lunedì 25 novembre 2013

"LA TROMBATA RIMPATRIATA"

Ultimamente essere felici è diventato molto difficile (ed è anche un po’ passato di moda, diciamocelo). Viviamo in una società che ci vuole “nati per soffrire”. Tanto per cominciare, circolano sempre meno soldi, quindi dobbiamo accontentarci di tutto, in ogni ambito (come dite?! I soldi non fanno la felicità?! Bè, voi provate a non averne…).

Ci accontentiamo dello stipendio a fine mese (grazie a Dio, alcuni di noi ne possiedono ancora uno), dei prodotti del discount che ci consentono di risparmiare, della pizza mangiata in casa anziché in pizzeria (dove spenderemmo di più!), delle auto che guidiamo, dei conti in banca a zero spese che apriamo, degli abiti senza marca che acquistiamo. Certe volte ci accontentiamo persino degli uomini coi quali usciamo (senza contare che molte di noi, si accontentano ANCHE di sposarne alcuni!!!). Insomma, parliamoci chiaro: questa vita in era di recessione, talvolta ci porta a mandare giù qualche boccone amaro.

A riflettere bene, cosa è rimasto in queste nostre povere vite, a far prendere una piega diversa alle nostre giornate? Ve lo dico io: il sesso.
Il sesso è l’unica cosa che ancora può salvarci in questa immensa valle di lacrime. Il sesso fatto bene, è l’unico sfogo del quale possiamo ancora godere in questo pianeta di ingiustizie e di privazioni. Eppure, anche il contorto mondo delle relazioni interpersonali, non sempre ci regala soddisfazioni in quell’ambito. Le incomprensioni tra uomini e donne sono sempre più diffuse: conosciamo uomini che sembrano interessati a sposarci da subito, e invece dopo due settimane di conoscenza, scopriamo di aver giocato solo al gioco dello “svuota-palle”. Oppure siamo noi donne a non essere sicure del tipo di relazione che vorremmo davvero dai nostri uomini (il breve passo dal sesso all’amore, è difficile da gestire). Volente o nolente, il sesso occasionale che si mette in pratica con sempre meno “occasionalità”, complica i rapporti.

E allora, per sfuggire a tutte queste paranoie, ma allo stesso tempo per non negarci le piccole gioie della vita quotidiana, ecco che arriva in nostro soccorso un rimedio inventato dalla mia amica E., ovvero, “la trombata rimpatriata”.
Per “trombata rimpatriata” non si intende quell’appuntamento stabilito che di tanto in tanto decidiamo di avere col nostro “amico con beneficio”, e ovviamente, nemmeno quello che si consuma con i nostri partner fissi; si tratta piuttosto di un tuffo nel nostro passato sentimentale, che è sempre in voga. Tutti noi abbiamo avuto dei partner (trombamici, e amici con benefici) che appartengono al passato, e che a differenza di quelli ormai “archiviati”, ci piace rispolverare di tanto in tanto. La “trombata rimpatriata” è come quando hai messo nel cassetto un gioiello che pensavi di non indossare più, e che invece, in un momento di crisi, sei riuscita ad abbinare ad un abito nuovo. È quel vintage che non passa mai di moda insomma!!!

E così qualche giorno fa la mia amica E. è partita alla volta del suo gioiello vintage, salendo su un aereo che l’ha portata dritta dritta da lui. Complice il social network, e le infinite possibilità che ci dà di risentire persone che avevamo messo nel dimenticatoio, in meno di un’ora ha raggiunto il tizio che non vedeva da un po’ (ma che suscitava nei suoi pensieri un interesse mai sopito).

Ovviamente, per fare in modo da assicurare una buona riuscita alla “trombata rimpatriata”, bisognerebbe essere veramente sicuri che un interesse non sia ormai spento, e che i chilometri che maciniamo per rivedere una persona, valgano l’incontro. Se non ci sono queste condizioni, rischiamo di fare un buco nell’acqua, e di trovare un palliativo poco piacevole al momento di noia che stiamo vivendo.
Assicuratevi quindi che la persona che state per “rispolverare” sia quella alla quale sempre pensate con rammarico, dicendo a voi stessi “però, chissà come poteva essere con lui/lei…”. Ed infine, non sentitevi in colpa: i momenti di grigiore vanno e vengono, esattamente come i momenti di “splendore sentimentale”.

