Ultimamente
essere felici è diventato molto difficile (ed è anche un po’ passato di moda,
diciamocelo). Viviamo in una società che ci vuole “nati per soffrire”. Tanto
per cominciare, circolano sempre meno soldi, quindi dobbiamo accontentarci di
tutto, in ogni ambito (come dite?! I soldi non fanno la felicità?! Bè, voi
provate a non averne…).
Ci
accontentiamo dello stipendio a fine mese (grazie a Dio, alcuni di noi ne
possiedono ancora uno), dei prodotti del discount che ci consentono di
risparmiare, della pizza mangiata in casa anziché in pizzeria (dove spenderemmo
di più!), delle auto che guidiamo, dei conti in banca a zero spese che apriamo,
degli abiti senza marca che acquistiamo. Certe volte ci accontentiamo persino
degli uomini coi quali usciamo (senza contare che molte di noi, si accontentano
ANCHE di sposarne alcuni!!!). Insomma, parliamoci chiaro: questa vita in era di
recessione, talvolta ci porta a mandare giù qualche boccone amaro.
A
riflettere bene, cosa è rimasto in queste nostre povere vite, a far prendere
una piega diversa alle nostre giornate? Ve lo dico io: il sesso.
Il
sesso è l’unica cosa che ancora può salvarci in questa immensa valle di
lacrime. Il sesso fatto bene, è l’unico sfogo del quale possiamo ancora godere
in questo pianeta di ingiustizie e di privazioni. Eppure, anche il contorto
mondo delle relazioni interpersonali, non sempre ci regala soddisfazioni in
quell’ambito. Le incomprensioni tra uomini e donne sono sempre più diffuse:
conosciamo uomini che sembrano interessati a sposarci da subito, e invece dopo
due settimane di conoscenza, scopriamo di aver giocato solo al gioco dello
“svuota-palle”. Oppure siamo noi donne a non essere sicure del tipo di
relazione che vorremmo davvero dai nostri uomini (il breve passo dal sesso
all’amore, è difficile da gestire). Volente o nolente, il sesso occasionale che
si mette in pratica con sempre meno “occasionalità”, complica i rapporti.
E
allora, per sfuggire a tutte queste paranoie, ma allo stesso tempo per non
negarci le piccole gioie della vita quotidiana, ecco che arriva in nostro
soccorso un rimedio inventato dalla mia amica E., ovvero, “la trombata
rimpatriata”.
Per
“trombata rimpatriata” non si intende quell’appuntamento stabilito che di tanto
in tanto decidiamo di avere col nostro “amico con beneficio”, e ovviamente,
nemmeno quello che si consuma con i nostri partner fissi; si tratta piuttosto
di un tuffo nel nostro passato sentimentale, che è sempre in voga. Tutti noi
abbiamo avuto dei partner (trombamici, e amici con benefici) che appartengono
al passato, e che a differenza di quelli ormai “archiviati”, ci piace
rispolverare di tanto in tanto. La “trombata rimpatriata” è come quando hai
messo nel cassetto un gioiello che pensavi di non indossare più, e che invece,
in un momento di crisi, sei riuscita ad abbinare ad un abito nuovo. È quel
vintage che non passa mai di moda insomma!!!
E così
qualche giorno fa la mia amica E. è partita alla volta del suo gioiello
vintage, salendo su un aereo che l’ha portata dritta dritta da lui. Complice il
social network, e le infinite possibilità che ci dà di risentire persone che
avevamo messo nel dimenticatoio, in meno di un’ora ha raggiunto il tizio che
non vedeva da un po’ (ma che suscitava nei suoi pensieri un interesse mai
sopito).
Ovviamente,
per fare in modo da assicurare una buona riuscita alla “trombata rimpatriata”,
bisognerebbe essere veramente sicuri che un interesse non sia ormai spento, e
che i chilometri che maciniamo per rivedere una persona, valgano l’incontro. Se
non ci sono queste condizioni, rischiamo di fare un buco nell’acqua, e di
trovare un palliativo poco piacevole al momento di noia che stiamo vivendo.
Assicuratevi
quindi che la persona che state per “rispolverare” sia quella alla quale sempre
pensate con rammarico, dicendo a voi stessi “però, chissà come poteva essere
con lui/lei…”. Ed infine, non sentitevi in colpa: i momenti di grigiore vanno e
vengono, esattamente come i momenti di “splendore sentimentale”.
Per
attuare la “trombata rimpatriata” vi è consentito l’uso di ogni tipo di mezzo:
ci sono quelli che trovano una foto su whatsapp e riconoscono in quel viso un
numero di telefono che in passato hanno composto molte volte. Ci sono quelli
che non si ricordano più i cognomi, ma tengono costantemente d’occhio il social
network per capire se i loro ex sono ancora liberi. Infine, ci sono quelli che
semplicemente hanno tenuto QUEL numero in rubrica perché non hanno mai smesso
di pensare che un giorno avrebbero potuto usarlo di nuovo.
E voi?
Vi vedo, vi vedo! State facendo scorrere la rubrica del vostro smart phone col
pollice, in cerca di quel nome che non avete dimenticato mai!
Enjoy!
;-)