sabato 25 luglio 2015

ESTATE FA RIMA CON LEGGEREZZA (il blog va in vacanza e torna il primo lunedì di settembre)


La parola chiave di questa estate è “LEGGEREZZA”.

“Si, fai presto a parlare tu” direte voi. E lo so, lo so: essere leggeri in questo momento storico è la più grossa difficoltà dei nostri tempi, ma il fatto è che vi osservo ogni giorno in giro per questa città. È un torrido luglio, e voi, con i vostri bambini urlanti e le vostre mogli o i vostri mariti sovrappeso, pensate bene di rinfrescarvi nei centri commerciali spendendo tutta la vostra quattordicesima. Ed eccovi in fila alle casse, con i carrelli che straripano, e i conti della serva per andare in vacanza.

Niente di più noiosamente noioso. Ve lo dico subito: se questo blog non vi piace, chiudetelo ora, o leggetelo per sempre: qui si parla di rapporti sentimentali, ma il punto di vista è quello di una (ormai) trentacinquenne stufa di vedere in giro certe facce e relazioni scontate. Per tutti questi motivi, estate fa rima con leggerezza: indossiamo vestiti più leggeri, abbiamo la pelle più abbronzata (e quindi, inevitabilmente, sembriamo anche tutti più fighi), quindi cosa c’è di meglio del non prendersi molto sul serio in una stagione come questa?

Molti amori fioriscono in autunno, maturano in inverno, E SONO LETTERALMENTE DA BUTTARE VIA IN ESTATE! E’ una legge inevitabile, non stupitevi, e sapete perché? Perché anche se fa caldo, l’aria è più “respirabile.” Che vi troviate al mare o in montagna, lontano dal lavoro potete finalmente prendere una boccata d’aria, osservare tutto ciò che nelle vostre vite non va, analizzare le vostre relazioni un po’ “annoiate”, e semplicemente, iniziare a guardarvi intorno. Perché in estate siamo tutti più leggeri, appunto! J

Ma no, ma no, non vi sto invitando alla “cornificazione estiva”, né sto dicendo che dovete chiudere per sempre le vostre storie. Questa è solo la vostra pausa, e non ditemi che non credete nelle pause di riflessione, perché talvolta funzionano, soprattutto in estate, quando rimorchiare è un’operazione del tutto più semplice.

E allora perché non accettare qualche giorno di vacanza con qualcuno che vi offre la sua compagnia in maniera disinteressata?. Cosa vi aspettate, che dietro un amore estivo e leggero, ci sia anche dell’interesse? Voglio dire, se decidete di buttarvi in un’avventura per stare senza pensieri, dovete starci per davvero! Accettate un invito per due giorni di relax, buon sesso, buon cibo, e mente libera! IO DIREI, TUFFATEVI! E se possibile, fatelo svestiti… le temperature in città in questi giorni stanno raggiungendo dei picchi pericolosi!!!

Essere leggeri significa camminare di sera mano nella mano per le strade di una piccola cittadina di mare, con la splendida consapevolezza che la cosa durerà poco. Oppure tuffarsi dove l’acqua è più blu improvvisando acrobazie acquatiche con la persona che vi ha “rapiti” per qualche tempo. O ancora, abbrustolirsi al sole sapendo che “quel colore” durerà un tempo limitato, diciamo fino all’ora dell’aperitivo in spiaggia?!

Oh suvvia, questa settimana non sto affatto inneggiando alla solitudine, né alle corna, né alla fuga da storie che durano da tanto tempo, però, col clima che ci ritroviamo, con quell’invitante mare blu, con tutti questi “pezzi di corpo scoperti ed esposti allo sguardo del prossimo”, cosa c’è di male nel prendersi del tempo da qualcosa di cui non siamo più convinti?

Esclusi tutti coloro che non hanno il coraggio, non trovano le parole, non credono di poter condurre la loro esistenza senza l’altro, TUTTI VOI APPASSIONATI SINGLES, CHE SCALPITATE PER FUGGIRE DA UNA RELAZIONE CHE VI SOFFOCA, FATELO!

F-U-G-G-I-T-E!   D-I-V-E-R-T-I-T-E-V-I!

