più, viviamo gli effetti della recessione sulla nostra
pelle.
I
nostri genitori sono scappati di casa per urlare un diritto alla libertà che li
portava a stabilire delle relazioni amorose solo per la voglia di fuggire ed
emanciparsi. Le donne in particolare fuggivano dai padri-padroni, e credevano
che sposandosi e mettendo al mondo dei figli, avrebbero conquistato la tanto
agognata indipendenza.
Quei
figli siamo noi.
Cosa
ci è rimasto? Niente. Il nulla assoluto. Non abbiamo bisogno di scappare da
niente e nessuno, perché per noi la libertà è diventata il simbolo delle nostre
esistenze. All’inizio di una relazione non dobbiamo dire che vogliamo essere
liberi. Noi SIAMO liberi (salvo concederci notti di sesso folle, dopo le quali
ognuno se ne va a casa propria). Noi non abbiamo bisogno dell’emancipazione: la
nostra generazione E’ GIA’ emancipata sentimentalmente.
Non
facciamo promesse, non giuriamo su ciò che abbiamo di più caro. Viviamo alla
giornata e già ci sembra abbastanza sufficiente…
Siamo
i figli di una generazione che ha scelto l’amore come forma di evasione, per
scappare via da quattro mura troppo strette, o da genitori che erano abituati a
dare ordini senza rispettare le scelte dei propri figli. Come possiamo pensare
di riuscire a comprendere la vera essenza dell’amore, se tutto ciò che sappiamo
dell’amore è che non esiste nemmeno?
Buona
settimana.
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