Mentre
scrivo sono seduta sul sedile pieghevole di un aereo che mi sta portando verso
il Canada, e in pochi giorni volerò negli Stati Uniti. Mancano solo due ore
all’atterraggio e non mi sento proprio molto stanca.
Strapuntino,
così si chiama il sedile pieghevole sul quale sono seduta, e per chi non lo
sapesse, si tratta di uno di quei posti sui quali può viaggiare lo staff di una
compagnia aerea in vacanza, a fronte di volo pieno: sei fai parte dello staff
di una compagnia aerea come me, e il volo sul quale devi partire col tuo
biglietto “free” è pieno, devi sostenere una lista d’attesa fino al momento
della chiusura del volo, e solo se qualche passeggero pagante non si presenta,
puoi avere il posto a sedere. Altrimenti, se davvero vuoi raggiungere la tua
meta, puoi sempre viaggiare su un posto pieghevole, come sto facendo io oggi.
L’ultima
volta che ho viaggiato su uno strapuntino, il volo era pieno esattamente come
oggi. Io però non stavo andando a Toronto ma a Los Angeles, ed ero innamorata
persa. Ho scritto “innamorata?!”. Si, insomma, giù di lì. “L’amore è un’altra
cosa”, commenterete voi… io mi riferivo piuttosto alla sensazione di sentirmi
“ebbra” di passione. Eh si perché l’amore è proprio una strana “perdita dei
sensi”: per me è riduttivo descriverla come quella sensazione di “farfalle
nello stomaco” tanto decantata in maniera quasi monotona. Si certo, la morsa
nello stomaco la sentiamo sempre quando la persona oggetto del nostro desiderio
è di fronte a noi, però la “perdita dei sensi” di cui parlo io, è più
identificata come l’incapacità totale di pensare prima di agire. Quante volte
in questo mondo, con le vite che facciamo, possiamo permetterci di non pensare?
Il lavoro, i soldi, i conti a fine mese, la famiglia, la diplomazia nelle
amicizie, e nei rapporti con gli altri. Non possiamo MAI permetterci di perdere
il controllo.
Lo
possiamo fare solo in amore, e anzi, proprio per questo motivo, è in ambito
amoroso che non vediamo l’ora di “buttarci”. Ci doniamo all’altro
incondizionatamente, e magari a cosa stiamo andando incontro in quel momento,
lo sappiamo pure.
Tuttavia,
niente ci spaventa: l’obiettivo è l’amore; tutto il resto, il modo in cui
raggiungeremo la sensazione di ebbrezza, e i possibili guai che ne
scaturiranno, sono solo dettagli. Nel momento in cui ci lasciamo cullare dalle
passioni, siamo perfettamente consapevoli dei casini che capiteranno
successivamente, e non è che non ne teniamo conto, è solo che il desiderio di “scarica
adrenalinica”, ci fa mettere da parte l’insensatezza del gesto. La maggior
parte di noi è perfettamente consapevole della possibilità del fallimento:
inseguire una persona che non ci ricambia, è come posizionarsi sui binari di un
treno che va a cinquecento chilometri orari, e aspettare che passi per
travolgerci. Eppure non ci interessa, o meglio, siamo un minimo consapevoli del
fatto che faremo un buco nell’acqua, ma le speranze riposte in quel tentativo
non le perdiamo mai.
La
maggior parte delle sensazioni di “stand-by del cuore”, ci portano quindi a
compiere gesti inconsueti e irrazionali. Bramiamo di mostrare passione e
affetto per la persona oggetto del nostro desiderio. Non vediamo l’ora che
comprenda che siamo pronti a fare qualsiasi pazzia, purché quella pazzia convinca
quella persona ad amarci.
Ho
un amico che per riconquistare la propria ex si è fatto circa venti ore di volo
in due giorni. Non si è mai riposato, e dopo tutte quelle ore di volo, è salito
su un bus, si è fatto qualche altro chilometro, e senza aver dormito né essersi
lavato, è andato ad aspettarla fuori alla sede in cui lavorava per dirle che
l’amava e che voleva stare solo con lei. Ovviamente – come sempre avviene in
questi casi – “lei gli ha risposto picche”, probabilmente consapevole anche del
fatto che nessun uomo avrebbe mai più fatto niente di simile per lei. Il mio
amico è poi tornato a casa ovviamente stanco, ma non tanto fisicamente, quanto
mentalmente. Svuotato, spossato, distrutto dalla follia appena compiuta, che in
cambio gli ha regalato solo una delusione.
Anch’io
quella volta, in seguito a quelle tredici ore di strapuntino, feci un buco
nell’acqua, eppure non mi pentì. Ho poi spesso riflettuto sulle follie d’amore
e su quanto sia davvero giusto compierne, e in definitiva ho trovato che, per
quanto distruttive possano essere, è comunque meglio abbandonarvisi, che
restare in un limbo. Del resto, “qui non è Hollywood”, e i film li guardiamo
solo in dvd, o spesso, su qualche canale satellitare a pagamento.
Buon
stand-by del cuore a tutti allora! Io sto per atterrare, e tra poco dovrò
sostenere un’altra lista d’attesa per un volo che mi porterà alla meta finale.
E
se la mia fosse una parafrasi di vita?!
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