E quindi, gabbie aperte, petto in fuori, e se tutto andrà bene, rivedetevi in autunno! Datemi retta, prendete la vita con leggerezza, per una volta. E non perché lo sto facendo io, bensì perché forse, per tutto l’inverno, non avete desiderato altro.

La nuova frontiera del volersi bene, si chiama congedarsi in estate per darsi un nuovo appuntamento in autunno.
                                                 

 
 
 
Buona estate! Il blog va in vacanza per un po’. Ci rileggiamo il primo lunedì di settembre!

domenica 19 luglio 2015

LE SPLENDIDE ETA' DELLA VITA.


Ok, lo ammetto: avere trentacinque anni è fichissimo. Trentacinque anni è la cosiddetta “età di mezzo”. Non si è né troppo piccole, né troppo grandi, la cui cosa consente di poter rivolgere la propria attenzione a uomini di tutte le età (con un limite "di decoro" stabilito fino ai cinquant’anni).

Quando avevo venticinque anni pensavo che fosse un’età fantastica, e pensavo che non mi sarei mai più sentita come allora. A venticinque anni possiedi ancora un pizzico di follia adolescenziale, ma sei viva nel tuo corpo di donna. Puoi permetterti di guardare al passato dicendo definitivamente addio al “ragazzinaggio”, e puoi iniziare a crearti una consapevolezza sentimentale che non ti intrappoli eccessivamente. La metafora è che a venticinque sei un’anguilla: sgusci, strisci, salti, ti appiattisci… sei duttile, insomma.

A trentacinque invece hai posto le basi di una maturità che non ti sta più stretta, hai imparato a conoscere più o meno tutte le tipologie di uomo esistenti sulla terra (o quasi!), e se non ti sei ancora sposata e non hai avuto figli, un solo fatto può contraddistinguerti: sei sulla cresta dell'onda!

Se hai creduto in te stessa e sei stata capace di lasciarti la sofferenza alle spalle, puoi veramente avere il mondo in pugno. Da un certo punto di vista, per molte cose inizi ad essere un po’ in ritardo, ma per altre, con le nuove aspettative di vita, hai veramente il mondo in pugno. Non più come quando avevi venticinque anni, ma in maniera più completa.

A trentacinque – dicevo – hai già totalmente ampliato i tuoi confini, e ciò ti consente di districarti in maniera elegante tra uomini di tutte le età: passi come una farfalla leggiadra, da quelli di venticinque anni, a quelli di cinquanta, e ciò ti consente di metterti alla prova.

Uscire con un ventiseienne, ad esempio, può avere la sua parte di divertimento. Attenzione però: si deve trattare pur sempre di un ventiseienne di un certo livello, laureato, con un master di tutto rispetto, ben addentrato nel mondo del lavoro, con un po’ di quella barbetta incolta che lo rende irresistibile. Alla sua età potrebbe tranquillamente concentrare le proprie forze su un’ingenua ventenne, invece è rimasto colpito dalla vostra proprietà di linguaggio e dal vostro “leggero saper stare al mondo”. Il ventiseienne del 2015 è intrigato dall’intraprendenza così come dall’ironia di certe donne, e stare sedute in un locale con lui, è un’esperienza divertente: egli non possiede la negatività d’animo che inizia ad avere un quarantenne (e nemmeno le rughe!), e non è con un piede nella fossa come un cinquantenne che fa di tutto per sembrare più giovane! Lui è se stesso, fresco, sincero, con un sorriso che gli invade la faccia, e con una voglia di vivere che stimolerebbe chiunque.

Seduto tra altre persone, il ventiseienne è discreto, gentile, e non parla mai a sproposito: non ha bisogno di mostrare al mondo che “lui esiste” comportandosi da egocentrico come farebbe uno stucchevole cinquantenne. Parla due lingue, ha girato il mondo, e nella vita si occupa di marketing. Tuttavia il suo problema non è imparare a vendersi bene: non solo è irresistibile, ma possiede energia da vendere… e naturalmente non parlo solo di energia fisica, bensì di apertura mentale.

Non ha problemi a dirvi che siete bellissime e attraenti, perché contrariamente agli uomini dai quaranta in su, non è affatto in sfida perenne con voi: non è lì per dirvi che sareste molto più carine se indossaste gli abiti che piacciono a lui, ma apprezza il vostro stile perché a trentacinque, col vostro fisico, non potreste fare altro che essere maestre di stile e dettare legge in fatto di abiti. Messo accanto a voi, il ventiseienne non gareggia, ma vince su tutti.

