lunedì 2 dicembre 2013

IL DIRITTO DI ESSERE SINGLES.

Mi sono stancata! Noi singles non godiamo di alcun privilegio in questa società! Veniamo continuamente bistrattati perché normalmente si è abituati a “pensare in due”. Non veniamo considerati come entità a sé stanti tutte le volte che giriamo per la città, guidiamo, andiamo a fare la spesa, respiriamo.
Non bastava lo scotto di pagarsi l’affitto da soli (più alto per i monolocali), o il mutuo tutto sulle nostre spalle, no! Non bastavano le offerte nei supermercati di cui non possiamo usufruire perché sono concepite solo come “pacchi famiglia” - e con la vita “libera e sregolata” che facciamo, se ne compriamo uno e lo apriamo per cucinare una sera, poi marcisce nel frigorifero per il resto dei giorni -.  Non bastavano i crucci dei nostri familiari a Natale, perché “noi siamo quelli che non si sono ancora sistemati e non hanno ancora messo la testa a posto”. Non bastavano le lenzuola fredde in pieno inverno quando ci infiliamo a letto soli, e i prezzi dei soggiorni negli hotel, dove una singola costa molto più di una doppia…
…Da anni siamo tartassati anche sul posto di lavoro. Non sto parlando di mobbing o di stalking da parte dei nostri capi, bensì del fatto che siamo considerati persone le cui vite valgono meno  rispetto a quelle degli accoppiati, degli sposati, o di quelli che hanno un figlio. Ne volete una prova? Ve la fornisco subito: coloro che hanno dei figli, usufruiscono della malattia per i figli, ma anche di periodi “off” denominati “congedi parentali”. Di fronte ad ognuno di questi due privilegi, le aziende non possono dire no. Parliamoci chiaro: ovviamente non ho alcun dubbio riguardo alla correttezza di una legge che consente di passare più tempo con i propri figli, MA HO MOLTO DA RIDIRE INVECE, SULLA MANIERA DI USUFRUIRNE CHE I GENITORI POSSIEDONO.
In Italia si sa, la legge viene sempre travisata o utilizzata per scopi poco giusti: la maggior parte dei genitori che usufruisce dei congedi parentali, ha la premura di farli cadere SEMPRE in periodi strategici. I turnisti lavorano di domenica, a Natale, a Santo Stefano, a Pasqua, a Ferragosto, di notte, di giorno e di pomeriggio. I GENITORI TURNISTI INVECE, USUFRUISCONO DEI CONGEDI PARENTALI FACENDOLI CADERE QUASI SEMPRE NEL PERIODO DELLE FESTIVITA’, OPPURE DI DOMENICA. Non si curano minimamente né delle necessità delle aziende per le quali lavorano, e ancor meno di quelle dei colleghi ai quali non vengono riservati gli stessi privilegi.
Quale privilegio possiedono nei posti di lavoro, le coppie senza figli, e soprattutto i singles? Certo, possono usufruire di periodi “off” se i loro parenti hanno bisogno di essere accuditi (legge 104). Hanno le ferie programmate e quelle non programmate. Hanno le malattie se sono loro a stare poco bene. MA DOVE SONO I PERIODI “OFF” CHE LI EQUIPARANO AI GENITORI? VE LO DICO IO: NON CI SONO, E SAPETE PERCHE’? PERCHE’ LA VITA DI UN SINGLE SENZA FIGLI, NON E’ CONSIDERATA IMPORTANTE COME QUELLA DI UN GENITORE.