Per attuare la “trombata rimpatriata” vi è consentito l’uso di ogni tipo di mezzo: ci sono quelli che trovano una foto su whatsapp e riconoscono in quel viso un numero di telefono che in passato hanno composto molte volte. Ci sono quelli che non si ricordano più i cognomi, ma tengono costantemente d’occhio il social network per capire se i loro ex sono ancora liberi. Infine, ci sono quelli che semplicemente hanno tenuto QUEL numero in rubrica perché non hanno mai smesso di pensare che un giorno avrebbero potuto usarlo di nuovo.
E voi? Vi vedo, vi vedo! State facendo scorrere la rubrica del vostro smart phone col pollice, in cerca di quel nome che non avete dimenticato mai!

Enjoy! ;-)

lunedì 18 novembre 2013

PERCHE' ORMAI LE DONNE PREFERISCONO I GAY...

Modestamente nella mia vita ho già incontrato ogni genere di uomo:
-          Lo sposato (ce l’ho)
-          Il fidanzato (ce l’ho)
-          Il single che non vuole accoppiarsi manco morto (ce l’ho… e pure più di uno!)
-          Il musicista che ama solo la sua musica e nessun’altro al mondo (ce l’ho)
-          Il depresso (ce l’ho)
-          Il separato con figli (ce l’ho)
-          Il separato senza figli (pure)
-          Lo sfigato (ce l’ho)
-          Lo squattrinato (ce l’ho)
-          Il depresso sull’orlo del suicidio (ce l’ho)
-          L’alcoolista (ce l’ho)
-          L’analista (ce l’ho, ma avrebbe avuto più bisogno di un analista dal quale farsi curare lui stesso…)
-          Il sinistronzo (ce l’ho)
-          Lo scrittore di poco successo (ce l’ho)
-          L’accollo disumano (non mancano mai!)
…e mano mano che mi verranno in mente, ne aggiungerò di altri…

Fatto sta, che non avevo ancora mai avuto un genere di uomo nuovo, ovvero “il gay dal quale sono attratta”. Sento già le vostre risatine di sottofondo e vedo persino qualcuno tra voi iniziare a sbellicarsi.
In verità, in un certo senso “me la sono sempre fatta con i gay”, perché nella mia vita ho sempre avuto un numero infinito di amici gay. Agli aperitivi o nelle serate romane, è più facile beccarmi in giro con loro, che in un “gallinaceo” gruppo di donne.

Qualche sera fa ero ad una rappresentazione teatrale in un locale con un gruppo misto di amici, e siccome il locale era gremito, per riuscire a bere un drink in pace, bisognava dividere il tavolo con qualcuno. Da buona single quale sono (ed essendo accompagnata da altre due o tre amiche singles), prima di scegliere il tavolo “giusto”, ho dato una veloce occhiata a quelli disponibili. In un grosso tavolo poco lontano da noi, erano seduti cinque ragazzi, di cui due o tre veramente carini. Detto fatto, scegliamo QUEL tavolo.
Cinque minuti di conversazione con i ragazzi in questione e qualche “movenza” da parte loro, e ho capito subito che appartenevano alla parrocchia di Nostra Signora degli omo!!! Serata unica, risate da pazzi, e la tipica sensazione che sempre sento quando sto con loro, di conoscerli da tutta una vita.

Ultimamente però mi capita un fatto strano: alcuni di loro (in genere quelli che hanno un atteggiamento più virile) smetto di vederli come fratelli e passano automaticamente dalla parte di quelli che “fanno sangue”. State ancora ridendo vero? Si, può darsi che io sia particolarmente umoristica, ma bisogna ammetterlo: i miei “fratelli parrocchiani” sono talvolta irresistibili.
Hanno fisici scolpiti e camicie attillate che lasciano intravedere i muscoli. Seguono corsi di fitness e mangiano sano e regolare. Curano il proprio corpo e il proprio aspetto, al punto che molte donne, si voltano a guardarli quando passano. Hanno interessi coinvolgenti e in qualche caso, un livello di cultura veramente considerevole. Non voglio poi generalizzare (come sempre si fa quando si parla di omosessuali) riguardo alla loro sensibilità. Ad eccezione di quelli invidiosi e un po’ frustrati (che si comportano peggio delle donne incattivite) con la maggior parte di loro si possono affrontare discorsi profondi ed avere quasi sempre la certezza di essere comprese.

