giovedì 13 giugno 2013


GENESI DI “QUI NON E’ HOLLYWOOD”.

Roma, la mia città. Cinecittà, la zona in cui vivo. Un giovedì pomeriggio qualsiasi di giugno. Ho dovuto abbassare un po’ la tapparella per impedire al sole di entrare violentemente e scaldare troppo queste pareti. Fuori, trentuno gradi. Dentro, come sempre, il tumulto.

Qui, non è Hollywood, siamo a Cinecittà, e l’amore qui, non è sempre come lo vediamo nei film.

 

Volevo diventare una scrittrice di successo. Del resto, che c’è di male? Tutti abbiamo dei sogni, no? Certo, questo storicamente non è il momento adatto per coltivarne: dobbiamo piuttosto pensare a produrre, a procurarci il pane, a portare a termine giornate alle quali non siamo esattamente sicuri che sopravviveremo. E allora scrivo proprio per questo: perché scrivere mi aiuta a sopravvivere, e scrivere dei tanti fatti che mi capitano, mi fa stare bene.

Ho imparato ad osservare le persone, a nutrirmi dei loro atteggiamenti, e a trarre qualcosa di positivo da ogni situazione amorosa, e da ogni fatto che capita a me e a loro. Guardo, osservo, vivo, e scrivo.

 

Poi scrivo perchè come dice Gigi Marzullo “I sogni aiutano a vivere meglio”, e siccome mi hanno chiesto un sacco di soldi per pubblicare i miei due romanzi, mentre aspetto la svolta della mia vita con una grande casa editrice che forse mi finanzierà, mi faccio conoscere un po’ attraverso questo blog.

Infine, scrivo perché come tutti voi, sono vittima del quotidiano. Del lavoro, delle scadenze a fine mese, dei capi, di una vita che mi sta troppo stretta, delle occasioni mancate, e a volte pure di me stessa…

 

Si vabbè, ma poi perché scrivere di uomini, di donne, di relazioni sentimentali? Chi sei te per capirci qualcosa di relazioni sentimentali? Non sarai mica una sociologa, un’antropologa, una di quelle “guru” americane, che scrivono libri sul successo nelle relazioni, propinando al mondo intero delle finte verità assolute?

No no, nient’affatto! Io nella vita sono una semplice impiegata trentenne, una che forse ne sa molto meno di voi, perché in fondo alla mia età sono ancora single. Ma questo non vuol dire niente: io nella mia “singletudine” ci sguazzo bene: mi piace stare sola, non bramo per incastrare l’uomo dal quale mi farò mettere l’anello al dito, non percepisco lo zelo dell’orologio biologico, e detto tra noi, i bambini non mi piacciono nemmeno tanto.

 

Con queste prospettive, che altro potevo fare nella mia vita, se non scrivere? Io lo dicevo a tutti quand’ero bambina che non mi sarei mai sposata! Eppure nessuno mi credeva. Tutti rispondevano “si, ora dici così, ma poi cambierai idea!”.

E invece no! Non ho cambiato idea, e manco voglio cambiarla: io al matrimonio come punto d’arrivo non ci credo, e nemmeno ai figli come completamento delle nostre vite.

Però credo tanto nelle passioni, e pure negli amori un po’ strambi. Quindi oggi cosa faccio? Do seguito a ciò che già facevo anni fa in un altro blog (la cui veste e grafica non mi appartengono più), e scrivo di uomini, di donne, e di ciò che muove il mondo.

 

Serve a me, ma sono sicura che se mi state leggendo, servirà anche un po’ a voi. So che molti di voi ci si ritroveranno in queste storie tratte dalla realtà. So che molti altri ancora invece, le criticheranno, e le guarderanno con distacco, definendomi come una piena di sé, che ancora non ha capito cosa vuole dalla vita.

 

La seconda cosa è un po’ vera, la prima no. Se fosse vera la prima, non mi ritroverei qui a mettermi in discussione.

Ma poi perché questo blog ho voluto chiamarlo “QUI NON E’ HOLLYWOOD?”. Semplice! Perché l’amore non è sempre come lo vediamo nei film, purtroppo. E siccome noi non siamo fatti di ferro, e il nostro cuore non è solo un muscolo nel petto, ogni tanto, essere concreti e restare legati alla realtà, è utile.

Posso pure sognare di svegliarmi ogni mattina a Hollywood, ma la verità è che questa è Cinecittà, e se mi affaccio dal balcone non vedo Beverly Hills, ma la cupola della Basilica di Don Bosco, e questo fatto, nella mia ironia, mi rende anche molto fiera.

Un avviso: io cercherò di pubblicare tutti i commenti che arriveranno, ma mi riservo di moderarli, perché pur rispettando le idee altrui, non consento offese.

BENVENUTI, E BUONA LETTURA!

3 commenti:

  1. Portare e procurare le corna farebbe parte del nostro bagaglio evolutivo, occasioni per crescere e scoprire l'innamoramento vero come qualcosa ad un livello superiore, su un piano energetico privo dell'attaccamento materiale e di senso del possesso, ma tutto ciò non sarebbe una tappa obbligata, almeno non per tutti. Assicurarsi di essere gli unici a mangiare sul piatto dove mangiano è un classico che da sempre ossessiona, complicando relazioni sentimentali già di loro naturalmente complicate. Ritenevo giusta questa premessa per meglio descrivere quanto si evince da "le corna" e "sette ragazze per me", due piacevoli racconti legati fra loro, due riflessioni serio/comiche sulle difficoltà nel mantenere il controllo riguardo questo a volte incontrollabile bisogno di relazioni che abbiamo.

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    1. Giampiero, secondo me è un pochino più complicato di così purtroppo o...perfortuna! Credo che amare qualcuno non risponda alla regola dell'avere un solo partner, quanto piuttosto ne giustifichi la tendenza. L'amore presuppone unicità. Non siamo solo istinto. Quando siamo innamorati vogliamo essere tutto per l'altro e sentiamo che l'altro è tutto per noi, non vedo spazio per l'incontrollabile desiderio di impollinare tutti i fiori del pianeta!Sono d'accordo con chi pensa che ci siano dei pregiudizi sulle corna ma se sono altrimenti chiamate tradimenti ci sarà un motivo ;). Farei così, metterei l'amore da una parte, in un luogo assolato, fresco, riparato dal vento forte ma esposto alla brezza del mattino presto e del crepuscolo, dove possa mantenersi in tutta la sua eccezionalità e a volte contraddizione, e dall'altra parte metterei tutte quelle sensazioni che ci legano più o meno a qualcuno in periodi particolari della nostra vita vedendoci protagonisti di rapporti e relazioni di cui pensiamo di avere bisogno o che semplicemente capitano e noi decidiamo di vivere.

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    2. quando leggo i commenti degli uomini e delle donne, mi diverto sempre ad osservarne il "giusto punto di vista differente". Giampiero parlava della difficoltà di mantenere il controllo, e tu Martina, insistevi sul fatto che non siamo solo istinto.
      Meraviglioso osservare come siamo creature venute da Marte e da Venere, pianeti opposti, per definizione di un popolare sociologo americano. :-)
      Bel commento Martina... bella risposta. Mi è piaciuta. A presto.

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