Voi pensate che io scherzi oggi mentre scrivo questo post? Niente affatto, sono serissima. Dove è scritto che le persone che decidono di non mettere al mondo dei figli, abbiano una vita meno importante, di chi decide di farne? Certo, E’ OVVIO E SACROSANTO CHE LA VITA DI UN GENITORE SIA PIU’ INCASINATA RISPETTO A QUELLA DI UN SINGLE! Deve essere difficilissimo lavorare, mandare avanti una casa, portare i figli a scuola e andare a riprenderli, portarli a nuoto o a tennis, passare del tempo con loro, fare la spesa, pagare le bollette, lavare, cucinare, stirare, ecc ecc. Nessuno afferma il contrario. Ma allo stesso modo, chi può stabilire che la vita di un single non sia altrettanto semplice?
I singles hanno una casa anche loro, e anche loro devono mandarla avanti (non necessariamente perché ci vivono con altre persone, ma soprattutto perché ci vivono loro!). i singles lavorano, fanno la spesa, cucinano, lavano, stirano, fanno sport, vedono gli amici, E SE SONO FORTUNATI COME ME, OGNI TANTO HANNO STORIE SENTIMENTALI CON ALTRI SINGLES. Ecco qua dunque: la loro vita è uguale a quella di un genitore, con un’unica differenza: I SINGLES NON HANNO DECISO DI METTERE AL MONDO DEI FIGLI.
E CON CIO’? DEVONO ESSERE BISTRATTATI, O COSTRETTI A LAVORARE COME TAPPABUCHI NEI PERIODI DI FESTA PERCHE’ IN ITALIA ESISTE UNA LEGGE CHE CONSENTE AI GENITORI DI USUFRUIRE DI PERMESSI SPECIALI PER STARE CON LA LORO FAMIGLIA?!
Anch’io ho una famiglia: mia madre e mio padre, con i quali mi piacerebbe passare del tempo extra che forse potrebbe essermi concesso durante una pausa lavorativa.
Anch’io ho degli amici, che forse non saranno importanti quanto dei figli, ma chi può dirlo con certezza? CERCATE DI COMPRENDERMI E DI ANDARE OLTRE UNO SFOGO CHE PUO’ SUONARE SOLO COME UN MIO CAPRICCIO: CHI E’ CHE HA DECISO CHE AVERE UN FIGLIO SIA IMPORTANTE QUANTO AVERE UNA VITA PRIVATA? CHI E’? MA SOPRATTUTTO, DOVE E’ SCRITTO CHE IL TEMPO LIBERO DI UN SINGLE, DEBBA ESSERE CONSIDERATO MENO IMPORTANTE DI QUELLO DI CHI DECIDE DI AVERE UNA FAMIGLIA?
PORTATEMI UN DOCUMENTO DOVE C’E’ SCRITTO CHE PER ESSERE VERAMENTE DELLE “PERSONE COMPLETE”, SI DEBBA ESSERE PER FORZA PRIMA GENITORI, AVANTI!
Lo so che la mia polemica rimarrà sterile e inascoltata come sterili e inascoltate rimangono molte polemiche nel nostro paese, però attraverso queste pagine ci tenevo a dire la mia, ribadendo che non ho nulla contro chi decide di mettere al mondo un figlio. Però ad esempio ho molto da dire riguardo al fatto che chi decide di mettere al mondo un figlio, e non sigla la propria scelta con un accordo che si chiama matrimonio, rischia di incorrere in pericoli burocratici che non sono da sottovalutare.
Cercate di leggere tra le righe di questo mio libero sfogo: non sto davvero chiedendo una legge che tuteli il tempo libero di noi singles sui posti di lavoro, è ovvio. Non sto chiedendo più ferie e più periodi “off” in un momento storico in cui il lavoro nel nostro paese è un’utopia.
Sto solo chiedendo di aprire la mente e cercare di comprendere che i singles, così come le coppie di fatto, gli omosessuali e le lesbiche, RAPPRESENTANO UNA LARGA MAGGIORANZA BISTRATTATA IN QUESTO PAESE DALLE VISIONI ULTRA-CATTOLICHE, IN CUI NON SEI CONSIDERATA DONNA O PERSONA, SE DECIDI DI NON METTERE AL MONDO UNA VITA.



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