In città sono rimaste solo loro. In fila al supermercato le senti parlare al telefono con la loro vocetta strascicata e flebile,; nei locali camminano impettite col capello sempre rigorosamente liscio e in ordine (pure in una giornata piovosa d’autunno). In genere sono bionde, hanno i lineamenti poco marcati, usano pochissimo trucco (confacendosi alle abitudini delle vere brave ragazze), e nonostante l’atteggiamento “low profile”, hanno in pugno il mondo intero… a cominciare dagli uomini.
Diamo il benvenuto alle “fighe lesse”. Le fighe lesse rappresentano una specie femminile da sempre esistita su questo pianeta, ma mai rigorosamente notata come in questi ultimi anni di grossa crisi tra uomini e donne. In altri contesti o in altre situazioni, sono meglio conosciute come “gatte morte”, ma il termine “fighe lesse” l’ho coniato da un mio caro amico gay che le detesta. Hanno l’aria stralunata, camminano per la strada come colpite da un’eterna crisi di Stendhal, hanno quasi sempre il capello chiaro (per cercare di sembrare poco aggressive) e sono esili di corporatura, affinché l’uomo che le prenda con sé, possa sentirsi un vero e proprio macho.
Non definirei l’atteggiamento di queste femminelle come ingenuo o innocente, bensì come scaltro, poiché vivono ogni istante della loro vita, cercando di suscitare tenerezza nel prossimo. Sentendole parlare con chiunque, le si potrebbe associare a dei gattini abbandonati in una piovosa giornata di novembre, e chi non si lascerebbe intenerire da due occhioni bisognosi di protezione?
NOI NO. O MEGLIO, LE DONNE CHE SANNO IL FATTO LORO NON SI LASCEREBBERO MAI FREGARE DA QUESTE MANTIDI. GLI UOMINI INVECE, SONO LE LORO PREDE PREFERITE.
Parliamoci chiaro: l’uomo in questi anni soffre di pericolose crisi d’identità. Vorrebbe poter raccontare in giro che è ancora capace di portare i pantaloni ricoprendo un ruolo decisionale nell’umanità, ma in realtà non esiste individuo di genere maschile, che non si senta in crisi a causa dell’affermazione di identità delle donne. Non possiedono più sicurezze (né cerebrali, né economiche), non sanno percorrere due metri senza sentirsi minacciati nel profondo, non si offrono più nemmeno di portarci le buste della spesa fuori al supermercato, per quanto sono arrivati a credere che la loro presenza nelle nostre vite sia assolutamente superflua.
LA FIGA LESSA, E’ PER IL MODERNO OMOIDE MEDIO IN CRISI, LA SALVEZZA DI UNA VIRILITA’ E LA RISCOPERTA DI UNA FIDUCIA IN SE STESSO, CHE E’ ANDATA A FARSI FRIGGERE MOLTI ANNI OR SONO.
Ma vediamo come e perché:
Intanto la voce sottile e l’atteggiamento
sperduto della figa lessa, sono un richiamo al quale l’uomo non può sfuggire.
Una figa lessa ha bisogno di qualcuno che rappresenti un punto fermo, un
orizzonte oltre il quale trovare la via. In secondo luogo, la fisicità esile e
i capelli biondi, sono un chiaro segno di femminilità per tutti gli uomini che
si spaventano di fronte al bruno mediterraneo, e quindi una maggiore
possibilità di auto-affermazione per personalità
deboli che amano sentirsi forti.
Il dispiacere che provo nell’osservare un uomo medio che viene manipolato da una figa lessa, è immenso: intanto la figa lessa sa bene dove andare a colpire il maschio; non è quasi mai sincera, e ucciderebbe la madre pur di ottenere con le buone tutto ciò che desidera. Se un uomo non è capace di conquistare una donna con l’intelligenza, preferisce farlo con i beni materiali, di cui le fighe lesse sono ghiotte. Quindi, perché stare tanto a scervellarsi per mostrarsi intelligente o interessante, quando con una di loro puoi ottenere la compagnia che desideri col minimo sforzo, o meglio ancora, pagando. Non serve parlare di letteratura, pittura, dell’inquinamento acustico, della raccolta differenziata, e della fame nel mondo, se hai di fronte una creaturina sparuta che non sa assolutamente cosa siano i libri, le opere d’arte, il senso civico, e i morti di fame e di aids in Africa! Minimo sforzo, massimo rendimento!
