lunedì 24 febbraio 2014

LE DONNE "VERE".

La scorsa settimana ho parlato delle fighe lesse, e siccome come sapete, “questo è un paese democratico e giusto”, per par condicio ho deciso questa settimana di parlare delle donne vere, illustrando al discreto pubblico che mi segue, l’altra faccia della medaglia.
Le donne vere combattono ogni giorno, dal momento in cui aprono gli occhi al mattino, al momento in cui li chiudono. Combattono per qualsiasi cosa: per accompagnare i figli a scuola in orario (se hanno famiglia), o per assicurarsi che l’uomo con cui hanno passato la notte precedente, si svegli accanto a loro (se sono single).
Combattono per essere considerate come donne e per non essere riempite di improperi dagli uomini. Combattono per non diventare vittime di stalking, oppure per denunciare una violenza che hanno subìto. Combattono a lavoro col capo stronzo che vuole affossarle, o con il collega invidioso che vorrebbe cancellarle dalla faccia della terra per fare carriera.
Combattono per far capire agli uomini che possiedono una personalità, che non è necessariamente volta a rompere i coglioni a loro, ma solo a spronarli ad ascoltare di più le loro esigenze e le loro necessità, chè in fondo, tutto ciò che una donna vuole da un uomo, è avere un po’ di protezione e sapere che c’è.
Combattono quando il mondo intero vorrebbe vederle uniformate, “sistemate” con una bella famiglia, a sfornare i figli e a crescerli senza avere manco il tempo di pensare a se stesse. Oppure combattono quando invece una famiglia non la vogliono affatto, e tentato di far capire a tutti che si può essere felici facendo anche scelte diverse.
Le donne vere, in qualche raro caso, ad un certo punto si sono ritrovate sole (proprio perché loro non sono come le fighe lesse, ma molto più difficili da “gestire”, seppur semplicemente complicate) e un uomo poco coraggioso le ha mollate, distruggendo tutti i loro sogni riguardo all’ideale dell’amore. Altre donne vere sono state mollate che già avevano i figli, e per loro crescerli da sole e magari senza gli aiuti economici degli ex mariti, è stata una doppia prova di coraggio, perché si sono tolte il pane di bocca pur di farli studiare e crescere in serenità.
Ci sono donne vere che hanno lottato per la propria emancipazione personale, e altre donne vere che non si sono potute permettere di emanciparsi perché i loro genitori le hanno volute sempre con loro.
Le donne vere però hanno tutte un cervello ben funzionante, e nel tempo hanno imparato a conoscere la vita, e a capire che se un uomo non le richiama, non è perché è preso da mille pensieri che lo frenano, ma semplicemente perché non lo vuole fare, e allora si sono dette che era inutile tentare di far cambiare idea e mostrare quanto fossero splendide, ad un uomo cieco che non se ne accorgeva. In fin dei conti aveva ragione Mia Martini quando cantava “gli uomini non cambiano”, e allora era il caso di concentrarsi su altri tipi di uomini, ovvero quelli che ci vedevano meglio, e sapevano guardarle dentro.
Infine le donne vere, a differenza delle fighe lesse, sono quelle che optano per “il meglio sola che male accompagnata”, e sebbene ancora nel 2013 combattano ANCHE contro certe mentalità che le definiscono “zitelle”, non barattano la loro vita coi sentimenti, e non si sposano (o si fidanzano, né si accoppiano) per soldi: alle donne vere piacciono le scarpe, gli abiti, i capelli in piega dal parrucchiere, i profumi e i gioielli di Swarovski, ma se le guardate meglio, indossano abiti e scarpe che si comprano da sole (aspettando i saldi), vanno dal parrucchiere con i cuponi del Groupon (per risparmiare sensibilmente), e se trovano l’uomo squattrinato (ma che le ama davvero) non chiedono mai il brillocco di Cartier, ma girano a Cinecittà (come ad Hollywood) con un anellino da poche centinaia di euro, perché per loro ciò che conta è il valore simbolico dell’oggetto.
Vi do un consiglio a voi uomini che pensate che frequentare una figa lessa sia meglio che frequentare una donna vera: PROVATECI, METTETEVI ALLA PROVA CON UNA DONNA CHE VI STIMOLI TESTA E CUORE, CHE SIA ANCORA CAPACE DI ABBANDONARSI ALLA PASSIONE, DI ATTRAVERSARE L’OCEANO E IL MONDO INTERO PER VOI. SCEGLIETE LEI, SCEGLIETE LA DONNA VERA. LEI MIGLIORERA’ ANCHE VOI STESSI. 

lunedì 17 febbraio 2014

FIGHE LESSE ALLA RISCOSSA.


In città sono rimaste solo loro. In fila al supermercato le senti parlare al telefono con la loro vocetta strascicata e flebile,; nei locali camminano impettite col capello sempre rigorosamente liscio e in ordine (pure in una giornata piovosa d’autunno). In genere sono bionde, hanno i lineamenti poco marcati, usano pochissimo trucco (confacendosi alle abitudini delle vere brave ragazze), e nonostante l’atteggiamento “low profile”, hanno in pugno il mondo intero… a cominciare dagli uomini.