Inutile che io parli del vostro tempo insieme in camera da letto: a onor del vero, mi sento di ammettere che il ventiseienne ha ancora qualcosa da imparare. Ma non si tratta di nessuna difficile dottrina, niente che richieda una seconda laurea. Il ventiseienne è affascinato dal vostro corpo e da ogni vostra caratteristica diversa da quelle delle ventenni. Se avete un po’ di cellulite o pancetta, per loro siete comunque splendide. Non vi ricopriranno di complimenti, ma il loro sguardo su di voi basterà.

Il ventiseienne del 2015 bacia da Dio!!! Appartiene alla generazione consapevole del fatto che una buona notte di sesso inizia soprattutto dalla maniera in cui si è capaci di baciare. Per un quarantenne o un cinquantenne, baciare una donna durante “l’atto”, può significare stabilire un rapporto che non vogliono, e quindi molti di loro, evitano di baciare. Il ventiseienne sa bene che un bacio è passione, e va dato con tutto il trasporto del caso: per questo motivo egli vi bacia come nei film, e abbandonarsi a lui è fantastico.

Ho trentacinque anni: sono una donna fortunata perché posso ancora approcciarmi ad un pubblico vasto senza sentirmi fuori luogo: se ne avessi quaranta, vivrei la sindrome del “toy boy”. Così come sono ora, rappresento un magnete per una varietà di uomini di tutte le età.

Perché dovrei vestirmi SOLO di bianco o nero, quando posso indossare un arcobaleno?!

A lunedì!

domenica 12 luglio 2015

LA SINDROME DEL COBRA.


Parliamoci chiaro donne, la nostra pesantezza a volte è paragonabile a quella di un caterpillar. Passiamo sui corpi martoriati dei nostri uomini, come le macchine che asfaltano le strade, riducendoli degli stracci, delle “mappine” che non possiedono più un motivo nello stare al mondo.

C'è una roba che molte, moltissime donne (quasi tutte in verità) non hanno purtroppo ancora compreso, e cioè che gli uomini sono persone semplici. Il loro elettroencefalogramma equivale ad una riga piatta, continua, che produce sempre lo stesso suono. Il nostro, sembra un paesaggio di montagna, fatto di cime, picchi, vallate, risalite, e chi più ne ha, più ne metta. Pertanto, c'è una sola cosa da fare per instaurare con loro un rapporto eccellente, E CIOE', NON CAGARGLI IL CAZZO. Semplicemente, direttamente, senza mezzi termini.

 

Per il cervello omoide la nostra voce è musica da rave continua, penetrante nelle orecchie come un concerto dei Megadeth in un asilo nido. Il 90% delle frasi che noi donne pronunciamo, non viene recepita da loro, perché la nostra maniera di esporle è continua, fastidiosa, martellante. Gli uomini non parlano, agiscono. Le donne agiscono, ma solo dopo aver parlato abbondantemente.

Sta a noi comprendere l'importanza del silenzio, dei momenti in cui loro vorrebbero vedere solo il nostro sorriso esplodere sulle labbra, senza che esso sia accompagnato da labiali rumorosi. L'uomo non è come noi: il suo cervello non può recepire tutte le informazioni che noi a raffica, come un cannone, gli propiniamo.

 

Ad esempio a letto, prima di un "incontro", l'uomo non ha bisogno di parole, o meglio, non vuole sentirne. In quel momento la sua mente si offusca, la lampadina del testosterone comincia a lampeggiare, e i suoi occhi iniziano a vedere solo tette, culo, corpo nudo, posizioni del kamasutra, e tutto il resto.

 

Non conosco il motivo per il quale certe donne si impegnino a creare un senso di frustrazione nei propri uomini, torturandoli. Forse pensano che parlando e inondandoli di nozioni, loro le rispetteranno di più. Ecco, le donne credono di avere il controllo degli uomini sparando come un kalashnikov nelle loro teste, e si lamentano che se chiedono loro una sola volta di fare una lavatrice, quelli non obbediranno, e se invece glielo chiedono cento volte al minuto con una voce scocciata, petulante e antipatica, loro faranno partire la lavatrice con un bel sorriso stampato in faccia. NIENTE DI PIU' SBAGLIATO: se ci vogliono trenta secondi per far girare il culo ad una donna, ce ne vorranno circa venti di più a farlo girare ad un uomo, e mentre noi siamo individui dotati di una pazienza unica, che ci consente di diventare inesauribili di fronte ai loro errori, loro si straniscono facilissimamente, quasi sedutastante, e automaticamente, ai loro occhi, non siamo più le dolci bamboline sorridenti che hanno deciso di mettersi accanto, bensì, dei cobra da cui difendersi.