Riflettiamoci: cosa hanno i nostri uomini etero da offrire rispetto ai gay? La maggior parte degli etero sono fortemente inaciditi e frustrati, ed entrano in competizione con le donne per la più semplice delle questioni. Non vogliono più impegnarsi in storie d’amore, né in trombatine occasionali con cui sollazzarsi di tanto in tanto. Non si prendono nemmeno più la responsabilità del rischio di conoscere meglio una donna, tanto sono colpiti da una sindrome di indolenza veramente fuori dalle righe.
In ultimo, visto il periodo di crisi e recessione che stiamo vivendo, hanno preso questa brutta abitudine di scroccare cene, pizze, aperitivi e drink dalle donne che “portano fuori”.
In più, sono affetti da uno strano delirio di onnipotenza che li ha convinti (non chiedetemi perché) di essere diventati loro quelli da corteggiare, e non più il contrario.
ORA, PREGASI NOTARE LE DIFFERENZE:
Qualche sera fa sono stata a cena dal mio amico gay: ha ordinato due pizze sotto casa sua che erano la fine del mondo, ed ha insistito per pagarle perché io ero sua ospite. (gli etero, grasso che cola ti offrono un drink, ma se possono evitare di farlo, è meglio).
Sorvolo poi sul fatto che è uscito dal portone con una Polo nera attillata, e io ho non ho potuto resistere al “rimirare del muscolo”.
Ha dei modi gentili, ma al contempo un atteggiamento virile, e ciò mi riporta alla mente la smisurata maleducazione che possiedono la maggior parte degli etero con cui sono uscita finora.
Abbiamo parlato di libri, cinema, politica, attualità, sport e quant’altro. Molti degli uomini trentenni etero attualmente in circolazione, sono settati su tre argomenti: il calcio, la figa, i motori.
Alla fine della serata col mio amico gay, per un momento mi è balenata in testa l’idea che sarebbe veramente bello poterla concludere spingendosi oltre. Impossibile, irrealizzabile, inattuabile. Forse potrebbe accadere alla fine di una serata durante la quale entrambi abbiamo bevuto molto, e comunque, mai dire mai.
Eppure resta, nella mente di noi donne (tutte) il senso di sconfitta. Li guardiamo e condividiamo con loro risate, lacrime, abbracci, viaggi, confessioni, e ogni genere di esperienza che in qualche angolo recondito del nostro cuore vorremmo condividere con un uomo etero. Il fatto è che così come non possiamo cambiare la sessualità delle persone (grazie a Dio!) ma solo rispettarla, non possiamo nemmeno cambiare gli uomini etero del 2013.
Era uno dei capisaldi di una delle più belle canzoni di Mia Martini: gli uomini, non cambiano. Non diventano come noi li desideriamo, semplicemente perché andrebbe contro la loro natura di esseri umani. E in più, purtroppo, non diventano nemmeno etero dopo aver compreso di essere gay!
Dopo la pizza e le splendide chiacchiere, il mio amico gay mi ha accompagnata alla macchina (un cavaliere gentile non lascerebbe mai una donna sola per strada di notte) e ognuno è andato a dormire nel proprio letto.

Che mondo migliore sarebbe per noi donne, se ogni uomo etero che si incontra, fosse come lui. (sospiro).

lunedì 11 novembre 2013

IL FASCINO SEGRETO DI CERTI QUARANTENNI SPOSATI.

Qualche settimana fa, in un mio post ho parlato malissimo di certi uomini 40enni sul viale del tramonto, etichettandoli come dei moderni coatti de' Noantri, che girano per la città in atteggiamento gaiamente molesto nei confronti delle giovincelle. Era ovviamente un post dal tono ironico – come quasi tutti i miei post – ma terribilmente tagliente e veritiero.