Diamo il benvenuto alle “fighe lesse”. Le fighe lesse rappresentano una specie femminile da sempre esistita su questo pianeta, ma mai rigorosamente notata come in questi ultimi anni di grossa crisi tra uomini e donne. In altri contesti o in altre situazioni, sono meglio conosciute come “gatte morte”, ma il termine “fighe lesse” l’ho coniato da un mio caro amico gay che le detesta. Hanno l’aria stralunata, camminano per la strada come colpite da un’eterna crisi di Stendhal, hanno quasi sempre il capello chiaro (per cercare di sembrare poco aggressive) e sono esili di corporatura, affinché l’uomo che le prenda con sé, possa sentirsi un vero e proprio macho.

Non definirei l’atteggiamento di queste femminelle come ingenuo o innocente, bensì come scaltro, poiché vivono ogni istante della loro vita, cercando di suscitare tenerezza nel prossimo. Sentendole parlare con chiunque, le si potrebbe associare a dei gattini abbandonati in una piovosa giornata di novembre, e chi non si lascerebbe intenerire da due occhioni bisognosi di protezione?

NOI NO. O MEGLIO, LE DONNE CHE SANNO IL FATTO LORO NON SI LASCEREBBERO MAI FREGARE DA QUESTE MANTIDI. GLI UOMINI INVECE, SONO LE LORO PREDE PREFERITE.
Parliamoci chiaro: l’uomo in questi anni soffre di pericolose crisi d’identità. Vorrebbe poter raccontare in giro che è ancora capace di portare i pantaloni ricoprendo un ruolo decisionale nell’umanità, ma in realtà non esiste individuo di genere maschile, che non si senta in crisi a causa dell’affermazione di identità delle donne. Non possiedono più sicurezze (né cerebrali, né economiche), non sanno percorrere due metri senza sentirsi minacciati nel profondo, non si offrono più nemmeno di portarci le buste della spesa fuori al supermercato, per quanto sono arrivati a credere che la loro presenza nelle nostre vite sia assolutamente superflua.

LA FIGA LESSA, E’ PER IL MODERNO OMOIDE MEDIO IN CRISI, LA SALVEZZA DI UNA VIRILITA’ E LA RISCOPERTA DI UNA FIDUCIA IN SE STESSO, CHE E’ ANDATA A FARSI FRIGGERE MOLTI ANNI OR SONO.

Ma vediamo come e perché:

Intanto la voce sottile e l’atteggiamento sperduto della figa lessa, sono un richiamo al quale l’uomo non può sfuggire. Una figa lessa ha bisogno di qualcuno che rappresenti un punto fermo, un orizzonte oltre il quale trovare la via. In secondo luogo, la fisicità esile e i capelli biondi, sono un chiaro segno di femminilità per tutti gli uomini che si spaventano di fronte al bruno mediterraneo, e quindi una maggiore possibilità di auto-affermazione per personalità
deboli che amano sentirsi forti.

Il dispiacere che provo nell’osservare un uomo medio che viene manipolato da una figa lessa, è immenso: intanto la figa lessa sa bene dove andare a colpire il maschio; non è quasi mai sincera, e ucciderebbe la madre pur di ottenere con le buone tutto ciò che desidera. Se un uomo non è capace di conquistare una donna con l’intelligenza, preferisce farlo con i beni materiali, di cui le fighe lesse sono ghiotte. Quindi, perché stare tanto a scervellarsi per mostrarsi intelligente o interessante, quando con una di loro puoi ottenere la compagnia che desideri col minimo sforzo, o meglio ancora, pagando. Non serve parlare di letteratura, pittura, dell’inquinamento acustico, della raccolta differenziata, e della fame nel mondo, se hai di fronte una creaturina sparuta che non sa assolutamente cosa siano i libri, le opere d’arte, il senso civico, e i morti di fame e di aids in Africa! Minimo sforzo, massimo rendimento!

Altra questione: una figa lessa la metti lì in un angolo, e lì rimane, muta e assente fino a che non hai finito di fare ciò che vuoi, o fino a che non le dai il permesso di attivare un poco il cervello da acaro e proferire parola. L’ideale dunque per il genere maschile: LA DONNA CHE PARLA POCO, ACCETTA SILENZIOSAMENTE E NON CREA POLEMICHE DI SORTA, E’ QUANTO DI MEGLIO POSSA CAPITARE AD UN UOMO.

Certi uomini non hanno bisogno di essere contraddetti: tutto ciò che vogliono è essere lasciati in pace mentre guardano la partita, e quando la partita è finita, avere lei pronta col sorriso sulle labbra. Il prezzo da pagare sarà portarla spesso a cena fuori o a fare shopping, ma è un conto poco salato, rispetto alla libertà che la figa lessa offre di lasciargli fare ciò che vuole senza parlare.

Mi diverto sempre ad osservare gli uomini che si fanno fregare dalle fighe lesse, perché i primi credono che scegliendone una, stipulano un patto con la felicità, ma in realtà non sanno che la donna che non fiata, sta giocando un ruolo per prendersi tutto il pacchetto. Quegli stessi uomini che si compiacciono con loro stessi per aver scelto una donna dal cervello grande quanto quello di un acaro, un giorno ne pagheranno le conseguenze, perché queste donne non ascoltano mai le loro emozioni, ma piuttosto il richiamo più potente della loro astuzia.