 

Ma effettivamente la sindrome del cobra è sintomatica di ognuna di noi, e tanti sono i fattori dai quali dipende, primo tra tutti, il disagio ormonale che di tanto in tanto ci troviamo a vivere, e che non frena la nostra ira invereconda nella maniera più assoluta, anzi, la aumenta.

Uccidiamo i nostri rapporti gratuitamente, induciamo i nostri uomini a pensare al tradimento anche quando a loro non balenava nemmeno per l'anticamera del cervello, e sapete perchè? Perchè siamo (anzi, siete!) pesantissime. Perchè vivete nella convinzione che un uomo non sia il dolce compagno da tenere accanto e da stimolare, bensì il bastone che vi sorreggerà dalle vostre insicurezze. Lo vedete non come colui con il quale giocare la vostra partita da alleati, ma come lo sfidante da temere.

 

E' vero, ci sono uomini difficili da gestire, che non capiscono assolutamente nulla di ciò che gli stiamo chiedendo, che non ascoltano, che mettono il loro ego a volte anche prima della famiglia e dei figli. Tuttavia dimenticate che la perfezione esista, E SOPRATTUTTO, DIMENTICATE CHE L'UOMO CHE AVETE CONOSCIUTO (E DECISO DI METTERVI ACCANTO) CAMBIERA', MIGLIORERA', COMPRENDERA', VI PARLERA', VI ASCOLTERA' E CI SARA'.

SE L'UOMO CHE AVETE SCELTO NON VI HA MAI COMPRESE, NON VI HA MAI PARLATO, NON VI HA MAI ASCOLTATE, E NON C'E' MAI STATO, CON LA VOSTRA UNIONE, LA SUA INDOLE NON POTRA' FARE ALTRO CHE PEGGIORARE. E questo non perchè Mia Martini in una vecchia canzone si sgolava per farci capire che gli uomini non cambiano, BENSI' PERCHE' NON E' GIUSTO NE' CORRETTO, MODIFICARE IL CARATTERE E L'INDOLE DI QUALCUNO.

Donne, gli uomini sono animali semplici e non diventeranno mai "complicati" come noi. Volete essere rassicurate da loro? C'è un'unica maniera: smettere di rompergli i coglioni!

domenica 5 luglio 2015

LOVE WINS.

Durante tutta questa settimana ho avuto diverse discussioni con tante persone. Sapete perché? Discutevo con tutti coloro che capitavano sulla mia strada e si dichiaravano contro il matrimonio tra omosessuali.

Esiste un motivo preciso per il quale da sempre mi schiero a favore degli omosessuali, ed è un motivo semplicissimo. Perché gli omosessuali sono persone come me, e in quanto tali (in quanto esseri umani) è assolutamente sacrosanto che possiedano tutti i diritti che costituzionalmente possiedo anch’io. Voglio dire, dove è la differenza tra me e chi ha una preferenza diversa dalla mia?

Non ho mai amato fare propaganda, non ho mai amato l’estremizzazione e l’ostentazione, ma quella gay non mi disturba. Non mi disturbano le sfilate, non mi disturba un abbigliamento un poco “fuori dalle righe”, e questo perché ho sempre adorato la piena libertà dell’agire, e quando sento chi si schiera contro certe “manifestazioni colorite”, etichettandole come ostentatrici, penso a tutta la comune ostentazione di cattiveria che ogni giorno ognuno di noi subisce. Subiamo ostentazioni di cattiveria gratuita sui posti di lavoro, nelle scuole, sui mezzi pubblici, da amici e anche da parenti, eppure il problema di certa gente è l’ostentazione “del colore e del folklore”.