Altra questione: una figa lessa la metti lì in un angolo, e lì rimane, muta e assente fino a che non hai finito di fare ciò che vuoi, o fino a che non le dai il permesso di attivare un poco il cervello da acaro e proferire parola. L’ideale dunque per il genere maschile: LA DONNA CHE PARLA POCO, ACCETTA SILENZIOSAMENTE E NON CREA POLEMICHE DI SORTA, E’ QUANTO DI MEGLIO POSSA CAPITARE AD UN UOMO.
Certi uomini non hanno bisogno di essere contraddetti: tutto ciò che vogliono è essere lasciati in pace mentre guardano la partita, e quando la partita è finita, avere lei pronta col sorriso sulle labbra. Il prezzo da pagare sarà portarla spesso a cena fuori o a fare shopping, ma è un conto poco salato, rispetto alla libertà che la figa lessa offre di lasciargli fare ciò che vuole senza parlare.
Mi diverto sempre ad osservare gli uomini che si fanno fregare dalle fighe lesse, perché i primi credono che scegliendone una, stipulano un patto con la felicità, ma in realtà non sanno che la donna che non fiata, sta giocando un ruolo per prendersi tutto il pacchetto. Quegli stessi uomini che si compiacciono con loro stessi per aver scelto una donna dal cervello grande quanto quello di un acaro, un giorno ne pagheranno le conseguenze, perché queste donne non ascoltano mai le loro emozioni, ma piuttosto il richiamo più potente della loro astuzia.
In verità vi dico, gli uomini preferiscono le fighe lesse, e sono totalmente terrorizzati dalle donne che sanno il fatto loro. Ma la cosa ancora più bella è che detto in romanesco “le fighe lesse sono delle gran paracule”: piangono il morto e fregano il vivo, zitte zitte…
deboli che amano sentirsi forti.
Il dispiacere che provo nell’osservare un uomo medio che viene manipolato da una figa lessa, è immenso: intanto la figa lessa sa bene dove andare a colpire il maschio; non è quasi mai sincera, e ucciderebbe la madre pur di ottenere con le buone tutto ciò che desidera. Se un uomo non è capace di conquistare una donna con l’intelligenza, preferisce farlo con i beni materiali, di cui le fighe lesse sono ghiotte. Quindi, perché stare tanto a scervellarsi per mostrarsi intelligente o interessante, quando con una di loro puoi ottenere la compagnia che desideri col minimo sforzo, o meglio ancora, pagando. Non serve parlare di letteratura, pittura, dell’inquinamento acustico, della raccolta differenziata, e della fame nel mondo, se hai di fronte una creaturina sparuta che non sa assolutamente cosa siano i libri, le opere d’arte, il senso civico, e i morti di fame e di aids in Africa! Minimo sforzo, massimo rendimento!
Altra questione: una figa lessa la metti lì in un angolo, e lì rimane, muta e assente fino a che non hai finito di fare ciò che vuoi, o fino a che non le dai il permesso di attivare un poco il cervello da acaro e proferire parola. L’ideale dunque per il genere maschile: LA DONNA CHE PARLA POCO, ACCETTA SILENZIOSAMENTE E NON CREA POLEMICHE DI SORTA, E’ QUANTO DI MEGLIO POSSA CAPITARE AD UN UOMO.
Certi uomini non hanno bisogno di essere contraddetti: tutto ciò che vogliono è essere lasciati in pace mentre guardano la partita, e quando la partita è finita, avere lei pronta col sorriso sulle labbra. Il prezzo da pagare sarà portarla spesso a cena fuori o a fare shopping, ma è un conto poco salato, rispetto alla libertà che la figa lessa offre di lasciargli fare ciò che vuole senza parlare.
Mi diverto sempre ad osservare gli uomini che si fanno fregare dalle fighe lesse, perché i primi credono che scegliendone una, stipulano un patto con la felicità, ma in realtà non sanno che la donna che non fiata, sta giocando un ruolo per prendersi tutto il pacchetto. Quegli stessi uomini che si compiacciono con loro stessi per aver scelto una donna dal cervello grande quanto quello di un acaro, un giorno ne pagheranno le conseguenze, perché queste donne non ascoltano mai le loro emozioni, ma piuttosto il richiamo più potente della loro astuzia.
In verità vi dico, gli uomini preferiscono le fighe lesse, e sono totalmente terrorizzati dalle donne che sanno il fatto loro. Ma la cosa ancora più bella è che detto in romanesco “le fighe lesse sono delle gran paracule”: piangono il morto e fregano il vivo, zitte zitte…
La prossima settimana quindi, per la par condicio, parlerò delle “donne vere”.
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