In verità vi dico, gli uomini preferiscono le fighe lesse, e sono totalmente terrorizzati dalle donne che sanno il fatto loro. Ma la cosa ancora più bella è che detto in romanesco “le fighe lesse sono delle gran paracule”: piangono il morto e fregano il vivo, zitte zitte…
La prossima settimana quindi, per la par condicio, parlerò delle “donne vere”.

lunedì 10 febbraio 2014

LA GALANTERIA.

La galanteria non è più roba di questo mondo, purtroppo. Come cantava Mina in un celebre brano dal titolo “NON C’E’ PIU’ AUDIO”, “è andata a rompersi tra le ruote di un’autostrada”. E magari non fosse così! Perché un uomo che ti vede sul ciglio di un’autostrada con l’auto in panne o una gomma da sostituire, oggi come oggi, non si ferma manco morto!!! È così: vanno troppo di fretta, troppo impegnati col lavoro, con la vita di tutti i giorni, col barbiere, il sarto, lo shopping. Questi uomini insomma, hanno perennemente da fare!

Eppure, come ormai i miei lettori sanno bene, su questo blog detesto generalizzare o fare di tutta un’erba un fascio, quindi non parlerò di moltitudini, ma di singoli casi isolati (così gli uomini sono più contenti, perché a sentir loro, le cose non stanno mai come le dipingiamo noi…).

Intanto inizio col dire che a noi donne, due cose ci hanno rovinate per sempre: il femminismo, e le mamme troppo attaccate ai figli maschi. Il primo, era un movimento che partiva con tutte le carte in regola. All’inizio ci ha dato modo di essere riconosciute come esseri umani che a questo mondo valgono qualcosa. lo sfacelo è arrivato col tempo e in maniera rovinosa: quando gli uomini hanno iniziato a percepire che quella tra uomo e donna era diventata una stupida sfida dell’esistenza, hanno usato contro di noi le lotte per l’emancipazione femminile, giustificandosi che se loro non erano più le persone galanti di una volta, la colpa era tutta nostra e dell’autonomia che avevamo raggiunto e che li faceva sentire nullità. In pratica la questione era questa: A CAUSA DELLA RIVOLUZIONE FEMMINILE, SIETE DIVENTATE TROPPO EMANCIPATE, RAGION PER CUI, ORMAI POTETE FARE A MENO DI NOI E RISOLVERE OGNI TIPO DI SITUAZIONE DA SOLE. NON AVETE BISOGNO DI UOMINI CHE VI AIUTINO CON LA LORO FORZA FISICA QUANDO SIETE IN SITUAZIONI DI DIFFICOLTA’, E NON AVETE BISOGNO NEMMENO DI ATTENZIONI, GALANTERIE, E PREMURE.

Eh no! Aspettate un momento! Così cari ometti mi diventate campioni di rigirature di frittate e di arrampicamento sugli specchi. Così non siete mica dei giusti! Intanto, se non fosse stato per l’emancipazione femminile e le lotte, non avreste mai preso in considerazione le donne come persone dotate di un cervello pensante, ma le avreste sempre considerate alla stregua di uno straccio da pavimento. Detto ciò, non si può usare una scusa come questa per abbandonare la galanteria come modus vivendi.

Un pensiero a parte, ahimè, va a tutti quegli uomini che sono stati accuditi dalle loro madri nei secoli dei secoli, e che si sono talmente abituati a ricevere attenzioni, che non ritengono opportuno né giusto darne ad altre donne. Quelli che non fanno un passo se le madri non gli danno l’ok definitivo. Quelli che il parere della madre conta più del loro stesso parere. Quelli che non si sposano perché non ci sarà mai una donna come la loro madre. Quelli che finiscono per farsi rovinare tutte le relazioni di questo mondo, perché le loro madri hanno deciso così.
Ecco, a tutti questi uomini io vorrei dire che forse non sarà più di moda fermarsi ad aiutare una donna con l’auto in panne,

Offrirsi di portare le buste della spesa dal supermercato alla macchina,

Offrire un drink ad una fanciulla (e guardate che noi donne lo sappiamo bene che siamo in epoca di crisi nera!),

Andare a prendere una donna e riaccompagnarla evitandole di prendere l’auto,

Aprire la porta e lasciarla entrare per prima in un locale, al cinema, o ovunque siate,

Usare maniere gentili, anziché esprimersi come dei cavernicoli…

…EPPURE, sono proprio queste le piccole attenzioni di cui abbiamo bisogno.
Credetemi, la galanteria è veramente importante. Se non siete degli adoni, se fisicamente non vi sentite piacenti, se non avete manco un euro e volete provare a conquistare una donna, in verità vi dico che la galanteria vi darà almeno cento punti in più. certo, poi il resto lo dovete fare voi… tenendo conto del fatto che su questo pianeta esiste un uomo per ogni sette donne.
In virtù di quanto detto quindi, siate sempre galanti e ci sarà una speranza per ognuno di voi!
Alla prossima settimana!

lunedì 3 febbraio 2014

UOMINI MATURI.