Oggi voglio parlare di un'altra categoria di 40enni, certamente più fortunata della prima: quella degli aitanti, prestanti, e maturi uomini sposati.
Nella terribile giungla in cui ci barcameniamo ogni giorno noi fanciulle single, tutto è stato già visto, già sentito, e già provato: abbiamo avuto i 20enni con l'atteggiamento adolescenziale ai quali dovevamo insegnare qualsiasi cosa, perennemente arrapati, e convinti che il sesso si dovesse fare come lo fa Rocco nei suoi film.
Abbiamo avuto i 30enni immaturi e inconcludenti, ai quali abbiamo cercato di far capire che l'amore è altro dal conoscersi, uscire per un drink, accoppiarsi, e poi mollarsi perchè “si preferisce restare liberi”.
Abbiamo avuto gli ultra-trentenni/quasi quarantenni col cervello e l'intelligenza artificiale equivalente a quella di un acaro, attaccati alle loro madri come i cuccioli di marsupiali nel deserto australiano.
Insomma, abbiamo avuto (e visto) più o meno di tutto.
Eppure c'è una categoria che – devo ammetterlo – non ci delude mai; si tratta dei 40enni aitanti e sposati. Per loro bisogna scrivere un post a parte, perchè loro SONO un mondo a parte.

In genere li vedi girare per la città in jeans attillati e “Stan Smith Adidas” ai piedi (o sneakers generiche). Le t-shirt americane che indossano (o le camicie dal taglio finemente curato) incorniciano corpi e fisici degni dei Bronzi di Riace. LORO si allenano da tutta la vita, e non hanno mai smesso! Per loro la cura del fisico va di pari passo con quella del cervello, per questo motivo tengono molto a mantenere un'alimentazione equilibrata. Hanno visi sbarbati e sopracciglia finemente curate, e se anche soffrono per la perdita dei capelli, le loro teste sono minuziosamente rasate.
Non stiamo parlando di omuncoli qualsiasi che hanno utilizzato la chirurgia plastica come escamotage per restare giovani, no! Su di loro i segni del tempo si vedono eccome! Ma hanno rughe messe lì al posto giusto, e comunque non invadenti al punto tale da fargli perdere fascino.

Di fascino ne hanno da vendere: intanto, pur facendo finta di essere “anziani”, sono perfettamente consapevoli del fatto che esistono un mucchio di uomini più giovani di loro ma “tenuti male”, con i quali non c'è assolutamente gara, e quindi, utilizzano questa falsa modestia che li caratterizza, per diffondere in giro la voce che “no, alla loro età è praticamente impossibile che facciano colpo su una 30enne”. Niente di più falso. E infatti, essendo già storicamente navigati, loro non agiscono, non fanno mosse. Di tanto in tanto lanciano un piccolo sasso nello stagno di noi 30enni, e vi assicuro che questo sasso produce diversi cerchi nell'acqua. Il 40enne aitante non ci rimane indifferente, e non perchè c'è mancata la figura paterna o altre stronzate di psicologia spicciola, ma semplicemente perchè non resistiamo al fascino di un uomo maturo ancora nel fiore degli anni.

L'unica questione veramente insopportabile legata ai 40enni aitanti, sono le loro mogli ciccione che hanno figliato almeno un paio di volte (ai tempi in cui il loro era ancora un amore con la “A” maiuscola). Le vedi perlustrare il profilo Fb dei loro bei consorti con aria da Gestapo, buttando qua e là qualche commento finto innamorato che dovrebbe lasciar intendere che i due si amano ancora come il primo giorno. Niente di più falso: non solo i due non fanno sesso da tempo immemore, ma la dura verità da accettare, mie care donne, è che spesso purtroppo, mentre gli uomini acquistano fascino in età matura, le donne ingrassano, si inacidiscono, e in generale, diventano delle gran rompicoglioni, peraltro del tutto consapevoli del fatto che portano in testa un numero illimitato di corna, tipo cesto di lumache. Ma tant'è: per molte donne, è sempre meglio tenersi in testa i cesti di lumache, che essere abbandonate con prole e rischiare di morire sole e piene di debiti.

