Più
bello di un nuovo amore che nasce, c’è solo un vecchio amore che finisce…
laddove uno dei due sia una donna in rinascita. Ho riflettuto parecchio sul
senso di fallimento alla fine di una storia d’amore, e ho concluso che
nell’immaginario collettivo di molti di noi, una storia che finisce, prevede la
successiva caduta in depressione SOLO di uno dei due, che normalmente è la
donna.
(ripeto, nell’immaginario collettivo, ma non sempre nella realtà dei fatti, quindi non sentitevi toccati…).
(ripeto, nell’immaginario collettivo, ma non sempre nella realtà dei fatti, quindi non sentitevi toccati…).
Non so
per quale strana questione, tra uomini e donne, quelle che affrontano con
maggiore difficoltà la fine di un idillio amoroso, siamo quasi sempre noi
donne. Forse perché siamo più abituate a pensare in maniera “pluriennale” e
investiamo parecchio negli uomini che decidiamo di avere accanto, riponendo in
loro quella certa fiducia per la quale un giorno saremo madri e mogli e/o compagne
di vita. Forse perché appunto – come dicevo sopra – l’immaginario collettivo
non si è ancora abituato all’idea di vederci single una volta raggiunta una
certa età, fatto sta che – sarà anche un caso – ma tutte le volte che un amore
finisce, c’è una casistica maggiore di donne che la prendono veramente molto
male rispetto agli uomini, o che comunque hanno un tempo di ripresa
relativamente più lungo.
Oggi
invece vorrei parlare di quella categoria di donne che io definisco “in
rinascita”, ovvero tutte coloro che in seguito alla scoperta di un tradimento,
o a una perdita di fiducia nei sentimenti, hanno passato solo poco tempo a
leccarsi le ferite, ritrovando poco dopo quelle straordinarie donne che erano
fino a qualche tempo prima.
Parliamoci
chiaro, prima di conoscere gli uomini che scegliamo, noi donne SIAMO TUTTA
UN’ALTRA COSA: dedite allo sport e alla cura del fisico, abituate ad allargare
le nostre frequentazioni e i nostri giri di amicizie, attente a non cadere in
quella trappola di vita che ci vorrebbe sempre e solo madri e mogli. Mantenere
una relazione e mantenere anche se stesse così come si era prima di quella
relazione, è cosa complicata per alcune.
Eppure,
da queste pagine vorrei spezzare una lancia a favore di tutte quelle donne che
cadendo si sono rialzate da sole (o con l’ausilio delle persone più care che
avevano intorno). Quelle donne che prima di fidanzarsi pesavano 50 chili e
avevano cosce e culi sodi, e quando sono state mollate, ne pesavano 120, ma
hanno comunque avuto la forza di volontà per tornare ad essere le splendide
creature che erano. Quelle donne che hanno pensato che dedicare la loro intera
vita ad un uomo, fosse cosa buona e giusta… peccato che quando hanno trovato
quello stesso uomo a letto con un’altra, il loro piccolo mondo con lui era
diventato un inferno, e pur tuttavia sono state in grado di ricrearsi un altro
circoletto di persone che le hanno aiutate a sentirsi meno sole.
Quelle
donne che hanno investito in una figura maschile, conferendogli quasi lo stesso
valore che avevano dato al loro padre, e poi invece si sono ritrovate in casa
degli uomini violenti, egoisti, traditori, che del concetto di amore non
conoscevano nemmeno le basi più elementari.
Ebbene,
NON ESISTE NIENTE DI PIU’ DANNATAMENTE BELLO DI UNA DONNA IN RINASCITA. Se
penso al concetto di voler bene a se stesse, niente può essere paragonato alla
bellezza di una donna che cambia colore e taglio di capelli dopo essere stata
mollata, o all’emozione della forza di volontà che la porta ad alzarsi dal
letto quando tutto ciò che vorrebbe, è starsene sdraiata con la tapparella
completamente abbassata annegando nella depressione più nera. I cambi di abiti
nell’armadio, i cambi di stile che quasi sempre coincidono col concetto di una
nuova immagine di sé. Di un’immagine di sé migliori, più forti, più grintose,
più determinate a gridare al mondo, che tanto d’amore non si muore.
In
questi ultimi mesi ho seguito l’evoluzione di una di queste giovani donne, che
poi è una ragazza che – guarda caso – ho imparato a conoscere meglio proprio
dopo la fine della storia d’amore della sua vita. E’ incredibile la bellissima
mutazione che ha compiuto, ritrovando una se stessa che credeva di aver
dimenticato nei meandri di un appartamento nel quale aveva convissuto col suo
(ormai) ex. E’ una ragazza che ha ritrovato la solidarietà femminile con le sue
amiche (vecchie e nuove), che ha ripreso a viaggiare dopo che per un
imprecisato motivo, aveva smesso di farlo (solo perché stava insieme ad un uomo),
che doveva pensare a mandare avanti una casa “per due”, con le lavatrici da
fare “per due”, e i panni da stirare… sempre “per due”. Cucinava “per due” e
non investiva più nulla nella libertà di pensare individualmente. Usciva poco,
e quando lo faceva era quasi sempre con lui o con gli amici di lui.
Questa
sera ho percorso un breve tratto di strada a piedi con lei, e ho rivisto in
quella giovane donna, quella che ero io qualche anno fa, quando
inconsapevolmente non immaginavo che per una donna potesse esistere dell’altro
oltre alla vita di coppia. E’ stato bello parlarle, ascoltarla ridere della
fase difficile che ha vissuto subito dopo la fine di una delle storie più
importanti della sua vita; il distacco che ha assunto oggi nei confronti di
qualcosa senza cui pensava di non poter vivere, è meraviglioso.
Dalle
pagine di questo blog mi piacerebbe lanciare un messaggio importante alle donne
di qualsiasi età che inconsapevolmente stanno investendo tutta la loro vita in
una storia d’amore, tralasciando ciò che sono e la loro individuale importanza
su questo pianeta. E non si tratta di un messaggio femminista, o di
un’incitazione a non amare, bensì, è un suggerimento per vivere meglio l’amore,
perché se in amore ci si annulla, se si dà troppa importanza solo ai bisogni e
alle necessità dell’altro, si finisce per ridurre il concetto di un sentimento
che invece deve vederci “completi”.
Pensate
a voi come siete “con l’amore”… e ora provate ad immaginarvi come vorreste
essere quando quell’amore finirà, e tutto ciò che resterà sarà la voglia e la
forza di reagire. Non è una malattia dalla quale non si può più guarire, anzi!
Nel cento per cento dei casi ci si riscopre migliori di quanto non si era
prima, e ci si rende conto persino che così come si era prima (quando si
ragionava “in due”), non ci si vuole tornare più.
Siate
prima di tutto libere e serene con voi stesse. Solo così sarete in grado di
affrontare la tempesta quando (e se) dovesse mai arrivare.
A lunedì prossimo