Parliamoci chiaro: la parola UOMINI non fa quasi mai rima con l’aggettivo MATURI, e questo non lo dice solo Ilenia. Ilenia poi, non è necessariamente una donna ferita o delusa dal genere maschile, anzi! È una che le sue “marachelle” le ha fatte, però come sono fatti davvero gli uomini, lo sa bene. Sia chiaro a tutti quindi, che lo scopo di questo blog non è ferire gli uomini o dispensare giudizi negativi su di loro. Io scrivo di relazioni uomo-donna e non sono mai stata una femminista. Ho scritto post negativi e positivi sulle donne, e lo faccio quindi regolarmente anche sugli uomini.

Stabilito ciò, lasciate che inizi dicendo che questi trentenni senza arte né parte che si aggirano per la città, ci hanno davvero stufate. Considerando che l’età cerebrale di una donna è sempre di dieci anni maggiore rispetto a quella dell’omoide medio, si ha una semplice equazione: donne di 30 anni = età cerebrale 40. Viceversa, uomini di 30 anni = età cerebrale 20.

È una dura realtà, ma è proprio così: scientificamente provato che le donne sono meno “bambinone” e imparano a stare al mondo già da quando hanno quattordici o quindici anni (il dramma però, è che imparano a conoscere gli uomini quando ne hanno ormai 30, altrimenti si eviterebbero tanti dispiaceri).

Un uomo non può mai definirsi totalmente maturo, suvvia: per definizione, appena lo conosci ti guarda negli occhi per tre secondi, e per venticinque o trenta, sposta l’attenzione sulle tette… se poi ti volti di spalle, la lastra al sedere è assicurata (e ogni tipo di sedere piace agli uomini. La cellulite e i difetti non contano: siamo solo noi quelle che si sbattono perché quando si guardano allo specchio, vedono sempre un culo che somiglia ad un budino. Per loro, un culo è sempre un culo: se non è gelatinoso, tanto meglio, ma se lo è, va benissimo uguale, non si butta via niente).

Dei 30enni dunque, ho appena detto che la loro età cerebrale è uguale a venti (secondo l’equazione inversamente proporzionale di cui parlavo sopra). I 40enni sono un discorso a parte: se un 40enne è ancora single alla sua età, è perché “A Houston abbiamo un problema”. Passa il tempo a bighellonare credendo che l’età non conti, che i difetti non si notino invecchiando, e che mentre tutti i suoi amici si accasano, si sposano, e riproducono figli, lui E’ ANCORA IL GRAN BEL FIGACCIONE DI UNA VOLTA. Niente di più sbagliato! Nella maggior parte dei casi, il 40enne ancora single è uno sfigato di primissima categoria, gettato nel dimenticatoio da ogni donna che possa ritenersi normale. È un Peter Pan inaffidabile e mai cresciuto, dorme fino a tardi quando non lavora, e soffre di solitudine (e molto spesso anche di disfunzioni erettili). Sente che a quell’età la vita avrebbe dovuto prendere una piega diversa, e che giocare a fare il “trombeur de femmes” per la città, non lo soddisfa più.

Che dire invece degli ultra 40enni? Uhm, di solito non sono un territorio verso il quale non mi spingo, per ovvie ragioni di età, ma ultimamente, visti i continui disinganni legati ad omoidi di ogni età, sto iniziando ad “esplorare il territorio”. Inoltre, una delle mie migliore amiche (32 anni), sta vivendo in queste ore una storia con un 50enne che non dimostra affatto l’età che ha, quindi, posso dire di avere abbastanza materiale a disposizione.

Gli ultra 40enni sono un fatto a parte: non parlo di quelli che sembrano aver partorito loro stessi tre figli ed essersi rovinati definitivamente il fisico, no! Parlo di quelli che al fisico e all’aspetto ancora ci tengono, e che magari, nonostante gli anni che passano, si mantengono in forma con sport e discipline sportive di ogni tipo. Uomini che si aggirano per la città con fisici asciutti e occhiali Ray-Ban alla Top Gun, e che a vederli così, di primo achitto, un giretto con loro te lo faresti volentieri. Certo, un fattore preponderante è il fatto che si sentano giovani anche dentro e che frequentino conoscenze di ogni età, accompagnandosi però spesso a persone abbastanza piacenti e giovanili.

Ma il vero x-factor dell’ultra 40enne secondo me, oltre al fatto di essere degli ometti veramente ben tenuti e di possedere menti aperte, è la galanteria. La galanteria, un 30enne non sa nemmeno dove sia di casa, mentre un 40enne Peter Pan, la considera una parola qualsiasi di un vocabolario che non ha aperto mai.
Gli ultra 40enni invece, sono uomini di altre epoche. A vederli così da lontano, dal portamento ricordano molto il Darcy di “orgoglio e pregiudizio”: silenziosi e chiusi nel loro privato, non amano urlare le loro conquiste ai quattro venti. Preferiscono essere osservati mentre entrano in un locale accompagnati da una giovincella molto più giovane di loro, ma non dire niente in giro, come se il fatto di per sé fosse considerato del tutto normale, perché i primi a non sentirsi con un piede nella fossa, in realtà sono proprio loro. Quindi, che male c’è a frequentare una ragazza di molto più giovane? È tutta pubblicità positiva! Ma in quanto tale, non va sbandierata ai quattro venti, ma chiusa in una riservatezza speciale.