I 40enni aitanti/sposati, quindi, sono molto ma molto furbi: fanno continuamente finta di cadere dal pero. Loro non fanno, non dicono, non agiscono, non c'erano (e se c'erano non hanno visto). Insomma, a sentirli parlare, loro non giocano MAI a sentirsi giovani accompagnandosi a delle fanciulle 30enni piene di vitalità. Si, come no! E io sono bionda!
La verità è che frequentare un 40enne aitante e sposato, per una 30enne single equivale a farsi un bel giro di giostra: si tratta di uomini dotati di una galanteria e di un savoir-faire che i 30enni possono solo sognare. Sono romantici, gentili, fintamente intimiditi, ma realmente abili a sedurre, e soprattutto, molto preparati a letto. Non dimenticate che non fanno più sesso con le loro mogli, quindi, prima di essere indirizzati verso un oggettivo “viale del tramonto”, tendono a giocarsi le ultime cartucce.

Una raccomandazione però la devo fare a tutte le fanciulle che si ritrovano nelle grinfie di questi baldi: tra tutte le cose che vi diranno e le frasi che pronunceranno, ce n'è una alla quale NON DOVETE CREDERE MAI. Quando la sentirete pronunciare, guardateli dritti negli occhi e fatevi una risata sonora, ricordando a loro e a voi stesse, che razza di creature splendide siete. In più, aggiungete che lui per voi rappresenta solo un giro di giostra. E tenetevelo bene a mente questo concetto, perchè il 40enne sposato, NON LASCERA' MAI LA PROPRIA MOGLIE PER VOI. È risaputo, matematico, certo, sicuro: i 40enni aitanti/sposati NON LASCIANO MAI LE LORO MOGLI!
RIPETO: NON LASCIANO MAI LE LORO MOGLI!
Lo dicono, lo sostengono, si lamentano di loro, MA NON LE LASCIANO MAI!
Ciò detto, se tenete bene a mente questa semplice regola, potrete godervi in santa pace e senza complicazioni di sorta il vostro giretto di giostra.
Se invece siete fanciulle dal cuore tenero, e soprattutto credete ancora nelle favole, girate alla larga da questi individui. Non basta essere belline e avere un cervello con questi qui: bisogna avere polso ed essere donne preparate.
A lunedì prossimo!


lunedì 4 novembre 2013

MULTI TASKING MEN.



Voi direte: tempi moderni, non ci stupiamo più di nulla. Eh si, in parte è anche vero e non pretendo di darvi torto. Nel mondo, così come nel vasto pianeta delle relazioni sentimentali, gli accadimenti sono strani e disparati. Ci sono coppie che stanno insieme per una vita e poi magari si separano due giorni dopo il matrimonio o il concepimento di un figlio.

Ci sono coppie che per una vita NON stanno insieme: hanno storie con altri, non cercano un legame stabile e stabilito ma si vogliono bene in maniera “diversa”.

Ci sono coppie che sono felici “a scambiarsi” con altre coppie, e vivono serene così...

...e infine, ci sono coppie formate da donne etero e uomini gay, che mettono su famiglia!!!



Come come? Ma si, avete letto bene: ci sono coppie formate da donne etero e uomini gay che vivono felici e contenti così!!!



Ebbene, possiedo centinaia di amici maschi gay. Alcuni di loro (pochi in verità) hanno relazioni stabili con altri uomini e sono anche molto fedeli. La maggior parte colleziona storie di poco conto. Una sera, massimo due, il tempo di “consumare” e poi addio. I social e le chat su telefoni mobili, sono forieri di questo tipo di incontri fugaci dalla durata ancor più ridotta. Ed è proprio attraverso i social e le chat, che uomini etero che possiedono vite sentimentali stabili con delle donne, si procacciano amanti omosessuali fugaci. Attenzione, non sto dicendo che è una pratica in voga negli ultimi tempi: l'omosessualità celata e nascosta è sempre esistita, e da sempre finti uomini etero impegnati con donne, passavano allegramente il loro tempo con degli uomini. Ciò che mi fa sorridere, è la maniera in cui spesso le donne accettano certi fatti facendo finta di non sapere.



Le donne (certe donne, anzi, molte donne, anzi, la maggior parte delle donne) preferiscono avere i paraocchi. Un tempo, piuttosto che restare sole, si sarebbero tenute uomini che le tradivano con altre donne. Oggi è cambiato pochissimo: piuttosto che stare sole, si terrebbero anche uomini che le tradiscono con altri uomini. E che differenza fa? Un tradimento è pur sempre un tradimento, direte voi. Tecnicamente si. Ma nella pratica, un uomo che ti tradisce con un altro uomo, è uno che ti fa ancor più cadere le braccia, perchè a quel punto in quanto donna, non hai nemmeno più un termine di paragone al quale aggrapparti con disperazione: a tuo marito non piace la pussy, ma il pisello (oppure tutti e due!!!).