Io penso che gli omosessuali (uomini e donne) nel tempo abbiano subito tanto la loro condizione di non accettazione da parte del mondo intero, così ho provato a mettermi nei loro panni,  pensando a come mi sarei sentita io, SE L’AMORE (CHE RAPPRESENTA UN ELEMENTO SIGNIFICATIVO NELLE NOSTRE VITE), mi fosse stato negato. Ecco, vorrei che tutti gli etero che mi stanno leggendo in questo momento (soprattutto quelli con cui ho avuto di che discutere in questa settimana) si mettessero nei panni di una donna o di un uomo omosessuale. Provate a pensare che la vostra “passione”, ciò che tutto muove, vi venisse negato costituzionalmente, perché voi e pochi altri foste ritenuti improvvisamente "anormali", e in quanto tali, senza diritti. Mettiamo che a questo mondo, ad essere considerati malati, anormali, fuori luogo, fossimo noi etero, e mettiamo chessò, che la donna o l’uomo che amate, non possa vivere il vostro amore con voi, semplicemente perché normalmente le cose sono sempre girate per un altro verso. Proviamo a rovesciare i ruoli per un momento, e a pensare a come sarebbero le vite di noi etero, se la negazione dell'amore e della libertà fosse applicata su di noi.
Mettiamo che il vostro primo bacio dato per la strada, non fosse accettato dal resto del mondo, perché ritenuto “non consono”. Mettiamo che vi fosse negato uno degli scambi di energia più potenti tra due persone, e cioè, camminare mano nella mano con la persona che amate. Mettiamo che vi venisse impedito di coronare il vostro sogno d’amore e la vostra promessa di vita, perché nel paese in cui vivete, fosse considerato “di cattivo gusto”. Oppure andiamo un po’ più a fondo: mettiamo che vi venissero negati dei diritti e dei doveri fondamentali che per legge dovreste avere nei confronti della persona che scegliete di avere accanto. Quando si decide di ufficializzare un’unione, è prima di tutto per amore, ma anche perché quell’unione sancisce dei diritti fondamentali che ogni essere umano possiede. Immaginate che la persona che amate (e che la legge vi ha impedito di sposare) un giorno purtroppo scompaia, e che voi non abbiate più alcun diritto nemmeno su una casa che avete comprato insieme e messo su con il vostro comune intento. Immaginate che nel momento in cui la persona che amate scompare, VOI PER QUELLA PERSONA (E PER LA LEGGE) DIVENTATE AUTOMATICAMENTE NIENTE. Secondo la legge non potrete nemmeno decidere dove lasciar riposare il suo corpo, perché voi, per quella persona non rappresentate assolutamente più nulla. Ritengo doveroso (tra l'altro) sottolineare come tutto questo, nel nostro paese, valga anche per le coppie etero, che per una loro personale ragione decidono di non sposarsi mai.
Vado avanti...

Immaginate che per secoli il mondo vi abbia chiesto di tenere nascosta la vostra “condizione” perché questa vostra “condizione”, questo vostro modo di essere e di “concepire”, venga considerato fuori dalla norma. Mettiamo che la tendenza generale delle persone nel tempo, sia quella di considerarvi anormali, stravaganti, e che in qualche raro caso, qualcuno vi dica pure che siete malati, e che la vostra malattia vi porterà alla rovina, e che invece voi sappiate di essere assolutamente in voi, di essere felici a vostro modo, anche se tutto il mondo sta sempre li’ a ricordarvi che qualcosa in voi non va. C’è persino qualcuno che suggerisce di curarvi per diventare come tutti gli altri, per farvi tornare alla maniera di amare e di "concepire" di quando eravate nati.

Così come ho fatto per tutta questa settimana dal vivo, discutendo con chi era contrario alla legge americana, attraverso queste pagine, sposerò per sempre la stessa causa, e cioè quella di sensibilizzare qualcuna delle persone con cui ho discusso. Mettetevi nei panni di chi per tanto tempo ha subito (e continua a subire) le angherie di tutti quelli che non amano le diversità (e sono ancora tanti!). Pensate a come sarebbe molto più difficile la vostra vita se veniste gratuitamente privati di qualcosa di fondamentale per voi, che vi costringesse a vivere una vita che vi schiaccia.

Ecco, questa settimana ho voluto scrivere un post diverso, perché questo blog parla d’amore, e l’amore è di tutti. E il diritto all’amore, pure. Buona settimana.