Uscire con un ultra 40enne, per una ragazza già matura che ha superato i 30, può essere un’esperienza indimenticabile: con loro non si deve mai temere che possano chiederti di dividere il conto della cena (cosa che avviene in maniera pressochè normale con un 30enne precario, o con un 40enne Peter Pan), e hanno sempre idee molto valide su dove portarti o cosa fare. Un po’ per l’esperienza, un po’ perché hanno voglia di sentirsi ancora dei giovincelli, girano la città in city car di ultima generazione, che guidano però con poca sicurezza, perché i riflessi iniziano a non essere più quelli di una volta!!! (!!!).

Per forza di cose, l’ultra 40enne è estremamente protettivo. Se hai la macchina in panne, o non sai come tornare a casa, puoi chiamarlo a qualsiasi ora del giorno e della notte e lui risponderà. Non come questa massa di cafoncelli giovincelli, che ogni volta che devono venire a prenderti, ti fanno pesare il gesto di aver dovuto guidare fino a casa tua e di averti dovuta riaccompagnare.

Infine, un post a parte dovrei scriverlo riguardo all’argomento sesso con gli ultra 40enni, ma al momento sono sprovvista di informazioni a riguardo. Tuttavia, “test clinici” e altre chiacchiere tra donne (assolutamente veritiere!), li dipingerebbero come dei tipi che davvero ci sanno fare.
Facciamo che mi prendo un po’ di tempo, e appena ne so qualcosa ci scrivo una continuazione di questo post?

Ps. Spero che tutti i miei amici piacioni ultra 40enni abbiano apprezzato questo post e si siano anche fatti qualche risata leggendolo. In tutta onestà, vi devo confessare che lo scoglio più difficile da superare per tutte le mie amiche giovani che hanno avuto esperienze con qualcuno di loro, è QUELLO DI VEDERCISI ACCANTO SENZA AVER PAURA DI ESSERE SCAMBIATE PER LE FIGLIE. È anche vero però che il complesso di Edipo di Freud ci insegna che ognuna di noi potrebbe essere innamorata del proprio padre per tutta la vita. Il problema vero è: CHE FACCIA FAREBBE MIO PADRE SE IO GLI PORTASSI IN CASA UNO CHE HA QUALCHE ANNO MENO DI LUI?!
 A lunedì prossimo! 

lunedì 27 gennaio 2014

UOMINI: ETERNI PETER PAN

La città pullula di uomini Peter Pan. Camminano per le strade da soli, ma avrebbero bisogno continuamente di una guida. Non di cani-guida ma di donne che li tengano per mano e li aiutino in cose semplici, chessò attraversare la strada, far partire la lavatrice, trovare degli escamotage per non fare la fila al supermercato, o stendere i panni in maniera da non doverli stirare appena saranno asciutti.

Seriamente, avete notato che certi uomini sono assolutamente persi senza l’ausilio di una donna? Fa tenerezza, ma sinceramente anche un po’ tristezza: siamo nel 2014 e alcuni di loro non sono in grado di fare alcune delle cose più semplici per una donna. Lasciamo perdere i semplici mestieri di casa. Non è che non li sanno fare. È che alla maggior parte di loro non va di farli, e quelle rare volte che sono costretti a mandare avanti una casa, lo fanno superficialmente. Per loro, fare i mestieri e tenere in ordine la casa è totalmente superfluo, e comunque è una roba di una fatica tremenda. È un po’ come quando noi donne siamo costrette a fare sport: noi donne non facciamo sport perché amiamo farlo; lo facciamo perché DOBBIAMO farlo: siamo costrette a farlo per cercare di mantenerci in forma, e se per almeno due volte a settimana non ci alleniamo, ci sentiamo terribilmente in colpa. Ecco, per gli uomini fare i mestieri è un po’ cosi’: una cosa che sono costretti a fare solo per necessità.

Ma gli uomini rispetto a noi sono anche terribilmente buffi e goffi: ad esempio, chessò, a volte non si tolgono i calzini mentre a letto fanno l’amore con noi. Si tolgono tutto, e ti tolgono di dosso tutto (anche se molti di loro nonostante l’età avanzata e l’esperienza in fatto di sesso, non hanno mai imparato a sganciare i gancetti del reggiseno) ma non so perché, di tanto in tanto fanno questa cosa orribile di tenersi i calzini addosso. Oppure scorreggiano. Si, gli uomini scorreggiano come se non ci fosse un futuro, come se le scorregge che fanno, non fossero evitabili in alcuna maniera. E lo fanno tranquillamente davanti a noi, spesso dopo poche volte che usciamo con loro. Noi siamo là sedute accanto a loro ad una romantica cena a due, vestite carine, truccate, pettinate, magari anche noi con lo stomaco pieno di flautolenza (ma non per questo ci sentiamo per forza in diritto di espellere), e loro, una volta fuori dal ristorante, producono delle puzzette atomiche, spesso anche rumorose, che continueranno a perpetrare anche più tardi nel nostro letto, tra le lenzuola pulite che avevamo appena cambiato. Ciò purtroppo non induce noi donne a sentirci libere di espellere a nostra volta, anzi! Se loro dopo una puzzetta si limitano a sorriderci come se fosse una cosa normalissima, per noi scorreggiare di fronte a loro è un sacrilegio di cui doverci vergognare nei secoli dei secoli. Se passiamo un week end insieme, noi moriamo di flautolenza per tutto il tempo, mentre loro svuotano i loro stomaci senza troppi problemi.