Ohibò, e ora mettici una pezza!!!



Normalmente questa tipologia di uomini multi-tasking, vengono schifati persino dal mondo gay: i gay, essendo uomini molto pragmatici, sono soliti sollazzarsi con loro per mere ragioni fisiche e nient'altro. I gay non sono come noi donne: se hanno davanti un furbo, uno a cui piace tenere il piede in due scarpe, uno a cui piace sia la carne che il pesce, uno già impegnato insomma, loro non lo giustificano, non lo perdonano, non se lo tengono tutta una vita sperando che cambi.

I gay sono realisti: accettano le situazioni, prendono atto del fatto che a star soli ci si può anche guadagnare (piuttosto che spendere il proprio tempo con uomini così), e sono in grado di prendere gli uomini per quello che sono.

I gay, sono avanti: il loro realismo e la loro concretezza, non mi disarma, anzi, mi spinge all'emulazione. Per questo forse sto tanto bene con i gay e la maggior parte di loro mi adora.



Le donne invece, hanno compiuto percorsi tortuosi e tuttora impervi: nonostante la rivoluzione sessuale e l'avvento del femminismo, la nostra sensibilità e fragilità di fronte al mondo, resta. Così come resta il terrore della solitudine, del ticchettio inesorabile e puntuale dell'orologio biologico, che non può fare a meno di ricordarci che per noi il tempo che passa, vale eccome. È forse per questo motivo che molte donne sono portate ad accettare tutto: accettano le prese in giro, gli amori finti; accettano le violenze domestiche; accettano che il loro uomo le tradisca con un altro uomo. Tutto, tranne che la solitudine.



Ci sono donne fiere del loro status di “maritate”, e fiere dei figli che hanno cresciuto. Sono quelle che hanno arredato la loro casa con estremo gusto, e si identificano in questa società come “donne di classe”. Queste donne però, possono definirsi felici solo a metà, perchè non portano sulle spalle solo il peso dei tradimenti dei loro mariti, ma bensì la zavorra dei tradimenti dei loro mariti con uomini dello stesso sesso.

E ai loro uomini double-face invece, cosa dico? Questo:

Oggi mentre scrivo questo post dal mio appartamento a Cinecittà, in un quartiere poco distante si celebrano i funerali di Simone, un ragazzo gay morto suicida perchè questa società non lo accettava. Lo so, è ridicolo: nel 2013 dovremmo finalmente essere tutti educati e abituati al concetto di integrazione e accettazione dell'altro, superando ogni stupida barriera. Tuttavia, un altro ragazzo si è tolto la vita in questa città, vittima consapevole di chi gli puntava contro il dito.

Certe cose purtroppo accadono perchè non si possiede ancora la libertà di auto-dichiararsi. Nei posti di lavoro, nei luoghi pubblici, sull'autobus, in metro, per la strada, chi è considerato “diverso” viene ancora additato. Simone si è ammazzato, mentre tanti uomini non arrivano proprio a farlo, ma portano avanti vite “nascoste”, segrete, solo perchè la famiglia viene ancora concepita come “uomo+donna = figli”, e dichiarare i propri gusti in ambito sessuale è tuttora considerato scandaloso.

Sono convinta che la maggior parte degli uomini con famiglia, impegnati con donne, e che cercano amori gay fugaci in rete, siano vittime di un sistema che li vuole uniformati, e che li taglierebbe fuori, se solo avessero il coraggio di dire al mondo intero come vorrebbero essere veramente.

Questo blog non ha la pretesa di cambiare il mondo, né le vedute di quelli che hanno sguardi troppo stretti sulla vita. Però nel mio piccolo posso concludere un post che nasce come ironico, in maniera seria, ricordando Simone, e stando vicina a tutti i miei amici gay che soffrono la condizione di non potersi dichiarare, né alle loro famiglie, e tanto meno al resto della gente.

Io sono dalla vostra parte, anche se è poco.