Ora, non voglio far scadere questo mio post con puerili discorsi sull’ espellere puzzette, ma vogliamo parlare – per esempio - di quanto ruttano gli uomini quando non sono in pubblico? Senza ritegno, come Fantozzi quando guardava la partita in tv mentre Pina era in cucina: il famoso rutto libero!

La verità è che gli uomini, contrariamente a noi, se ne fregano di tutto e tutti: fanno una imprecisata figura di merda per la strada? Loro se ne fregano. Fanno una puzzetta davanti alla loro donna? Loro se ne fregano. Inciampano su una buccia di banana e cadono col culo a terra? Ebbene, ancora una volta, loro se ne fregano.

Noi invece stiamo male vergognandoci per mesi di fronte a qualsiasi stupida figuraccia. A volte abbiamo paura di ciò che loro possono pensare di noi, quando magari loro non fanno assolutamente caso a ciò che ci terrorizza.

Gli uomini vivono rilassati, non sono interessati alle brutte figure, e in generale se ne fregano proprio.
Agli uomini piace sentirsi degli eterni Peter Pan, e comportarsi da bambini non cresciuti rispetto a situazioni che noi affrontiamo da persone adulte. Spesso le donne si stancano di averli accanto,  scelgono di troncare delle relazioni perché non si sentono pronte a far loro da madre.

In una maniera o in un’altra, gli uomini sono tutti degli eterni Peter pan. Tutti, ma proprio tutti, chi più, chi meno.
Non sono una femminista, non sono una presuntuosa, non sono una donna che pretende di sapere tutto. Però conosco gli uomini, e più li conosco, più mi convinco che la cosa migliore che posso fare è prendere le distanze dai Peter Pan.

lunedì 20 gennaio 2014

IN RICCHEZZA E IN POVERTA'.

Non so come facciano alcuni di noi in questa società a credere ancora nel grande amore. Ma ci vedete? Siamo schiavi di ogni cosa che produca ricchezza. Schiavi delle nostre automobili, che paghiamo profumatamente facendo i debiti a vita. Schiavi della benzina con la quale le alimentiamo, schiavi delle tasse, dei mutui, dei consistenti sforzi che facciamo per aggiudicarci una vita, non dico migliore, ma appena normale.

La mia fonte di ispirazione principale sono spesso le mie colleghe. Lavoro per un’azienda formata prevalentemente da donne, e nei “momenti di buco”, mi diverto a prendere appunti riguardo alle storie che vogliono raccontarmi. Arriva una collega sui quaranta, un pomeriggio come tanti. Carina. Non speciale, ma di sicuro “ben tenuta”. Ha un’aria da peperino e non dimostra l’età che ha. È gentile più o meno con tutti; sorride, scherza, scambia pareri. Però è annoiata dalla sua vita sentimentale. Ha un uomo fisso, una casa, un lavoro, una vita in cui in generale non le manca nulla. Non ha figli e non ne vuole. È contenta anche senza; anzi, forse avere dei figli la renderebbe più triste.

“Cosa ti manca?” chiedo. Non ci pensa nemmeno un minuto. Risponde: “Mi manca la possibilità di crogiolarmi in una vita che mi consenta di vivere bene anche senza fare dei minimi sacrifici”. Le mancano i soldi, dunque. Le manca la possibilità di vivere la stessa vita di adesso, senza dover lavorare. Non potrebbe lasciare il lavoro e dedicarsi a delle passioni, oppure chessò, riposarsi solo in casa? No, non può. Ha una storia con un uomo il cui stipendio da solo non le consente di vivere come vorrebbe. Deve lavorare per forza. E che c’è di male a lavorare per assicurarsi una vita dignitosa, anziché scegliere di non contribuire al budget familiare? Non abbiamo forse lottato anni e anni, noi donne, per avere dei mestieri che ci consentissero di vivere senza dover per forza dipendere da un uomo? Si certo, ma alcune di noi non ne sono mica contente…

Dice una frase ad un certo punto della conversazione che mi ispira il post di questa settimana:
“L’amore finisce, la passione anche. Finisce il brivido, il momento di condivisione, a volte finisce pure l’affetto. L’unica cosa che ti dà sicurezza, e che ti consente di vivere una vita felice quando tutto questo è finito, sono i soldi. Ora come ora non lascerei mai il mio compagno, ma potendo tornare indietro, come donna sceglierei uno ricco…”.

Ecco, per una volta nella vita non so più come replicare. Sono senza parole, e non perché l’affermazione mi abbia scioccata, ma perché, in tutta la sua tremenda verità, si tratta di una considerazione realistica. Una lucida considerazione dei fatti che mi fa scattare la riflessione. Quando ero più giovane, il parametro “soldi e posizione sociale” non erano due fattori che consideravo importanti in un uomo, o importanti ai fini della buona riuscita di una relazione. Credevo che davvero il mondo fosse tutto rose e fiori, che quando ci si ammalava, non servissero i soldi per guarire più in fretta o per usfruire delle cure migliori. Credevo che la formuletta recitata in chiesa “nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia”, fossero romanticamente autentiche. Non è che ora io sia orientata solo ed esclusivamente verso uomini che possano assicurarmi una vita più semplice grazie ai loro soldi, PERO’ INSOMMA, COMINCIO UN PO’ A SCINDERE TRA QUELLI CHE CARINAMENTE EVITANO DI FARMI PAGARE IL CONTO IN PIZZERIA O ALL’APERITIVO, E QUELLI CHE INVECE SONO COSTRETTI A CHIEDERE LA MIA PARTE.

È possibile che nel tempo noi donne siamo diventate più venali, più comode nella parte di quelle che vorrebbero una vita più semplice a costo zero. La legge in caso di separazioni è totalmente dalla nostra parte, e se vogliamo rovinare un uomo sul finire di un grande amore, abbiamo tutte le carte in regola per poterlo fare. Inoltre, viviamo gli anni intensi della recessione, quelli in cui qualcuno non arriva alla terza settimana, quelli in cui preferiamo andare dal parrucchiere una volta di meno, e risparmiare anziché sprecare. Ma la questione non è proprio tutta e solo quella. Il fatto vero è che con un uomo che può assicurarci un sostentamento nel caso di penuria, noi ci sentiamo più al sicuro. Gli uomini che mi leggono diranno che siamo delle stronze, che guardiamo il soldo prima ancora del sentimento. Cercate di mettervi in discussione e di guardare la realtà dei fatti: Antropologicamente e da che mondo è mondo, la donna ha bisogno di sicurezze. La sicurezza che ci amerete (non dico per sempre) ma a lungo, certo! E poi la sicurezza che insieme a voi saremo in grado di costruirci un futuro solido, per noi e per le generazioni che decideremo di mettere al mondo. Lasciate perdere che poi il femminismo ha sovvertito questo concetto estremizzandolo e facendo girare la teoria che da sole ce la potevamo fare senza di voi. Ce la facciamo ANCHE senza di voi, sicuro! Molte di noi anzi, sono costrette a farcela anche senza di voi. PERO’ ECCO, NON SO BENE COME SPIEGARLO, MA IL FATTO E’ CHE SE VOI CI SIETE, CI SENTIAMO ANCORA PIU’ SICURE. SAPPIAMO CHE QUALSIASI SCELTA FAREMO NELLA NOSTRA VITA (CHE SIA QUELLA DI DIVENTARE MADRE E DI CRESCERE DEI FIGLI, O CHE SIA QUELLA DI CONCENTRARCI SULLA NOSTRA VITA PRIVATA ANZICHE’ SUL LAVORO) VOI CI SARETE SEMPRE, E CI SOSTERRETE FINO A QUANDO L’AMORE NON FINIRA’.

Noi dunque non siamo stronze o venali, o pigre, o adagiate su uno stile di vita che desideriamo a tutti i costi. Molte di noi lo sono. Molte scelgono di uscire con uomini che hanno una bella macchina e un portafoglio gonfio, dimenticando la sostanza delle cose. La maggior parte di noi però, vede la sicurezza in ciò che voi definite furbizia.

Questo non vuol dire allora che nella nostra società, tutti quelli che hanno uno stipendio misero non troveranno mai nessuna donna disposta ad amarli. Vuol dire solo che in una zona del mondo, da qualche parte, ognuno di noi ha una metà della mela pronta ad amare per ciò che siamo e per ciò che abbiamo. Il punto sta nello stabilire quanta sicurezza può dare ad una donna quella metà della mela.
Guardatevi uomini che camminate per le strade di questa città o per tutte le strade del mondo: potete veramente dirvi fieri e convinti di pronunciare la seguente frase ad una donna che amate davvero? “IO TI TERRO’ AL SICURO ACCANTO A ME, QUALSIASI COSA ACCADA”.

Non c’entrano il vostro stipendio, l’auto che guidate, la marca di jeans che indossate. C’entra quanto siete disposti a trasmettere sicurezza e garanzie all’altro sesso. 

lunedì 13 gennaio 2014

LE DONNE, IL SESSO, L'AMORE.

In un’epoca priva di valori e fatta solo di sfruttamento e di “mors tua vita mea”, il concetto di amore e sentimento è un’utopia che vola alta nei cieli, lassù dove noi non la possiamo raggiungere. L’amore non è affatto legato per forza al concetto di sesso, anzi, il sesso ormai cammina da solo senza sapere di preciso dove andare a parare. Sarebbe comodo pensare che la visione di sesso e amore distaccati, riguardi solo l’emisfero maschile. Non per stupide ragioni di sessismo, però insomma, si sa bene che gli uomini sanno far funzionare i loro “muscoli” anche senza essere necessariamente coinvolti.

E le donne? In teoria le donne no. Per le donne, fare all’amore è un po’ come “saper far di conto”, ovvero, normalmente il sesso e il coinvolgimento mentale, sono due concetti strettamente legati per una donna… O FORSE DOVREMMO DIRE PIUTTOSTO “ERANO DUE CONCETTI STRETTAMENTE LEGATI…”
In passato, quando le donne non sapevano di possedere una vagina e dei punti che potevano provocare loro esperienze extra-sensoriali, era tutto più semplice! La donna era un oggetto, e come tale andava trattato. Per questo motivo, gli uomini potevano possederne di diverse, e anzi, più ne avevano, più venivano considerati come dei “ grandi amatori”. Forse ogni grande amatore ha avuto almeno una donna alla quale si è sentito più legato sentimentalmente rispetto alle altre, ma questa è un’altra storia.

…fatto sta che, da qualche tempo a questa parte, complice anche il ribaltamento dei ruoli, e (come dicevo sopra), la consapevolezza di possedere una vagina, ANCHE LE DONNE HANNO IMPARATO A DISTINGUERE IL PIACERE FISICO DA QUELLO MENTALE, e si sono quindi inoltrate nel meraviglioso mondo del sesso senza amore. L’attrazione fisica c’entra un po’, ma nella maggior parte dei casi, ciò che porta le donne alla distinzione, E’ PREVALENTEMENTE LA RICERCA DEL PIACERE.

L’era in cui fingevamo il mal di testa a tarda sera è finita già da un pezzo, o forse l’escamotage dell’emicrania continua ancora, MA SEMPRE E SOLO CON GLI UOMINI CON CUI NON VOGLIAMO CONCEDERCI. Con tutti gli altri invece, siamo noi a decidere quando, come, e perché. E ogni volta che decidiamo, NON LO FACCIAMO PIU’ PER AMORE O PER CONCESSIONE DELLA SPLENDIDA VIRTU’ CHE POSSEDIAMO TRA LE COSCE, MA PIUTTOSTO PER SENTIRCI APPAGATE, PERCHE’ IL SESSO E’ UNA COMPONENTE FONDAMENTALE DELLE NOSTRE ESISTENZE, E COME TALE VA CONCEPITO.

Le donne sono davvero in grado di distinguere l’atto fisico da quello mentale? Il sesso da solo è una risposta al femminile? Anatomicamente e fisicamente si! Diversamente dagli uomini infatti, possiamo avere un rapporto ANCHE fingendo di essere molto coinvolte. Chi se ne accorge? (in genere, NON gli uomini con i quali facciamo l’amore!!!). Ma la domanda è: RIUSCIAMO A FARE L’AMORE SENZA PROVARE ALCUN SENTIMENTO PER L’UOMO CHE SCEGLIAMO? Nel 2014 (e ormai da molto molto tempo) si!

E’ stato grazie alla rivoluzione sessuale, all’aumento delle consapevolezze in merito al lavoro, alla vita, e ad altre questioni, che abbiamo scoperto di essere in grado di provare piacere fisico anche senza essere necessariamente coinvolte cerebralmente. Ci sono donne che frequentano uomini SOLO per ragioni fisiche. Poi però subentrano altri fattori e cioè la capacità di impiego del capitale seduttivo, e soprattutto l’intimità. Per una donna è molto più facile che abituali momenti di intimità fisica con un uomo si trasformino in amore, o comunque in ciò che viene comunemente chiamato affetto. Fare l’amore abitualmente con un uomo per il quale non siamo molto prese, col tempo potrebbe portarci ad amarlo, perché l’intimità fisica e la nostra capacità di impiegare il nostro capitale seduttivo, vanno di pari passo col concetto di sentimento.

Il mio personale pensiero quindi è che le donne non saranno mai capaci di distinguere l’atto sessuale dall’innamoramento, tenendoli separati, o perlomeno, non saranno in grado di farlo per un tempo prolungato. Se il sesso è abituale e fatto bene, dà il cambio all’affetto e all’empatia poco dopo.
Vi ricordate la trama di “nove settimane e mezzo”? Lei e lui si incontrano e intraprendono una storia fatta più che altro di notti e giornate di sesso sfrenato. Il sesso dura nove settimane e mezzo appunto, al termine delle quali i due devono decidere se spezzare l’idillio dell’empatia fisica a causa dell’ AMORE, oppure lasciarsi.

Non mi interessa stabilire quante coppie restano insieme subito dopo aver superato la reciproca empatia fisica, piuttosto oggi ci tenevo a sottolineare quanto sia incredibilmente utile nella nostra società, la consapevolezza del concetto del piacere delle donne dopo molti anni di sesso “subìto” quasi come fosse un dovere.


Le donne hanno le stesse pulsioni fisiche degli uomini (anzi, forse ne hanno addirittura di più), ma ciò che le distingue da questi ultimi, è la rara capacità di trasformarle in affetto.